APPELLO PER UNA NUOVA MARCIA NO TAV IN VALLE DI SUSA DA BUSSOLENO A SUSA

SABATO 25 FEBBRAIO
RITROVO DALLE ORE 13 IN PIAZZA DELLA STAZIONE A BUSSOLENO

Il popolo NO TAV scenderà ancora una volta in strada per ribadire il proprio rifiuto al progetto inutile e devastante della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.

La manifestazione è stata organizzata in collaborazione con la Comunità Montana e l’assemblea dei sindaci della val Susa e val Sangone per ribadire l’unità del territorio nel respingere quest’opera.

Sarà un’ occasione per rilanciare la mobilitazione e sancire la legittimità della resistenza in corso da mesi contro il cantiere di Chiomonte, area militarizzata.

Esprimeremo anche in questa giornata la nostra vicinanza e solidarietà nei confronti delle persone arrestate e inquisite per aver lottato al nostro fianco e invitiamo tutte le loro famiglie a partecipare con noi a quella che sarà una grande giornata di testimonianza e gratitudine.

Saranno bene accetti anche questa volta tutti coloro che giungeranno in valle per supportare le istanze del movimento NO TAV che sempre più sta diventando simbolo di riscossa per chi lotta contro i poteri forti e riferimento per le idee di un altro mondo possibile.

Vi aspettiamo numerose e determinate.

IL MOVIMENTO NOTAV

PIUTTOSTO CHE VESTIRE SFRUTTAMENTO LE CALZE CE LE DISEGNEREMO SUL CORPO!

Con un fax, la vigilia di Capodanno, il gruppo OMSA – GoldenLady ha fatto sapere alle 239 lavoratrici dello stabilimento Omsa di Faenza che il 12 marzo 2012, alla fine della cassa integrazione, saranno licenziate.
La vertenza è iniziata nel 2010 quando arrivò, all’improvviso e senza nessuna comunicazione ai sindacati, l’avviso di chiusura e l’inizio della cassa integrazione. I macchinari furono immediatamente portati via e rimase solo una produzione minima.

Va subito chiarito che la produzione dei prodotti OMSA non sta subendo una flessione né alcun danno causato dalla crisi in corso, e che la delocalizzazione della produzione da parte dell’azienda è esclusivamente mirata ad avere un vantaggio economico ed un maggior profitto. Da un lato si lucra sulle spalle delle donne serbe costrette a lavorare con salari iniqui, dall’altro si licenziano le lavoratrici di Faenza senza alcun legame reale con la produzione delle calze che realizzano da oltre vent’anni.
Il caso Omsa è emblematico proprio perchè evidenzia che anche laddove la crisi non c’è, a prevalere sono sempre gli interessi del profitto, che la crisi la creano.

Dal 2010 ad oggi le lavoratrici hanno ascoltato molte promesse, partecipato a tavoli istituzionali, sperato in un progetto di riconversione del sito ecc.. ma nonostante le trattative in corso fra l’azienda la Regione ed il Ministero dello sviluppo economico, il giorno 27 dicembre 2011 l’azienda ha nuovamente comunicato alle lavoratrici che al termine della cassa integrazione sarebbero state tutte definitivamente licenziate precludendo loro anche la possibilità di avere accesso agli ammortizzatori sociali.
La notizia è stata immediatamente accompagnata da iniziative di solidarietà, tra cui la campagna di boicottaggio in corso che stiamo sostenendo quest’oggi.
Lo strumento del boicottaggio sta funzionando tanto da aver costretto la OMSA a togliere il marchio dai propri prodotti proprio perchè la campagna in corso sta portando all’azienda un danno effettivo.
Nella giornata di oggi 28 gennaio in tutta Italia si stanno svolgendo iniziative di informazione e solidarietà attiva con le lavoratrici di Faenza, unisciti alla lotta!

Perchè le donne non comprino prodotti dannose per altre donne, per invitare alla solidarietà ed alla partecipazione, perchè questa lotta sia di esempio per tutt*, perchè nonostante la crisi che ci vogliono far pagare non accetteremo supinamente le decisioni che vorrebbero imporci.
Sosteniamo questa lotta con la nostra solidarietà perchè sia tutelato sempre ed ovunque il lavoro di tutt*!!!

