Aggressione fascista dopo i concerti per Renato

AGGREDITI 3 COMPAGNI, ACCOLTELLATO COMPAGNO DEL L38 SQUAT

Alle 4,30 della notte del 30 Agosto di ritorno dall’iniziativa al parco di San Paolo, che dal pomeriggio aveva visto partecipare migliaia di persone e che ha ricordato la vile aggressione che porto’ alla morte di Renato Biagietti all’uscita della festa reggae sulla spiaggia di Focene, con coltelli e bastoni circa 10 topi di fogna hanno atteso nascosti nel buio che tutti fossero andati via per colpire alle spalle quattro compagni isolati che tornavano alle macchine.
Il primo atto dell’aggressione è stata una serie di coltellate alla gamba da dietro senza provocazione e senza dire una parola alla pronta reazione dei compagni gli infami sono scappati.
Questo gesto evidentemente vuole rivendicare politicamente la matrice infame e fascista e la vile pratica della lama dell’omicidio di Renato.
Il nostro affetto e la nostra rabbia ai nostri compagni aggrediti, con Renato nel cuore.

NIENTE RESTERA’ IMPUNITO!

L38 SQUAT
Indymedia Roma

articolo su lgbt e fascismo

Articolo tratto da liberazione del 26/07/08

Mi chiamo Italo, odio i froci ma amo il mio camerata.

Da Pim Fortuyn ai gay del Grand Old Party statunitense.
Da "Gaylib, l’associazione nazionale dei gay liberali e di
centrodestra" alla frequentazione dei centri sociali e dei forum neofascisti.

Cosa succede quando la cultura lgbt incontra la destra,"nuova" o nostalgica che sia?

Appunti da un primo viaggio in un fenomeno emergente ma contraddittorio

di E. Biagini

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Con rabbia e con amore

Con Renato nel cuore,
ma anche per Carlo, Dax, Federico e Nicola che sono Ognuno di Noi
Venerdì 29 agosto 08 
dalle 18 alle 24
Parco della Basilica di San Paolo
Via Ostiense, Roma. 
 
Due anni senza il sorriso di Renato. 
Sono passati ormai 2 anni da quando , il 27 agosto del 2006, Renato,

uscendo da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene, insieme alla sua

fidanzata e al suo amico Paolo, fu aggredito da due giovani scesi dalla

loro auto coltelli alla mano. 

Gli urlarono di tornare a casa, che quello non era il loro territorio.

Colpirono Renato che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale.

Nella disperazione di quei giorni i familiari, gli amici e i compagni si

trovano a spiegare una scomoda verità: chi esce di casa armato di coltello

per colpire chiunque possa essere considerato diverso, altro, di colore,

gay, di sinistra, è un fascista. Che solo a Roma, nell’anno precedente

c’erano state più di 130 aggressioni di matrice fascista.

Oggi, che sono passati quasi 2 anni, si apre il processo per l’imputato

minorenne. Il PM sostiene che Renato sia stato ucciso al termine di

“banale diverbio degenerato per futili motivi”, e così lo uccidono una

seconda volta.
madrixromacittaperta 
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PRE-LADYFEST ROMA ’08

                        
LADYFEST ROMA 09

:: ORGANISMI RIGOROSAMENTE NON BIOLOGICI::
La LadyFest è un festival internazionale DIY (doityourself) di arti visive e
performative, musica, workshop, incontri e dibattiti
organizzato da ladies romane e indirizzato a chiunque voglia
ritrovarsi/partecipare in un ambiente queer-femminista.
Per molt* la LadyFest è sinonimo di una forma di vita al di fuori degli
stereotipi binari maschio/femmina, ma l’agenda politica del festival
comprende anche il rifiuto di politiche razziste, neoliberiste e
securitarie.


THE LADIES ARE COMING…

preladyfest roma

preladyfest roma

 

 :: Ladyfest Roma 2009 ::

organismi rigorosamente non biologici


Stanche di sentirci chiamare ragazze e sapendo che donne non basta, noi Ladies ci riprendiamo parola e spazio portando a Roma, per la prossima primavera, una festa fatta a modo nostro.

