Pussy’s Riot in sciopero della fame dopo l’arresto

Anche il gruppo di Riot Grrrl Pussy’s Riot è stato arrestato dopo le ultime presidenziali russe, che non hanno risparmiato nessun esponente dell’opposizione più in vista.

Due di loro sono ora in sciopero della fame.

Condividiamo quindi una loro canzone e la traduzione fatta da Femminismo a Sud.

Il video le ritrae all’assalto della cattedrale di Mosca.

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(coro)
Vergine, vergine, scaccia Putin,
scaccia Putin, scaccia Putin.
(fine coro)

Tonaca nera, spalline dorate
Tutti i parrocchiani strisciano in adorazione
Il fantasma della libertà è nei cieli
Il Gay Pride mandato in Siberia in catene.

Il capo del KGB, il loro Santo capo
Conduce i manifestanti in carcere sotto scorta
Per non offendere il Santo
Le donne devono partorire e  amare.

merda, merda, merda del padrone (Signore)

(coro)
Vergine, Vergine diventa femminista
diventa femminista, diventa femminista
(fine coro)

Lode religiosa di condottieri putrefatti
Processione di limousine nere
Viene da te a scuola il predicatore
Vai a lezione-portagli i soldi

Il Patriarca Gundyaj
crede in Putin, sarebbe meglio credesse in Dio, credeva
La cintura della vergine non sostituisce le manifestazioni
A protestare con noi c’è la sempre vergine Maria

(coro)
Vergine, vergine scaccia Putin
scaccia Putin, scaccia Putin
(fine coro)

l’8 Marzo saremo Ovunque

Quest’8 marzo non ci saranno manifestazioni nazionali, nè tantomeno cortei romani.
Quest’8 marzo saremo ovunque.
Prima di tutto saremo con la valle e con le donne della val di susa in lotta,
poi saremo nelle strade, nelle piazze, nei bar, nelle scuole, nelle università…..

Saremo ovunque e non riusciranno a fermarci!

l’8 marzo, inoltre, saremo ai microfoni di R.o.r (16.00-16.30) nelle 24h di palinsesto curato dall’mfla

Stay tuned!

Sabato 3 Marzo h 15 @ Piazzale Tiburtino


La Tav attraversa tutt’Italia, difendi la tua Valle!        

Sabato 3 Marzo ore 15 Piazzale Tiburtino                   

La Val Susa non è sola, siamo tutti/e No Tav!

Segui la diretta dalla valle su: www.notav.infotwitter.com/#!/notav

 

Qualche settimana fa si è svolta un’operazione repressiva con decine di arresti e denunce nei confronti di attivisti/e NO TAV in tutta Italia. Da quel momento la solidarietà continua a esprimersi in molteplici forme, dal Nord al Sud del Paese: nessuna/o è sola/o, non ci sono buone/i e cattive/i. Un corteo di 80 mila persone si è riversato nella valle, da Bussoleno a Susa, per dire che il movimento NO TAV non si arresta e non ha paura. Il giorno dopo parte l’allargamento dei cantieri, attraverso l’esproprio militare delle terre valsusine. La resistenza dei NO TAV è immediata. Un compagno, Luca, per impedire l’avanzamento delle ruspe, si arrampica su un traliccio. Inseguito da un carabiniere rocciatore, cade, rischiando la vita: è tuttora ricoverato in ospedale in gravi condizioni. I giornali e i media screditano e minimizzano l’accaduto, insultando il coraggio e la determinazione di Luca. La risposta della Val di Susa è determinata, con blocchi e barricate che vengono immediatamente ricostruite non appena vengono sgomberate. Ancora una volta in tutta Italia la solidarietà si fa sentire con manifestazioni spontanee, presidi, blocchi stradali e ferroviari.

Queste sono solo le ultime pagine di una lotta che va avanti da 23 anni.

