siete TUTT* INVITAT* a passare alla cena delle Ribellule domenica 14 a via Magnaghi 14 (Garbatella)
Reclamate cibo, finanziate uno sportello antiviolenza…
Mangeremo tutte insieme per festeggiare i nostri primi 5 anni insieme!
Buon non compleanno a tutte!
Archivi autore: leribellule
Poker di donne
Con la legge Tarzia le donne si giocano tutto, unisci le donne!
La prima carta: Regina di quadri (Welfare, Economia).
se questa è una donna. il corpo femminile nei messaggi pubblicitari
23/9 – Colazione resistente
Care compagne,
come tutte sappiamo da quasi un anno siamo alle prese con innumerevoli tentativi di sgombero della nostra sede di via dei Volsci 22. Il prossimo è previsto per il 23 settembre, giorno in cui ufficiale giudiziario, avvocati (e purtroppo questa volta probabilmente non solo loro) torneranno per provare ad accedere e in cui tutte noi, già dalla mattina presto, saremo di nuovo lì a presidiare il nostro spazio.
Negli ultimi mesi la situazione è andata modificandosi drasticamente: una sede, quella riferibile al numero 30, è stata venduta mentre in un’altra (il 26) è stato consentito l’accesso con conseguente misurazione dello spazio finalizzata alla sua messa in vendita. Sappiamo benissimo come tutta questa operazione rimandi ad una mera questione patrimoniale finalizzata a poter ricollocare sul mercato parte di quell’area oggi occupata da sedi politiche storiche.
Lo gridiamo da un anno: il 22 è la stanza di tutte noi e non perché (o non solo) rappresenta un luogo del passato di cui conservare memoria ed ricordi ma perché è per noi oggi soprattutto uno spazio essenziale,vitale per la nostra autonomia di pensiero e di autodeterminazione, uno dei pochissimi spazi politici separati per donne femministe e lesbiche a Roma. Ed è lo spazio collettivo che tutte noi vogliamo continuare a difendere. Per questo chiamiamo tutte le donne, femministe e lesbiche il 23 Settembre dalle ore 8.00 per una COLAZIONE RESISTENTE AL 22.
Se siete ancora indecise sul da farsi provate a cercare il 22 che è in voi facendo il test del post precedente!
Le compagne fenmministe e lesbiche del 22
APPELLO:SALVIAMO I CONSULTORI DELLA REGIONE LAZIO DALLA PROPOSTA DI RIFORMA
SALVIAMO I CONSULTORI DELLA REGIONE LAZIO DALLA PROPOSTA DI RIFORMA
Le donne e gli uomini della Regione Lazio
dicono NO
alla proposta di legge Tarzia (e altri) perché:
– cancella un patrimonio pubblico di grande valore, frutto di lotte e di conquiste sociali e civili delle donne, che hanno garantito la salute per tutti;
– sovverte l’attuale modello dei servizi consultori ali che garantiscono una maternità libera e consapevole
;
- sposta ingenti somme a favore di associazioni private che, in quanto tali, hanno obiettivi diversi da quelli di una struttura pubblica che si rivolge a tutte e tutti, rispettandone la sensibilità.
Dicono SI
alla piena applicazione della legge in vigore (15/76) attraverso:
– la salvaguardia dell’intero campo di applicazione dei compiti assegnati ai Consultori (servizi alle donne, alla maternità, alle famiglie, alle e agli adolescenti, assistenza psicologica individuale e di coppia, ecc);
– lo stanziamento di risorse adeguate (economiche, di personale, di strutture idonee) affinché i Consultori siano messi nella condizione di ben operare e venga finalmente riconosciuta e apprezzata l’alta professionalità delle operatrici e degli operatori;
– il rispetto di intese già approvate come il “percorso nascita” del Piano Sanitario Regionale e la certezza dell’applicazione della Legge 194;
– l’apertura di un Consultorio ogni 20.000 abitanti così come già previsto;
– la conferma del carattere di struttura pubblica dei Consultori e del Personale che vi opera nonché del carattere di laicità e quindi di rispetto delle diverse sensibilità e culture di chi si rivolge ai servizi consultoriali.
CHIEDONO
il ritiro della proposta di legge Tarzia e un impegno della Giunta regionale e del Consiglio ad adoperarsi nell’azione di rafforzamento degli attuali Consultori.
sportello antiviolenza
Siamo il collettivo femminista “le Ribellule”, un gruppo di donne nato 5 anni fa all’Università di Roma3 e trasferitosi da 2 anni in via Passino 20 a Garbatella. Le nostre attività hanno sempre avuto come fine l’autodeterminazione delle donne; il costruire insieme le condizioni per cui ognuna possa sentirsi libera di realizzare i propri desideri.
La società attraverso i mass media, ci classifica utilizzando stereotip i(ad esempio lo stigma di santa o di puttana) che ci condizionano nel pensare e nell’agire.
Le costrizioni di questa società ingiusta sono subite da tutti e tutte, ma nel caso delle donne hanno una loro specificità. Siamo esposte a violenza perché siamo percepite come oggetti sessuali, come sesso debole (dolci e silenziose), come coloro che si sacrificano per la famiglia e/o sul posto di lavoro, come corpi da violare.
