Nessuna marcia sui nostri corpi, Giorgiana vive!

nessuna

Oggi, 12 maggio, il centro di Roma è stato attraversato da un corteo cittadino per ricordare Giorgiana Masi, uccisa nel 1977 dalle squadre speciali di Kossiga (allora Ministro dell’Interno).
Oggi come ieri la determinazione delle compagne e dei compagni ha sfidato il divieto della questura che ha difeso fino alla fine l’altro corteo previsto nella giornata.

Stiamo parlando della “Marcia per la vita”. Una schiera di bigotti cattolici integralisti, scortati da un servizio d’ordine fascista e difesi dal sindaco Alemanno, ha ottenuto l’agibilità politica di marciare su Roma, portando in piazza immagini macabre.
La Roma Antifascista e Antisessista, nonostante il divieto di scendere in piazza, si è autoconvocata in un corteo partito da Campo de’ Fiori. Durante il percorso abbiamo avuto modo di comunicare alla città che se il corpo delle donne diventa un campo di battaglia, noi rispondiamo guerra alla guerra.
La Ru486, l’obiezione di coscienza ma più in generale la libertà di scelta e di una sessualità consapevole sono dei punti su cui non siamo disposti a cedere, anzi: ciò che ci tolgono ce lo riprendiamo pezzo per pezzo.

Allo stesso modo risponderemo a qualsiasi attacco che vuole fare delle famiglie eterosessuali il nostro destino, condannandoci di fatto a subire violenza dentro e fuori le mura domestiche.
Il corteo ha raggiunto Ponte Garibaldi, dove Giorgiana è stata uccisa, dopo due ore di blocchi stradali.

PS: MA VOI LA CONOSCETE LA STORIA DE MARINO?!?!

A fine corteo, ci è arrivata la notizia che Ignazio Marino, candidato a Sindacodi Roma per il PD, ha dichiarato pubblicamente che la “marcia per la vita è giusta […]  io sono per la vita in ogni suo stadio”.

Non deleghiamo nessuna scelta sul nostro corpo ai poltronisti di turno, questo non significa però che non leggiamo come chiara scelta politica il silenzio in cui si è chiuso il PD in quest’ultima settimana pur di non rischiare di perdere voti dell’elettorato cattolico.

Lette le dichiarazioni inaccettabili di Marino, abbiamo deciso di chiedere conto al diretto interessato.
Nel pomeriggio un gruppo di donne ha occupato il comitato elettorale di Marino, in via Cristoforo Colombo 112. Il candidato sindaco ci ha ricevute assicurando di aver comunicato alla stampa in modo scorretto le sue opinioni in merito. Fatto sta, che almeno fino al tardo pomeriggio, il virgolettato compariva sulle principali testate giornalistiche.

Resta quindi il forte sospetto che si trattasse di becera campagna elettorale: cavalcare la marcia per la vita per non perdere voti.
Se è vero che c’è stato un errore di comunicazione con la stampa, nessun* ha chiaramente affermato che non vedremo più marciare sulle nostre strade squadristi antiabortisti, che ci sarà una distinzione chiara tra embrione e bambino, nè che ci sarà un chiaro indirizzo politico per il rispetto della legge 194/78, contro l’obiezione di coscienza.
La difesa della nostra libertà di scelta non la deleghiamo.

Ma quale marcia_ ma quale vita_siete muffa per la fica.

CIAO CARLA !

Se ne è andata questa sera Carla Verbano. Ci ha lasciato dopo aver lottato a lungo e con tenacia contro un male che da anni la tormentava. Per noi Carla non è stata solo la madre di un compagno assassinato, Valerio,  l’esempio di una donna e di una madre che fino all’ultimo ha lottato per avere verità e giustizia sull’omicidio del figlio, ma anche un’amica e una figura importante per le nostre vite e per le nostre battaglie. Una compagna e un’amica che abbiamo avuto vicino nei momenti difficili così come in quelli più felici.