Di fronte all’attacco dello Stato nei confronti del movimento No Tav, di fronte alla repressione di ogni forma di conflitto, al di fuori del “consentito”, tanto il 3 luglio in Val di Susa quanto il 15 Ottobre a Roma, è necessario reagire. La lotta contro il Tav fa paura ai poteri politici, economici e giuridici, perché ne mette in discussione la loro stessa essenza. Si vuole reprimere l’autorganizzazione, il rifiuto della delega, la molteplicità e la radicalità di azioni e pratiche. Si vuole colpire tanto il dissenso e il contrattacco nei confronti dei poteri costituiti, quanto la condivisione di esperienze di vita che generano forme di cospirazione e di complicità sociale.

Anche attraverso Il TAV e la politica delle grandi opere il capitalismo vuole imporre ancora una volta l’idea di un mondo sottomesso alle leggi del profitto e dello sfruttamento affaristico dei beni comuni. La Val di Susa fa paura perché la lotta contro il Tav esprime la possibilità concreta di un cambiamento reale allo stato di cose presenti: determinarne il seguito spetta a tutti e tutte noi!

Il Tav è ovunque, lottiamo contro il Tav! Tutti/e liberi/e!

Sabato 3 marzo, ore 15:00, corteo NO TAV, partenza da Piazzale Tiburtino

Daje Luca, Sempre no Tav, a sarà düra!

Assemblea No Tav di Roma

LA CASA DELLE DONNE LUCHA Y SIESTA È UN BENE COMUNE

ASSEMBLEA PUBBLICA
MARTEDÌ 6 MARZO ORE 19,00
CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
VIA DELLA LUNGARA, 19
mail per adesioni: action-a@actiondiritti.net
luchaysiesta.wordpress.com

LA CASA DELLE DONNE LUCHA Y SIESTA È UN BENE COMUNE
_Dalle politiche dell’inclusione a quelle dell’autonomia_

L’UNICA SICUREZZA POSSIBILE SONO LE DONNE DEL MONDO CHE SI
AUTORGANIZZANO
Con questa idea in testa è nata l’8 marzo del 2008 l’esperienza della
Casa delle donne Lucha y Siesta a Cinecittà, quando un gruppo di donne
ha recuperato la vecchia sottostazione del tram di proprietà dell’Atac,
abbandonata al degrado da 12 anni.
E’ stata la risposta immediata e indignata alla propaganda sulla
sicurezza che la destra sbandierava, sfruttando la violenza assassina
contro le donne per avallare leggi securitarie che colpivano gli ultimi,
senza minimamente contrastare la violenza sulle donne, che ha invece
radici culturali profonde.
Mentre il Campidoglio e i suoi media fomentavano il razzismo e
l’esclusione sociale, in via Lucio Sestio si lavorava, in condizioni
difficili e su base volontaria, a creare un luogo per le donne che
sfuggono da situazioni di violenza, difficoltà o esclusione. Un luogo
sicuro dove è possibile fermarsi per il tempo necessario a riprendere
il controllo della propria vita, affermando i propri diritti e la
propria dignità.
Abbiamo visto come la fragilità provocata dalle condizioni difficili
debilita la persona nel suo complesso e ne indebolisce la capacità di
agire tanto nell’ambito personale quanto nella vita pubblica,
precludendone di fatto le possibilità di realizzazione. La società ne
esce impoverita perché privata di risorse fondamentali, impaurita e
ritratta lontano dalla condivisione degli spazi pubblici dalla coesione
comunitaria e dallo scambio reciproco.
In 4 anni decine di esperienze di vita hanno attraversato la casa e la
hanno plasmata. Lo sportello in collaborazione con i servizi socio
sanitari territoriali assicura alle donne orientamento e supporto; i
percorsi formativi e professionali, come la sartoria e il mercato
artigianale, garantiscono alle donne autonomia lavorativa al di fuori
delle logiche ciniche del mercato che escludono chi è fuori target.
Infine, negli anni, la casa ha ospitato numerose iniziative culturali e
si è dimostrata ormai un pezzo importante del quartiere. QUESTO È IL
SENSO CHE NOI DIAMO ALLE POLITICHE PER LE DONNE: ATTIVITÀ E AUTONOMIA,
NON SOLO INCLUSIONE E DIFESA. Continua a leggere