Già presente in Italia, in Europa e nel mondo, Ladyfest nasce come iniziativa Do It Yourself di cultura femminista e queer, cui arti visive, performance, musica, dibattiti e workshop danno respiro e voce.

Un festival internazionale/transnazionale che vogliamo sperimentare anche a Roma come occasione di incontro, scambio di saperi, riflessione e pratiche di liberazione dal sistema binario maschio/femmina, che vorrebbe inchiodare a modelli restrittivi e violenti le nostre vite e i nostri corpi eccedenti/eccentrici, le nostre sessualità rigorosamente non biologiche.

Ma per le Ladies il discorso non si ferma qui, e il rigorosamente non biologico tocca anche l’intreccio tra sesso e razza che, qui e ora, significa per noi propagare una cultura antirazzista e praticare conflitto contro il securitarismo diffuso che trasuda odio e pregiudizio.

In attesa della primavera, vi diamo appuntamento per qualche assaggio con una serie di eventi pre-ladyfest, a partire da venerdì 11 luglio. Ci faremo sentire…

PRELADYFEST 11.07.08

The Ladies are coming…

@Strike s.p.a. spazio pubblico autogestito

from 22.30

KACOSONIA :: <Dobbiamo credere ai mimi sulla parola?>

[poetry slam mixed with gender performance]

mostra fotografica di CLAUDIA PAJEWSKI

collage contest MAKE YOUR BODY!

from 24 to 5

djset

EVA vs EVA :: electro

LADYMARU vs PORNODIVA :: tecnoid scorrect beats

SILIS [FTR] :: drum&bass

SOUNDTHERAPY URBANDOLLS [Urban Pressure] :: drum&bass

KINA [SubcultureRecords] :: tecno

vjset

PINTAYCOLOREA

REDNIKITA :: kira visual

TORACANDY

VIVEL :: kira visual

KaCoSónia arriva da Berlino e ha una vera e propria macchina sputaparole in testa. Tra umorismo nero, temperamento fiero, destrezza verbale e un gusto contagioso per i giochi di parole, il suo spoken word apre squarci di riflessione sui corpi e le città, i generi e le identità sessuali, le apparenze e la realtà… e nessuna può rimanerne indifferente! Come femme o drag king, accompagnata da musica elettronica, le sue energie rinvigorenti sono una combinazione irresistibile!

www.myspace.com/Kacosonia

ingresso 3,5 euro

info: rednikita@hacari.org te. 3285830841

Strike s.p.a._via U. Partini_Casalbertone_Roma

www.strike-spa.net

com’è finito il pride di bologna?

 questi sono i comunicati di facciamo breccia,di arcilesbica ed
 arcigay,del comitato del bologna pride e la lettera di Porpora
 Marcasciano, a seguito dello sgradevole episodio che ha visto coinvolta
 Graziella Bertozzo.
 Ovviamente ognun@ ha riportato la sua visione dell’accaduto,(come sempre
 succede in questi casi)e difficilmente ci sarà qualcun@ che si assumerà
 la responsabilità di ciò che è successo.
 Ma di chiunque sia la responsabilità, denunciamo apertamente la
 repressione che si è attuata nei confronti della Bertozzo. Ci sembra
infatti strano che il servizio d’ordine del pride non sia riuscito a
gestire una sola persona che voleva salire sul palco per dire la sua
(magari quella mattina aveva fatto colazione con gli spinaci???).
 Il servizio d’ordine non dovrebbe tenere


lontano chi vuole disturbare e chi è contro il pride, o la sua funzione
è remprimere chi vi partecipa (aderendo o meno alla piattaforma)? E se
fosse comparso un gruppo di fascisti? Le forze dell’ordine avrebbero
agito rapidamente come hanno fatto contro la Bertozzo?
Troviamo veramente preoccupante che si sia sentita l’esigenza di
consegnare una persona alle "forze dell’ordine", in piazza per
controllar(ci), senza cercare il dialogo.

 e’ veramente riprovevole ciò che è successo,soprattutto in un momento in
 cui il nostro paese dà solo segnali di repressione,razzismo ed
 omofobia,dove l’altro è il diverso e per questo va fatto tacere. e noi
 tutt@ che dovremmo dare prova di come la "diversità" sia una ricchezza ci
adeguiamo al sistema da cui non vogliamo essere rappresentati.