I compagni e le compagne

Giovedì 7 dalle 10,00 alle 15,00 alla Palestra Pal Popolare Valerio Verbano ci sarà la camera ardente per un ultimo saluto a Carla. Alle 12,00 invitiamo tutte e tutti a partecipare ad un momento di ricordo collettivo.

Carla parlava anche con gli occhi e con le mani.

Un’idea non muore mai.

Le parole di Carla.

24 gennaio@ple Clodio: la nostra passione contro la vostra repressione

14 dicembre: contro la crisi esplode la rabbia.

 L’unica risposta di governo e magistratura è la repressione.

 Il 14 dicembre, a Roma, la piazza era gremita di studenti, lavoratori e lavoratrici, precari e precarie, migranti, cittadini aquilani e di Terzigno e molti altri ancora, a cui il governo da anni sta facendo pagare il prezzo della crisi, negando loro qualunque prospettiva di una vita dignitosa.

Quel giorno la piazza ha manifestato in massa la sua giusta rabbia, mentre a poche centinaia di metri uno dei governi più corrotti che questo paese abbia mai avuto si assicurava la sopravvivenza attraverso la compravendita di consensi parlamentari.

Per tutta risposta le forze dell’ordine rastrellavano persone per le vie del centro di Roma, e si scatenavano le dichiarazioni forcaiole degli uomini politici di vario colore. Costoro, abbandonando per un momento le loro invettive alle “toghe rosse”, hanno invocato un vigoroso intervento della magistratura.

Quel giorno sono state arrestate 23 persone. Uno di loro, Mario, è tutt’ora in regime di arresti domiciliari nonostante sia incensurato ed accusato di reati “minori”. Un altro, benché minorenne, sarà sottoposto fino a giugno agli arresti domiciliari.

Il 23 dicembre 2010 si è tenuta la prima udienza del processo contro Mario e gli altri compagni/e arrestati\e. Il processo è stato rinviato al 24 gennaio.

 Il motivo per il quale i giudici hanno negato la libertà a Mario è la permanenza in Italia di un “clima di tensione sociale”. Per fortuna è stata almeno respinta l’assurda richiesta avanzata da Alemanno per la costituzione di parte civile del Comune di Roma, in quanto a Mario non è addossata nessuna “lesione dell’arredo urbano”.  

Ai numerosi compagni/e presenti in aula – studenti, lavoratori, amici degli imputati – l’atteggiamento dei giudici non è apparso né sereno, né imparziale , ma anzi costoro sono sembrati partecipi e schierati con il clima fazioso e colpevolista voluto dal governo all’indomani del 14 dicembre.

Ad oggi è ormai noto alla cittadinanza che gli arrestati sono stati rastrellati a caso e accusati genericamente del reato di “resistenza in concorso”.   

 Del resto, è fallito anche il tentativo di dividere i manifestanti in “buoni e cattivi” sia per la compattezza del movimento, sia perché larga parte della società ha riconosciuto alla protesta motivazioni valide e concrete: la crisi economica e sociale che il paese sta attraversando non solo mette in pericolo il nostro futuro, ma cosa ben più grave, è un attacco al nostro presente e la protesta contro tutto ciò non può essere semplicemente ignorata e repressa. 

Tenere ulteriormente agli arresti domiciliari Mario è una iniqua punizione, una pena prima della sentenza.

Inoltre si preannunciano ulteriori e numerosi provvedimenti penali nei confronti di centinaia di partecipanti alla giornata del 14 dicembre.

E’ quindi quanto mai necessario che tutti coloro che hanno animato la piazza del 14 dicembre facciano sentire la loro voce durante la prossima udienza per esprimere la loro solidarietà a Mario e a tutti e tutte gli/le arrestati/e.