OMSA…TI COMPRO SE NON LICENZI!

Giovedì 19 Gen 2012@ Sala da tè del Porto Fluviale

Giovedì 19 Gennaio 2012 dalle ore 18:00
La Onlus “Una Stanza Tutta per Sè” è lieta di presentarvi:

—-Lo Sportello Antiviolenza a Garbatella—–

dopo aver parlato tra di noi…
… Apericena a cura del Fronte del Porto Fluviale

a seguire
…Giulia Anania Live Acustica
e si cantano stornelli romaneschi…

Giovedì 19 Gennaio 2012 dalle ore 18:00
@Sala da tè in Via del Porto Fluviale,12
Zona Ostiense – Metro B_Piramide

L’INVITO E’ RIVOLTO SOLO A DONNE 0+ ONLY FOR WOMEN

leribellule.noblogs.org
inventati.org/unastanzatuttaperse

We have nothing to lose but our chains – 14 gennaio Libano

Manifestazione il 14 gennaio alle 12, presso il Ministero dell’Interno per migliorare la legge contro la violenza sessuale organizzata dalle libanesi, qui il blog.

___________________________________________________________

Any state that does not criminalize all forms of rape cannot be counted on

We, the women who reside in Lebanon, excuse ourselves from playing the decorative role that has been imposed on us.

We take to the streets today to say that we are aware and knowledgeable about the methodical war that state and society have waged on our bodies and our safety through their political parties and leaders.

From now on, we will not accept empty promises that are heaped upon us every time we call for our rights.

We will not give in to patience. We will not bite our wounds and postpone the battles of today to tomorrow.

Our voices will be louder than the bickering between your parties and your sporadic yet connected wars.

We call on Parliament to:

Pass the draft law for Protection from Domestic Violence as it has been written and with no delay.

2. Intensify punitive measures against rapists and those who attempt rape, amending the respective law.

3.Treat verbal harassment as physical harassment, especially in the work place, making it a crime subject to judicial penalties.

4. Deal with complaints related to sexual violence with rigor and consistency. We call on the Interior Ministry and the Municipalities to also apply those measures. The three bodies should work to make our streets and neighborhoods safe, especially during the night-time, by ensuring proper street-lighting, and permitting us to carry tools of self-defense, like taser guns and pepper spray.

We extend this invitation to all women and girls who have been exposed to rape or attempted rape or harassment in all its forms, to all so-called ‘housewives‘ that have been subjected to beating and verbal abuse, to all those employees, teachers, activists, workers and union leaders who experience sexual abuse time and time again, and to all those who feel the injustice and lack of equality.

We call on you to join us on the streets on the 14th of January 2012.

We begin the march at 12:00 PM from the Interior Ministry near the Sanayeh Garden, and move toward Parliament at Nejmeh Square.

We women no longer possess anything but solidarity with one another. We must stand shoulder to shoulder and unite. What lies before us is the last of our battles: the defense of our rights, bodies and security.

We have nothing to lose but our chains. The time is now

Venerdì 16 Dicembre, ore 18 @ Piazza Damiano Sauli – Garbatella

“Non so praticamente nulla di lui.
So che aveva trentasei anni e che abitava a Garbatella.
Che il 9 novembre è stato arrestato vivo e che il 12 novembre è stato rilasciato morto.
Che su un muro del quartiere c’è scritto “Verità e giustizia per Cristian”.

Il 9 novembre, alle ore 9, Cristian De Cupis, 36 anni, abitante e cittadino della Garbatella, viene fermato dalla polizia ferroviaria, accusato di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

Dopo nove ore trascorse presso la stazione degli agenti ferroviari Cristian è condotto al pronto soccorso del Santo Spirito di Roma.
Il 10 novembre, il giorno dopo, è trasferito al reparto di medicina protetta di Belcolle a Viterbo
La mattina di sabato 12 novembre Cristian viene trovato morto nella sua stanza d’ospedale.
La famiglia viene avvertita solo a morte avvenuta.e non è stata messa nelle condizioni di inviare un perito di parte all’autopsia.
La media italiana dei morti in carcere fa spavento: un decesso ogni due giorni; un suicidio ogni cinque. Dall’inizio dell’anno a oggi, i morti sono stati 168 (59 suicidi). Di cui 8 nel Lazio. E 4 a Viterbo, maglia nera della regione.

