17/01/2008 – Roma: in laica frocessione!

Il 17 gennaio Joseph Ratzinger è stato invitato come
ospite d’onore all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università
“la Sapienza” di Roma. Facciamo Breccia ritiene che tale scelta delle
autorità accademiche legittimi ulteriormente l’invasione clericale in
tutti gli ambiti della vita pubblica italiana, in particolare in quello
dell’istruzione e formazione così come nella sanità, già fortemente
presi di mira dal monarca vaticano.

Partecipiamo
con una Layca Frocessione, per denunciare questa operazione ideologica
che ha già un grave precedente nella “lectio magistralis” sui rapporti
tra fede e ragione tenuta da Ratzinger all’università di Ratisbona.

 

 

LIBRETTO DONNA FILOMENA+CENTRI ANTIVIOLENZA ROMA

LINK DEL LIBRETTO DEL GRUPPO DI AUTODIFESA DONNAFILOMENA

http://www.tmcrew.org /laurentinokkupato/infoshop/donnafilomena.pdf 
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CENTRO DONNA
L.I.S.A.
 

Via Rosina Anselmi 41/42 –

 Tel. 06/87141661 –
5811473 – Fax 06/87230457 

 donneingenere@tiscalinet.it ;

 www.centrodonnalisa.it 

 

CENTRO ANTIVIOLENZA 

Associazione Differenza Donna 

Viale di Villa Pamphili, 86/B

 Tel. 06/5810926 –
5811473 – Fax 06/5811473

 

 DIFFERENZA DONNA

 VIA TRE CANNELLE,
15

06 6780537

d.donna@fashnet.it

 

 CENTRO ANTIVIOLENZA COMUNALE ROMA DIFFERENZA
DONNA

 VIA DI
TORRESPACCATA, 157

 06 23269049 06 23269079 06 23269053

c.comun@differenzadonna.it

 

CENTRO ANTIVIOLENZA PROVINCIALE ROMA DIFFERENZA DONNA

c.prov@differenzadonna.it

 

TELEFONO ROSA 

Via Tor di Nona, 43 – 00100 ROMA Tel. 06/6832690 –
6832820 

Viale Mazzini, 73 – 00195 ROMA Tel. 06/37518261
06/37518262 fax 06/37518289

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 VIA  MONTE  DELLE  CAPRE,23
06 6535499   06 65793182 06 65793567

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DONNE VITTIME DI TRATTA

 VIA MONTE DELLE CAPRE, 23

 

066570473

CENTRO ANTIVIOLENZA COMUNE DI ROMA

 cecomant@tiscali.it

 

 

lista consutori di Roma

MUNICIPI
RECAPITI
Via S. Martino della Battaglia, 16 – 06/77305515  
Ex Via Arco del Monte c/o Ospedale Scarpetta (Lungotevere di fronte all’Isola Tiberina) – Ginecologia: 06/77306027

Via Garigliano, 55 – 06/8559976  
Via Salaria, 190 – 06/8559976
Via Boemondo, 21 – 06/44244991 – 06/84483405 
Largo degli Osci, 22 – 06/4453694
Via Dina Galli, 3 – 06/87284645 – 646 – 642 – 639 
Largo Rovani, 5 – 06/87284846 – 808 – 847 – 848 
Via Farulli, 6 – 06/8816840 – 06/8812030
Via S. Benedetto del Tronto, 9 – 06/4102780 
Via di Pietralata, 497 – 06/41730066 
Via Ruberia, 2 – 06/4190147
Via dei Condottieri, 34 – 06/2757140 
Via Herbert Spencer, 282 – 06/2155143 
Via Casilina, 711 – 06/2428025
P.zza dei Mirti, 45 – 06/41435870 
Via Resede, 1 – 06/2410300 
Via Manfredonia, 43 – 06/2598972 
Via di Tor Cervara, 307 – 06/2283683
Via delle Canapiglie, 88 – 06/266282 
Via di Torrenova, 20 – 06/2013901
Via C. Denina, 7 – 06/7821459 
Via Iberia, 75 – 06/7002799 
Via Monza, 2 – 06/51006518
10°
Via Gasperina, 308 – 06/7235665 
Via dei Levii, 10 – 06/7615549 
Viale B. Rizzieri, 226 – 06/41434012 
Via della Stazione di Ciampino  31 – 06/4143102
11°
Via Montuori, 5 – 06/5120017
12°
Via N. Stame, 162 – 06/50795660 
Adolescenti: Via N. Stame, 135 – 06/5074083 
Via Ignazio Silone  –06/509999202
13°
Lungomare Paolo Toscanelli, 232 – 06/56483024 
Via del Poggio di Acilia, 62  – 06/52360379
(Fiumicino)
Maccarese: Via Castel S. Giorgio, 225 – 06/6679195
15°
Via della Magliana, 256 – 06/5500493 
Via Brugnato 2 – 06/65743902 
L.go Quadrelli 5 – 06/6551681
16°
Via B. Avanzini, 39 – 06/66156315 
Via della Consolata, 52 – 06/66157291 
Via Colautti, 28/30 – 06/588854131 
Via Belfanti 76/a – 06/66180757
17°
Via Angelo Emo, 13 – 06/68354406 
Adolescenti: Via Angelo Emo, 11 – 06/68354406
18°
Via Cornelia, 114 – 06/6240352 
Via Silveri, 8 – 06/633714
19°
Via Gasparri, 21 – 06/68354203 
Piazza S. Maria della Pietà, 5 – 06/68352856 
Via Nerviano, 43 – 06/3096390
20°
Via S. Godenzo, 204 – 06/68354310 
Cesano: Via G. Miotto – 06/3038739