 

Lunedì 24 gennaio

Ore 9:30

Presidio a Piazzale Clodio

 

La nostra passione Contro la vostra repressione

Mario libero

Tutte Liberi

   Sostegnolegale14dicembre(at)autistici.org

Comunicato: la legge Tarzia è una violenza contro le donne

Il 25 novembre 2010 durante la giornata internazionale contro la violenza sulle donne abbiamo scelto di far sentire la nostra voce, presenza e lotta in tutti i luoghi di conflitto, le manifestazioni e i
cortei che hanno attraversato la città di Roma: dal presidio di donne davanti alla Regione Lazio, al corteo dei Movimenti Uniti contro la crisi,dalla protesta studentesca contro il DDL Gelmini al Consiglio Municipale del III Municipio dove stanno approvando una mozione a
favore della legge Tarzia e al presidio a Piazza Trilussa contro i C.I.E.
Le donne, i collettivi femministi, i comitati di donne e sindacati riuniti nell’Assemblea permanente delle donne contro la proposta di legge Tarzia hanno manifestato il 25 mattina di fronte alla Regione Lazio dove il 24 novembre è iniziata la discussione sulla proposta di
legge Tarzia sui Consultori .
Durante il nostro presidio, sono arrivati una decina di ‘provocatori non autorizzati’ appartenenti al Forum delle associazioni familiari del Lazio e, tra gli altri, l’Alleanza evangelica italiana capeggiati dalla stessa Olimpia Tarzia con cartelli a favore della proposta di legge e inneggiando alla famiglia hanno provato a disturbare la protesta ma sono stati cacciati dalla piazza.
Le donne con questo vogliono ribadire che gli antiabortisti e movimenti per la vita non sono ben accetti e non avranno alcun spazio nelle piazze, nei consultori e nelle strutture pubbliche.
Una delegazione di 15 rappresentanti delle diverse realtà presenti sotto la Regione Lazio, tra cui anche due compagne, sono entrati in Regione. Attendendo un colloquio con la presidentessa della Regione Lazio Renata Polverini.
La nostra lotta non si ferma e continuerà fino a che la Legge Tarzia non verrà definitivamente ritirata.

Collettivi femministi e donne contro la legge Tarzia.

23/9 – Colazione resistente

Care compagne,
come tutte sappiamo da quasi un anno siamo alle prese con innumerevoli tentativi di sgombero della nostra sede di via dei Volsci 22. Il prossimo è previsto per il 23 settembre, giorno in cui ufficiale giudiziario, avvocati (e purtroppo questa volta probabilmente non solo loro) torneranno per provare ad accedere e in cui tutte noi, già dalla mattina presto, saremo di nuovo lì a presidiare il nostro spazio.

Negli ultimi mesi la situazione è andata modificandosi drasticamente: una sede, quella riferibile al numero 30, è stata venduta mentre in un’altra (il 26) è stato consentito l’accesso con conseguente misurazione dello spazio finalizzata alla sua messa in vendita. Sappiamo benissimo come tutta questa operazione rimandi ad una mera questione patrimoniale finalizzata a poter ricollocare sul mercato parte di quell’area oggi occupata da sedi politiche storiche.

Lo gridiamo da un anno: il 22 è la stanza di tutte noi e non perché (o non solo) rappresenta un luogo del passato di cui conservare memoria ed ricordi ma  perché è per noi oggi soprattutto uno spazio essenziale,vitale per la nostra autonomia di pensiero e di autodeterminazione, uno dei pochissimi spazi politici separati per donne femministe e lesbiche a Roma. Ed è lo spazio collettivo che tutte noi vogliamo continuare a difendere. Per questo chiamiamo tutte le donne, femministe e lesbiche il 23 Settembre dalle ore 8.00 per una COLAZIONE RESISTENTE AL 22.

Se siete ancora indecise sul da farsi provate a cercare il 22 che è in voi facendo il test del post precedente!

