Diffondiamo il comunicato delle compagne del Laboratorio Sguardi Sui Generis (To).
Solidali con chi lotta giorno dopo giorno.
Sempre contro la violenza dello Stato sui nostri corpi e sui nostri territori.
Siamo tutte No Tav!
Libere Tutte / Liberi Tutti
Questa mattina all’alba è scoppiata l’ennesima operazione di intimidazione e repressione nei confronti di quanti, da tempo, s’impegnano nella battaglia notav. 17 persone colpite personalmente da provvedimenti giudiziari. Migliaia di uomini e donne sottoposte all’ennesimo affronto, all’ennesima aggressione e violenza.
Altrettanti e altrettante danneggiati/e – forse senza neppure rendersene davvero conto – dal consolidarsi di una pratica diffusa di amministrazione giudiziaria e poliziesca delle questioni politiche.
La cronaca di questa mattina, infatti, contiene tante storie – una dentro l’altra, come le scatole cinesi. Tutte importanti, tutte fondamentali, intrecciate l’una con l’altra. In primis le storie di coloro che sono stati/e direttamente colpiti/e dai provvedimenti: biografie sulle quali oggi si appiccicano con la forza menzogne tratteggiando profili improbabili di pseudo-criminali. Biografie che si cerca di complicare, indebolire, tacitare proprio perché – troppo spesso – traboccano di energia, intelligenza e dolcezza. Biografie che raccontano una lotta popolare, capace di trapassare da una generazione all’altra, di contaminare luoghi e situazioni; capace – per certi versi – di cambiare la vita restituendole la bellezza della sua dimensione sociale. Questa, infatti, è la realtà di un blocco autostradale, di un presidio, persino di un’occupazione: sono fatti sociali – pensati, agiti e discussi da uomini e donne in carne ed ossa. E se fatti simili tecnicamente possono costituire dei reati è solo perché le istituzioni, i palazzi, la cultura politica e giuridica si scollano sempre più dai bisogni di persone in carne ed ossa. Per questo la storia di questa mattina non narra soltanto le vicende individuali di alcuni e per questo ogni accusa, persecuzione e diffamazione va rigettata in un coro di migliaia di voci.
C’è tutto il movimento no tav dentro le accuse di questa mattina. Ci sono altre lotte e altre realtà, magari anche molto lontane. Ci sono anche – forse paradossalmente – coloro che stanno ai lati dei processi sociali e che osservano più o meno criticamente. Ci siamo tutti e tutte nella storia di questa mattina perché ci racconta le modalità con cui chi sta al potere intende accogliere la nostra voglia di agire socialmente, di migliorare le nostre vite e di non accettare tutto. Parlano di noi le denunce di oggi, parlano del clima intimidatorio che respiriamo. Ma parlano di noi anche le biografie degli/delle arrestati/e: esistenze determinate e appassionate che non sono disposte a fare alcun passo indietro. Non per ostinazione, ma perché la vita – se non la si mortifica – è affare collettivo che si costruisce a partire da piccole cose, reali e concrete. Dove vivo? in quale ambiente? con quali tempi? con quali risorse? etc… Il Tav non è un treno, è la risposta a queste e altre domande, per questo ci sta a cuore.
Laboratorio Sguardi sui generis