APPELLO PER UNA NUOVA MARCIA NO TAV IN VALLE DI SUSA DA BUSSOLENO A SUSA

SABATO 25 FEBBRAIO
RITROVO DALLE ORE 13 IN PIAZZA DELLA STAZIONE A BUSSOLENO

Il popolo NO TAV scenderà ancora una volta in strada per ribadire il proprio rifiuto al progetto inutile e devastante della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.

La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con la Comunità Montana e l’assemblea dei sindaci della val Susa e val Sangone per ribadire l’unità del territorio nel respingere quest’opera.

Sarà un’ occasione per rilanciare la mobilitazione e sancire la legittimità della resistenza in corso da mesi contro il cantiere di Chiomonte, area militarizzata.

Esprimeremo anche in questa giornata la nostra vicinanza e solidarietà nei confronti delle persone arrestate e inquisite per aver lottato al nostro fianco e invitiamo tutte le loro famiglie a partecipare con noi a quella che sarà una grande giornata di testimonianza e gratitudine.

Saranno bene accetti anche questa volta tutti coloro che giungeranno in valle per supportare le istanze del movimento NO TAV che sempre più sta diventando simbolo di riscossa per chi lotta contro i poteri forti e riferimento per le idee di un altro mondo possibile.

Vi aspettiamo numerose e determinate.

IL MOVIMENTO NOTAV

Misure per donne

(da dumbles.noblogs.org)

Fiorella resta in carcere con l’imputazione di omicidio volontario.
Il giudice ha respinto la richiesta dei domiciliari.
Quella misura che la cassazione ha recentemente ammesso anche per il branco di stupratori, come garanzia di equità per tutt*, a lei che ha ammesso il fatto, che ha lasciato lì l’arma, che ha chiamato subito i soccorsi, che a loro ha aperto la porta vestita dei lividi freschi e del naso tumefatto, che ha raccontato una vita di percosse tanto evidenti da indurla a lasciare il lavoro perché non erano più compatibili con gli spigoli delle porte… lei che non ha prove da confondere né complicità su cui contare… lei resta in carcere, come quell’altra categoria di persone per le quali non sono ammesse misura alternative al carcere: i mafiosi.
Molti si sono prodigati a spiegare il senso di quella recente sentenza della Cassazione, dicendo che la funzione delle misure cautelari non è quella di punire preventivamente, bensì quella di consentire una corretta celebrazione del processo – da una parte – ed impedire il ripetersi o l’aggravarsi dei fatti criminosi ipotizzati. Ci hanno spiegato che i giudici sono chiamati a verificare l’esigenza di misure cautelari e soprattutto a “graduarle” in applicazione del principio del «minor sacrificio necessario» (C. cost. 299 del 2005).
Ecco, a Fiorella questo non è stato riconosciuto, la misura per lei è stata la più dura, quella che quasi ha il sapore del precoce castigo .
Il giornale di oggi affianca i due fatti: il suo e quello avvenuto il giorno prima, dell’uomo che ha inferto sette coltellate sette alla donna che lo aveva rifiutato; lei per fortuna è ancora viva; l’arma del delitto è sparita e anche lui resta in carcere. Stesso pm, stesso giudice, stessa decisione.
Stesso peso, stessa misura? Non proprio. Non è il carcere che pareggia ciò che al di fuori di esso è già sbilanciato e si manifesta nei dati mostruosi delle violenze sulle donne che poi, stando alla storia giurisprudenziale, hanno ben poco da sperare dalle sentenze delle aule di giustizia.
Lo sappiamo, ma speravamo per una volta che quella violenza che così spesso,
-quando ai danni delle donne-, viene ignorata, per Fiorella fosse riconosciuta…
Riconosciamola noi intanto, per lei, per noi, per tutte, perché la misura è veramente colma.