Le compagne fenmministe e lesbiche del 22

*RESPINGIAMO IL PACCHETTO SICUREZZA! [Mercoledì 1 luglio sotto il Senato]

Mercoledì 1 luglio, dalle 15:30, tutte e tutti sotto il Senato

 

Dopo mesi di discussioni, rinvii e voti di fiducia che hanno ignorato
ogni forma di protesta, il governo Berlusconi si appresta ad approvare
definitivamente in senato il disegno di legge 733, noto come "pacchetto
sicurezza": una legge che nega i diritti fondamentali delle persone,
siano esse migranti o native.
Il pacchetto introduce il reato d’ingresso e soggiorno illegale, che
colpisce le persone migranti, cancellando il loro diritto a esistere,
all’assistenza sanitaria, all’istruzione e alla casa. Se il ddl sarà
approvato, chi è senza permesso di soggiorno non potrà più ricevere cure
mediche, riconoscere figlie e figli alla nascita, sposarsi o inviare i
soldi a casa. Si introducono le ronde mentre in nome del "decoro urbano"
continuano gli sgomberi e la ghettizzazione degli insediamenti rom e le
aggressioni di stampo razzista e xenofobo. Le ordinanze dei sindaci
limitano il diritto a incontrarsi nei parchi e nei luoghi pubblici o a
manifestare per le strade e nelle università.
Prima ancora di essere approvato, il pacchetto sicurezza ha già ucciso:
dalla donna incinta morta dissanguata a Bari per la paura di essere
denunciata in ospedale, alle persone morte nei CIE (centri di
identificazione ed espulsione) per le violenze, perché non ricevono
un’assistenza sanitaria adeguata o per la disperazione di vedersi
consegnare un decreto di espulsione, che significa essere rispedite/i in
luoghi di conflitto o nelle carceri libiche, spesso dopo aver vissuto e
lavorato duramente e senza diritti per molti anni nel nostro paese.
Ma c’è una parte della società che in questi mesi ha espresso nei modi
più disparati il proprio dissenso: medici e insegnanti, migranti,
rifugiati/e e richiedenti asilo, scuole d’italiano, donne, femministe e
lesbiche, gay e trans, studenti e occupanti di casa, singoli/e e
associazioni vogliono respingere al mittente il pacchetto sicurezza e le
politiche razziste di questo governo. A Roma, come in molte altre città
italiane, si sono moltiplicate le iniziative che hanno denunciato con
forza le condizioni di vita nei CIE e la brutalità delle politiche dei
respingimenti, protestando contro una legge che, dietro una falsa
esigenza di sicurezza, nasconde la chiara volontà politica di gestire in
maniera repressiva la crisi che stiamo vivendo.
Crediamo che sia necessario sentirsi tutte e tutti coinvolti in quanto
sta accadendo, creare spazi di dibattito sempre più ampi e moltiplicare
le iniziative di protesta in ogni città, a partire dalle giornate di
discussione e approvazione del pacchetto sicurezza.
Vogliamo prendere la parola, per lottare insieme, italiane/i e migranti,
a partire dai nostri territori, perché desideriamo una società aperta
all’incontro tra tutte le differenze, perché l’unica sicurezza che
vogliamo è libertà e diritti per tutte e tutti.
*Respingiamo il pacchetto sicurezza!
Mercoledì 1° luglio, dalle ore 15:30 in poi,
tutte e tutti sotto il Senato
durante la discussione finale del ddl 733 *
RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA
http://nopacchettosicurezza.noblogs.org
pacchettosicurezza@anche.no

Ma quale sicurezza?