Nel nostro Paese lo Stato può sottrarre una persona, attraverso i fermi, sospendendo ogni diritto umano e costituzionale di comunicazione con i legali e le famiglie, e restituirla morta.

Nelle carceri italiane negli ultimi dieci anni sono morte più di 1.900 detenuti: 150 morti l’anno un morto ogni due giorni di cui più di un 1/3 per suicidio.

Molte morti in carcere sono stati archiviate come suicidi e morti naturali. Ma i familiari e cittadini si sono ribellati e in tutto il paese continuano a chiedere verità e giustizia per …Stefano Frapporti, Manuel Eliantonio, Stefano Cucchi, Federico Aldovrandi, Rasman, Mastrogiovanni, Marcello Lonzi, Daniele Franceschi, Aldo Branzino……….

A un mese dalla morte di Christian, la famiglia De Cupis e il Comitato Verità e Giustizia per Cristian De Cupis, molte associazioni del quartiere e cittadini continuano a chiedere a giustizia e verità per Cristian.

Partecipa insieme a loro alla fiaccolata venerdì 16 Dicembre, ore 18 da Piazza Damiano Sauli a Piazza Biffi nel quartiere della Garbatella.

Non si può morire così….

L’austerity e’ violenza sul corpo delle donne

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Nel nostro paese e in tutto il mondo la violenza contro le donne è all’ordine del giorno: stupri, violenze domestiche, assassinii. Questa condizione è acuita dentro il contesto di crisi.
Abbiamo deciso di aderire all’appello Occupypatriarchy, una chiamata che nasce all’interno dello spazio pubblico aperto negli ultimi mesi dal movimento Occupy Wall Street. WE ARE THE 99%, slogan delle mobilitazioni statunitensi, non sta a indicare uno spazio liscio ed omogeneo, ma al contrario trae la sua forza dalle differenti striature di colore, genere e condizione che lo fanno vivere.
Le donne con il loro lavoro suppliscono alla crisi economica e a quella politica. Un recente rapporto Istat mostra come il “nuovo sistema di Welfare” abbia a che vedere direttamente con il lavoro femminile non retribuito: come siano, cioè, le nonne a sostituire gli asili nido, le figlie a sostenere il peso dei genitori anziani, le madri ad occuparsi dei figli, e come, in altre parole, il taglio ai fondi per i servizi sociali significhi il trasferimento di compiti e fatica sulle donne.
La violenza sulle donne è frutto di un sistema fondato sulla sopraffazione maschile. In tempi di austerity la parità tra i sessi sembra diventare un di “bene di lusso”. Quando i governi propongono politiche di conciliazione vita-lavoro legittimano, di fatto, il principio per cui una donna deve svolgere più lavori contemporaneamente: precari e senza garanzie nel mercato del lavoro “ufficiale”, senza retribuzione e diritti nella sfera privata. Questa è violenza travestita da austerity!
La crisi attacca ogni possibilità di autodeterminazione, mettendo in discussione la libertà di scelta. Ed è proprio su questa che è stato sferrato l’attacco: l’intento della Proposta di Legge Tarzia è quello di cancellare l’esperienza dei consultori, intesi come strutture sanitarie laiche, adibite alla tutela della salute della donna. Mettendo direttamente in discussione la legge 194 sull’aborto, i consultori vengono proposti come centri per la tutela del concepito e della famiglia, togliendo di fatto qualsiasi centralità all’autonomia delle donne e consentendo l’accesso a figure non qualificate del mondo cattolico. Il “caso Lazio” è in questo senso emblematico e si configura come laboratorio per legittimare lo smantellamento del Welfare su scala complessiva. Quello dei consultori è, tra gli altri, un terreno di conflitto sul quale bisogna insistere, soprattutto con il governo Monti, in odor di sacrestia, per difendere il diritto alla salute e all’autodeterminazione della donna.