PIUTTOSTO CHE VESTIRE SFRUTTAMENTO LE CALZE CE LE DISEGNEREMO SUL CORPO!

Con un fax, la vigilia di Capodanno, il gruppo OMSA – GoldenLady ha fatto sapere alle 239 lavoratrici dello stabilimento Omsa di Faenza che il 12 marzo 2012, alla fine della cassa integrazione, saranno licenziate.
La vertenza è iniziata nel 2010 quando arrivò, all’improvviso e senza nessuna comunicazione ai sindacati, l’avviso di chiusura e l’inizio della cassa integrazione. I macchinari furono immediatamente portati via e rimase solo una produzione minima.

Va subito chiarito che la produzione dei prodotti OMSA non sta subendo una flessione né alcun danno causato dalla crisi in corso, e che la delocalizzazione della produzione da parte dell’azienda è esclusivamente mirata ad avere un vantaggio economico ed un maggior profitto. Da un lato si lucra sulle spalle delle donne serbe costrette a lavorare con salari iniqui, dall’altro si licenziano le lavoratrici di Faenza senza alcun legame reale con la produzione delle calze che realizzano da oltre vent’anni.
Il caso Omsa è emblematico proprio perchè evidenzia che anche laddove la crisi non c’è, a prevalere sono sempre gli interessi del profitto, che la crisi la creano.

Dal 2010 ad oggi le lavoratrici hanno ascoltato molte promesse, partecipato a tavoli istituzionali, sperato in un progetto di riconversione del sito ecc.. ma nonostante le trattative in corso fra l’azienda la Regione ed il Ministero dello sviluppo economico, il giorno 27 dicembre 2011 l’azienda ha nuovamente comunicato alle lavoratrici che al termine della cassa integrazione sarebbero state tutte definitivamente licenziate precludendo loro anche la possibilità di avere accesso agli ammortizzatori sociali.
La notizia è stata immediatamente accompagnata da iniziative di solidarietà, tra cui la campagna di boicottaggio in corso che stiamo sostenendo quest’oggi.
Lo strumento del boicottaggio sta funzionando tanto da aver costretto la OMSA a togliere il marchio dai propri prodotti proprio perchè la campagna in corso sta portando all’azienda un danno effettivo.
Nella giornata di oggi 28 gennaio in tutta Italia si stanno svolgendo iniziative di informazione e solidarietà attiva con le lavoratrici di Faenza, unisciti alla lotta!

Perchè le donne non comprino prodotti dannose per altre donne, per invitare alla solidarietà ed alla partecipazione, perchè questa lotta sia di esempio per tutt*, perchè nonostante la crisi che ci vogliono far pagare non accetteremo supinamente le decisioni che vorrebbero imporci.
Sosteniamo questa lotta con la nostra solidarietà perchè sia tutelato sempre ed ovunque il lavoro di tutt*!!!

OMSA…TI COMPRO SE NON LICENZI!

Giovedì 19 Gen 2012@ Sala da tè del Porto Fluviale

Giovedì 19 Gennaio 2012 dalle ore 18:00
La Onlus “Una Stanza Tutta per Sè” è lieta di presentarvi:

—-Lo Sportello Antiviolenza a Garbatella—–

dopo aver parlato tra di noi…
… Apericena a cura del Fronte del Porto Fluviale

a seguire
…Giulia Anania Live Acustica
e si cantano stornelli romaneschi…

Giovedì 19 Gennaio 2012 dalle ore 18:00
@Sala da tè in Via del Porto Fluviale,12
Zona Ostiense – Metro B_Piramide

L’INVITO E’ RIVOLTO SOLO A DONNE 0+ ONLY FOR WOMEN

leribellule.noblogs.org
inventati.org/unastanzatuttaperse