SICUREZZA?
CHI HA PAURA DEI FESTEGGIAMENTI DEL CAPODANNO BENGALESE?
RAID RAZZISTA A VILLA GORDIANI
Roma, 23 maggio 2009


boh

Questa notte, intorno alle due del mattino, una ventina di 20 fascisti armati di mazze e bastoni hanno compiuto in pieno stile squadrista una violenta aggressione contro 4 giovani della comunità del bangladesh intenti a terminare l’allestimento degli spazi per il festeggiamento del capodanno Bangla concessi dal Municipio VI all’interno di Villa Gordiani.
Un giovane è stato ferito ed ora è in ospedale; stand e gazebo completamente distrutti. Mentre gli altri 3 ragazzi scampati all’aggressione sono presso il commissariato Tor Pignattara per formalizzare la denuncia dei fatti.
Nel mentre chiediamo un supporto legale, ci domandiamo, come mai tanto accanimento contro la festività della comunità bengalese? Nei giorni precedenti come comunità nazionale e associazione dhuumcatu abbiamo denunciato i ripetuti ostracismi da parte del Campidoglio e del Municipio VI atti ad impedirci i nosti festeggiamenti. Come sempre volevamo organizzare la nostra festività al parco di Centocelle (presso via Casilina).
Ma,di fronte ai vari divieti ed in assenza di una soluzione alternativa ci siamo visti costretti a fare un presidio all’interno di questo parco da cui siamo stati subito scacciati dalla forza pubblica prontamente allertata da una ordinanza del municipio.Alla fine Comune e Municipio VI ci hanno concesso di organizzare il capodanno a Villa Gordiani, luogo che abbiamo sempre rifiutato proprio perchè a rischio. Ed infatti, stanotte abbiamo ricevuto la spiacevole visita.A chi volesse far passare il raid di questa notte come un’azione di un gruppetto di "bulli", rispondiamo che essa è di matrice razzista ed anche istituzionale. Infatti, mentre da destra a sinistra, in Comune e nei Municipi si dà seguito nel territorio alle politiche nazionali in fatto di inSicurezza atte a criminalizzare e rendere invisibili i lavoratori e le lavoratrici immigrate, la stessa politica razzista leggittima ed espone alla bisogna i cittadini immigrati alle sue "ronde" extralegali.
Con l’azione di questa notte non si è voluto semplicemente compiere un atto razzista nei confronti di un immigrato isolato. Si è voluto colpire, invece, una comunità organizzata che vuole manifestare con il suo orgoglio e la sua dignità il proprio diritto ad esprimere la sua identità e la sua volontà di non avere paura.
Invitiamo, quindi, tutti i giovani, le donne, i precari e lavoratori, chi lotta per la casa e per il diritto allo studio, i cittadini di qualsiasi nazionalità e religione a partecipare alla nostra festa che si terrà comunque dal 23 al 31 maggio per condividere comunanza, solidarietà e una socialità al di fuori delle barriere con cui vogliono dividerci e per dire tutti insieme che noi non abbiamo paura.

Viva il capodanno bangla – 1416 ass Dhuumcatu Villa Gordiani – presso via prenestina 351 tutti i giorni musica, cucina tradizionale e spettacoli