Occupyamo spazi per reinventare la democrazia! I nostri corpi non sono titoli di Stato!
LA VITA SIAMO NOI!

Appuntamento Venerdì 25 novembre ore 14.00 scalinata di Piazza di Spagna

Immagine da zero illustrazioni.

Assemblea cittadina 8 ottobre @Roma

 

ASSEMBLEA CITTADINA 8 OTTOBRE  ORE 17.30 al VOLTURNO OCCUPATO, Via Volturno 37-Termini

IL VOSTRO DEBITO NON LO PAGHIAMO,

ANZI VOGLIAMO INDIETRO LA VITA!

Perché aprire un discorso sulla neutralità in questo momento di crisi generalizzata?

La crisi non è neutra perché è guerra.

Il Warfare è lo stesso serbatoio di risorse e di guadagni sporchi  utilizzato quando le crisi colpiscono gli stati. E allora guerre, respingimenti, espulsioni, cie, massacri lampedusani fermano i corpi, ma non l’economia!

La crisi non è neutra perché è cieca.

L’effetto di tagli sul sistema familista del welfare italiano, con i piani d’austerity che portano con sé disoccupazione, lavoro nero e precarizzazione non sono uguali per tutt*: avremo un nuovo e pesante carico sulle donne.

La crisi non è neutra perché è bugiarda.

Dà la possibilità ai privati di legittimare l’ennesimo licenziamento di massa in imprese a prevalenza femminile, perché le donne così avranno più tempo per stare a casa a badare a bimbi e nonni. Il secondo stipendio diventa superfluo, accessorio. Un sacrificio ripagato dalle impagabili (!!) soddisfazioni del lavoro familiare.

La crisi non è neutra ci vogliono perché ci vogliono far continuare a lavorare anche da morte!

Con la manovra “lacrime e sangue” hanno fatto passare un provvedimento, l’aumento dell’età pensionabile per le donne, che l’Unione Europea aveva già imposto ad un pusillanime governo. Di fatto la “pari opportunita’ di ritirarsi alle stesse condizioni degli uomini sottrarra’ 3,5 miliardi in 7 anni alle donne .

La crisi non è neutra perché la precarietà era già nei corpi.

Gli ultimi dati Istat sul calo delle nascite confermano che la  crisi condizionano le nostre vite come non mai , schiacciando desideri e coraggio. E quindi i nostri corpi. Di fatto 30 anni fa chiedevamo una maternità per scelta, mentre oggi è diventata una conquista.

Il sentimento di ribellione non è, non è stato e non sarà neutro, ma segnato dai corpi che si ribellano nel mondo, facendosi portare via di peso dalle piazze, ribaltando governi e governanti, attaccando il potere delle banche e della finanza,  dichiarando l’incompatibilità tra vita e mercificazione, tra autodeterminazione e prevaricazione.

La vita siamo noi, abbiamo gridato ad Olimpia Tarzia, e LORO sono la morte di ogni nostro desiderio.

Questo stato di cose non è stato creato dalla crisi, ma è una condizione che lo stato padrone ha messo a regime da tempo.

Oggi però le contraddizioni sono tanto mature da farle diventare potenza.

Il tempo e l’autunno stringono: ora come non mai il tema dell’inconciliabilità con questo sistema diventa centrale,  una parola d’ordine va oltre l’ indignazione che ha caratterizzato il dibattito politico espresso fino ad ora.

Il 15 ottobre 2011, in occasione della giornata di mobilitazione euro-mediterranea contro l’austerity, vorremmo praticare uno spazio collettivo che parla di autodeterminazione dalle politiche neo liberiste globali.

Per questo invitiamo donne e non di questa città, collettivi, attivist@, sindacati conflittuali, e realtà autorganizzate a partecipare all’assemblea.

I’M A SLUT BUT NOT YOURS!

COLLETTIVO FEMMINISTA LE RIBELLULE