 

ecco  i comunicati… Continua a leggere

Le compagne dei Castelli Romani hanno cominciato la campagna OGO….

E’ iniziata venerdì 27 giugno con mostra e volantinaggio presso  un ospedale in zona la campagna OGO (obiettiamo gli obiettori) ai CastellI, firmata Assemblea delle donne dei Consultori ASL RMH.
abbiamo cominciato dall’ospedale di Velletri perchè lì l’IVG nemmeno è possibile: tutti medici sono obiettori!
considerando poi che in tutti gli ospedali della nostra ASL (Velletri, Marino, Genzano, Anzio-Nettuno) la maggior parte dei ginecologi è obiettore, avremo da fare ancora per un bel po’! e se qualcuna vuole darci una mano, è benvenuta.
vi spediamo il volantino che riporta, sul retro, tutti i nomi dei medici obiettori e l’articolo uscito solo oggi (1° luglio) sul Messaggero. abbiamo litigato un poco con il facente funzione direttore sanitario che non ci voleva là, ci hanno intervistato giornali e una  televisione locali, ma, sopratutto,  abbiamo parlato con un bel po’ di utenti.


della serie: SI PUO’ FARE!


prossima data: 8 luglio Genzano.
un bacio a tutte_____compagne dei Castelli

OGO: OBIETTIAMO GLI OBIETTORI


La campagna OGO vuole denunciare e contestare l’alto numero di medici l’obiettori che  rendono difficile l’accesso all’IVG e alla contraccezione d’emergenza.

I dati ci dicono che:

– in Italia gli aborti sono in calo del 3% rispetto al 2006 (del 45% rispetto al 1982);
– sono aumentati del 4,5 (rispetto al 2005) solo gli aborti delle donne non italiane;


– il 69% dei medici (89% a sud) sono obiettori, con un aumento del 10% dal 2005;
–  i tempi tra la richiesta e l’intervento vanno da 2  a 4 settimane;
– le donne sono spesso costrette a peregrinazioni da un ospedale all’altro o a migrare verso strutture sanitarie di Roma;
– i parti cesarei dono aumentati negli ultimi 10 anni dal 27%  al 38% (2006);
– alcuni ginecologi raccontano che molti colleghi obiettori fanno aborti nei propri studi privati;
– la lunga esclusione dall’assistenza sanitaria  delle donne neocomunitarie (rumene e bulgare) prive di tessera europea di assicurazione malattia (TEAM), prima che la circolare dell’agosto ‘07 le riconoscesse ‘europee non in regola’ (ENI), ha alimentano sicuramente ricorso aborto clandestino;


– l’Istituto superiore di sanità quantifica ancora in circa 20mila i casi di aborti clandestini al 2001 (contro i 100mila stimati al 1982), specie nell’ambito dello sfruttamento della prostituzione.


Le “ragioni” dell’obiezione, quindi,  non sono certo di “coscienza”: i medici diventano obiettori per interessi materialmente economici, politici, di prestigio e di carriera.
È questo sistema di potere medico-politico-clericale  che crea problemi  nei reparti di ginecologia dove interrompere volontariamente la gravidanza, riducendo in modo pesante la concreta attuazione della legge 194. Nello stesso tempo si riducono tempi e qualità dei servizi sanitari, allargando così la necessità del ricorso a strutture private accreditate e no.
Le difficoltà ad introdurre in Italia  la pillola abortiva RU486 utilizzata da anni in quasi tutti i paesi europei, o il
boicottaggio per la pillola contraccettiva d’emergenza (Norlevo) che viene fornita gratis alle minori  nei paesi civili, sono una ulteriore  prova dell’esercizio di  potere e controllo sull’autonomia femminile. L’obiettivo è sempre quello di complicare e criminalizzare le donne nella decisione autonoma su che cosa fare, su chi amare liberamente, sul partorire se, come, quando ci va.   
A questo punto pretendiamo almeno la disponibilità immediata della pillola del giorno dopo senza necessità di
prescrizione medica e della RU486 in alternativa all’aborto chirurgico.
A questo punto non facciamoci visitare o curare da un medico obiettore.
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