Bon ton dell’antifascista

piccolo breviario di consigli per la buona educazione dell’antifascista

 L’antifascista nei cortei

Un antifascista coi fiocchi, quand’è a un corteo, tieneben presente che non tutt@ sono cintura nera e settimo dan di jujitsu enon mette in pericolo pacific* manifestanti facendol* trovare nel mezzodi un campo di battaglia, perché un antifascista sa che è del fascistala forza dei muscoli e dell’antifascista la forza delle idee. Unantifascista coi fiocchi sa di certo che la lotta corpo a corpo èplausibile, perché sono proprio i fascisti a cercarla e certamente nonporgerà l’altra guancia, l’antifascista sa resistere, ma sceglierà ilmomento e il luogo giusto permettendo a chi sa essere antifascistasenza sentirsi un hooligan di manifestare il suo antifascismo. Ilrisultato sarà sorprendente, si potrà manifestare sempre più numeros*senza disperdere nessun* de* compagn* (a quello ci pensa la polizia).Un antifascista coi fiocchi, quando intona i suoi cori allemanifestazioni, è consapevole che è meglio riservare allo stadio i corida stadio (si chiamano così per quello) e cerca nel profondo della suafantasia il modo più creativo per gridare a gran voce le proprie ideesenza riciclare cori che proprio dai fascisti sono stati ideati… (siconsiglia di leggere con attenzione la parte sul linguaggio per capirecome). Un antifascista coi fiocchi non storce il naso o non guarda inmalo modo quegli enormi volatili che gli cornacchiano a fianco duranteun corteo, quando in realtà questi rapaci sono compagne e compagni benorganizzati e creativi; sarebbe un buon passo verso l’attuazione dipratiche antifasciste, sorridere e felicitarsi per quell’estensionedisgraziata e graffiante delle compagne e dei compagni e magariaccennare o provare ad accennare un gracchio: questo sì che è uncomportamento antifascista. Quando viene organizzato un momento distudio o di approfondimento sulla memoria, come quello sulla resistenzaa giurisprudenza sarebbe antifascista mischiare accuratamente gliinterventi e non lasciare quello delle “minoranze” (che minoranze nonsono) alla fine, ovvero quando tutti vanno via o quando il livello diattenzione è bassissimo. Un buon antifascista chiede consiglio a chi èesperto per le occasioni speciali, manifestazioni e feste, su cosaindossare, magari avanzare la scelta di capi e colori più audaci,chiede aiuto per il trucco per essere visibili, divertiti eappassionati!


Salute e bellezza dell’antifascista

Amic@ antifa… Sei già bell@ dentro, lo sappiamo tutt*…sei femminista, antirazzista, anticapitalista, antisessista… E pertutto ciò sei già favolos@, è importantissimo dirlo. Ma non èsufficiente… Non lasciare le/gli altr* essere bell* al tuo posto.

Ecco le tendenze del 25 aprile 2009:

La prima regola è che non ci sono regole. Divertiti,sorridi, godi un po’… Ti giuro sullo style di Coco Chanel che tisentirai ancora più splendid@. La Moda? Ma chi se ne frega… La paroladi (dis)ordine è SII CREATIVA; facci sognare un po’, e non avere pauradi fare paura, il ridicolo non uccide. Prendersi sul serio è troppoanni2000. Poi, non lo diremo mai abbastanza: devi prenderti cura di testesso. Devi essere solidale col tuo corpo, perché lui ti vuole bene…

Compagn*, il sesso sicuro è molto molto attuale.Bisogna ripeterlo di nuovo? Il sesso sicuro è molto molto di tendenza.Il sesso sicuro ti fa e ti farà bene… sempre. Non lo si può negare,quindi non ascoltare MAI gli stronzi che ti dicono il contrario; non nesanno niente né della salute e della bellezza antifascista, né delsesso.

Un’altra cosa che ci piace sempre è il movimento dellasinistra per una pelle sana: una doccia ogni tanto, un po’ di sport,verdure per pranzo… Prova a non bere tutte le sere (lo so, èdifficile). Una volta all’anno, vai dal medico, due volte all’anno faiun test HIV-epatite-sifilide (se hai dubbi, fallo immediatamente). E ilkarma baby, il tuo corpo te lo restituirà.

Ma la bellezza antifascista non è soltanto una questioneestetica. È un fatto di respirazione, Darling, di attitudine… Devisapere che per essere chic c’è bisogno di molto rispetto. Per se stessie per le/gli altr*. Per esempio, non si chiede MAI il genere a unapersona. Se non riesci a scoprirlo, serba le tue domande per te, se nonvuoi sembrare completamente "has been"… E la stessa cosa vale perl’identità sessuale, l’origine etnica… Credimi, non si fa. Ascolta unpo’ le/gli altr*, dimostra pazienza e simpatia, e resisti, sempre,quando è necessario. Ecco la chiave della stagione per la bellezza inuna società antifascista.
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