La violenza di genere è un fenomeno purtroppo diffusissimo (secondo gli ultimi dati Istat quattro donne su cinque l’hanno subita nella propria vita)soprattutto all’interno delle mura domestiche; nasce dal desiderio di sopraffazione dell’uomo sulla donna e oltre che fisica e psicologica, la violenza può essere costituita o rafforzata anche dal ricatto economico.
Collettivamente abbiamo seguito un corso di formazione per operatrici di centri antiviolenza.
Il nostro obiettivo è di aprire uno sportello antiviolenza nell’XI municipio, in cui questo servizio è assente, per:
* accogliere le donne che subiscono o hanno subito violenza
* aiutarle a riconoscerla e iniziare un percorso personale volto a comprendere che non hanno colpe,
che non è un problema personale di cui vergognarsi, ma un problema sociale e politico
* promuovere iniziative utili a sensibilizzare l’opinione pubblica
* consolidare un punto di riferimento per la solidarietà e l’iniziativa tra donne
* svolgere attività di ricerca, documentazione e diffusione delle informazioni
* offrire un servizio di supporto legale
Vogliamo creare uno spazio che metta al centro l’autodeterminazione, l’autonomia e la consapevolezza così come la sorellanza e la solidarietà, per permettere alle donne di riappropiarsi della propria vita e di partecipare alla lotta contro il patriarcato: il responsabile di tutte le violenze che subiamo in quanto “donne”.
Vogliamo cambiare radicalmente il contesto in cui viviamo e lo strumento che vogliamo utilizzare è quello dell’autorganizzazione. Per questo rivendichiamo l’autonomia del nostro progetto, e l’indipendenzada partiti e da
istituzioni, che nel migliore dei casi agiscono solo sulle conseguenze senza intaccare i rapporti di potere. Stiamo costituendo un’associazione senza fini di lucro e stiamo cercando di rendere accogliente il luogo in cui apriremo lo sportello.
Chiediamo un contributo a chiunque voglia sostenere il nostro progetto e la lotta contro la violenza
sulle donne, che sia un apporto di idee, politico, pratico o economico.
Judith Butler rifiuta il “premio al coraggio civile” dal pride di Berlino
Judith Butler rifiuta il "premio al coraggio civile" dal pride di Berlino: "Devo prendere le distanze dalla complicità con il razzismo" http://www.youtube.com/watch?v=T0BzKCRgnj8 Come attivist* Trans e queer neri e alleati accogliamo con molto piacere la decisione di Judith Butler di rifiutare Zivilcourage Prize conferitole dal Pride di Berlino. Apprezziamo il fatto che una delle teoriche più affermate abbia utilizzato la sua notorietà per sostenere la critica ‘queer of colour’ contro il razzismo, la guerra, le frontiere, la violenza della polizia e l’apartheid. Soprattutto, consideriamo un atto dirompente la sua denuncia e la sua critica aperta alla connivenza degli organizzatori/trici con le organizzazioni omonazionaliste. Il suo coraggioso discorso testimonia la sua apertura a nuove idee e la prontezza nel confrontarsi con il nostro lungo percorso politico e il nostro lavoro accademico che non soltanto portiamo avanti nell’isolamento e nella precarietà ma troppo spesso finisce per essere strumentalizzato e appropriato indebitamente da altri/e. Continua a leggere
Pride 2010
Quest’anno la partecipazione al Pride si è rivelata più difficile degli scorsi anni. A Roma, infatti, è stato egemonizzato da strutture "di destra", impedendone di fatto la realizzazione insieme a tutte le realtà più o meno indipendenti che si sono sempre fatte carico di un discorso sul genere, connotandolo inevitabilmente con contenuti non solo di antisessismo, ma anche di antifascismo e critica alla società, una critica senza la quale il Pride si connoterebbe come una sfilata. Proprio perché il qualunquismo e la trasversalità del Pride romano di quest’anno non ci hanno fatte ritrovare nella sua piattaforma, abbiamo deciso di aderire allo spezzone antifascista al Pride nazionale a Napoli (il 26 giugno), e di non partecipare a quello romano.
Roma Pride 2010: Noi non ci saremo!
LA RU486 SALVA LA VITA. LA NOSTRA – LA 194 NON SI TOCCA
Nel giorno in cui il cosiddetto “movimento per la vita” manifesta per ricacciare le donne nel dramma degli aborti clandestini, le femministe di Roma festeggiano i 32 anni della Legge 194 e la libertà di scelta per tutte le donne. La vita di cui tanti parlano a sproposito e con intenti reazionari è la nostra e vogliamo viverla liberamente. Libere di scegliere se e quando essere madri e libere di essere madri senza l'assillo della precarietà, dell'assenza di nidi e tempo pieno, ecc. Non permetteremo a nessuna Chiesa e nessun “governatore” di decidere al posto nostro. Difendiamo la legge 194 e chiediamo che la RU486 venga distribuita senza obbligo di ricovero. Per questo oggi, mentre il “movimento per la vita” sfilava verso il Vaticano, lo abbiamo salutato calando uno striscione da Castel Sant' Angelo su cui c'èra scritto: La ru 486 salva la vita... la nostra! Collettivi femministi e associazioni di donne di Roma