MANIFESTAZIONE No Vat 2008 – 9 febbraio – Roma

 
   Nel corso del 2007 i movimenti di liberazione delle donne, delle lesbiche, di
gay e trans hanno costruito grandi mobilitazioni di piazza – Pride e
manifestazione Contro la violenza maschile sulle donne – in cui sono emerse con
forza la volontà di autodeterminarsi, la denuncia delle mistificazioni
familiste e dell’invadenza vaticana nella sfera pubblica.
Alla violenza di genere come strumento di controllo sociale su donne,
lesbiche, gay e trans dentro e fuori la sfera domestica, corrisponde
l’abbattimento dello stato sociale e l’uso della famiglia come ammortizzatore.
L’alleanza fra politica istituzionale e Vaticano, consente, infatti, la
progressiva sostituzione del welfare con ideologici modelli familisti e con
politiche securitarie che negano i diritti di cittadinanza e legittimano
campagne persecutorie e razziste.
Le gerarchie vaticane e le istituzioni neoliberiste trovano un fertile
territorio di alleanza nel processo di revisionismo storico e nello sdoganamenti
di fascismi vecchi e nuovi. Una costruzione normativa spacciata per naturale,
che riattiva sui soggetti non conformi vecchie forme di violenza ed oppressione.
Autodeterminazione, laicità, antifascismo sono le nostre pratiche di
r/esistenza e di liberazione.

DENUNCIAMO

– il pericoloso rafforzamento dell’alleanza fra chiesa cattolica e politica
istituzionale, mirata a rafforzare le politiche familiste, securitarie e
proibizioniste, ad abbattere lo stato sociale, a negare l’autodeterminazione dei
soggetti e a mercificare i diritti di cittadinanza;

– il processo di revisionismo storico che mira al disconoscimento della
resistenza e dell’antifascismo, avallato anche dal Vaticano, attraverso la
trasformazione degli aguzzini fascisti e franchisti in martiri, e la rilettura
ideologica della storia recente e passata evidente nell’ultima enciclica;


gli attacchi all’autodeterminazione e ai percorsi di liberazione attraverso un
progetto politico di istigazione all’odio che alimenta fobie, discriminazioni e
squadrismi;

– la criminalizzazione dei discorsi e dei movimenti che si oppongono allo
strapotere vaticano e il crescente restringimento degli spazi di laicità
;

– la politica di governo e opposizione nel difendere a oltranza i privilegi
economici del Vaticano;

– il progressivo ampliamento a livello planetario del progetto di egemonia
vaticana mediante l’alleanza col sistema neoliberista e con il dominio
patriarcale.

MANIFESTIAMO

– contro ogni integralismo e ogni fondamentalismo;

– contro gli scambi politici sui corpi e sui diritti;

– per l’eliminazione delle leggi ideologiche dettate dal Vaticano;

– per la libertà di scelta responsabile in ogni aspetto e fase della vita;
– per i diritti e la piena cittadinanza di lesbiche, trans e gay;

– per l’autodeterminazione delle donne;

– per la cancellazione della legge 40 sulla procreazione medicalmente
assistita;

– per l’istruzione pubblica e laica, per l’abolizione dell’ora di religione
e la cancellazione del sostegno pubblico alla scuola confessionale;

– per il mantenimento e la laicità del sistema sanitario pubblico;
– per la difesa di uno stato sociale che risponda alle necessità reali dei
soggetti;

– per l’abolizione del Concordato e dei privilegi derivati (esenzione ICI,
otto per mille).

www.facciamobreccia.org
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Miserrimam servitutem pacem appellant.

 


 
  Sul corpo delle donne in questi giorni si sta giocando una partita mediatica e politica. La battaglia dellalegittimazione del pacchetto di sicurezza, che mira a reprimere i fenomeni criminosi, piuttosto che a prevenirli. La battaglia dei fascisti che cavalcano un’ondata di malcontento generale, irrazionale, com’è nella loro migliore tradizione.

 

            Il corpo delle donne che per una sorta ius prime noctis ancora appartiene al territorio di residenza e lì può essere malmenato o violentato, ma se è lo straniero, il barbaro, a “profanarlo”, si grida all’allarme sociale. Impossibile giustificare quello straniero (quell’uomo, soprattutto), ma come si fa a giustificare i padri, i mariti, i fratelli, persino i figli, che il corpo delle donne tutti i giorni feriscono? O quelle violenze psicologiche cui quasi tutte siamo state sottoposte, violenze sottili, quotidiane, tutte nazionali, o meglio, tutte internazionali, perché non hanno confini, né passaporti.

            Forza Nuova urla “Guai a chi tocca le nostre donne!”, i fascisti si preparano subito al pogrom, all’espulsione, chissà se hanno già pensato alla camera a gas. E le donne? Io non mi sento proprio di nessuno! Non ho voglia di essere protetta, né di vivere chiusa in casa. Non ho bisogno di sentirmi dire che se la sera esco rischio…rischierei anche a casa, davanti ai fornelli, di morire bruciata viva. Rischierei anche scegliendo un compagno sbagliato. E i dati dimostrano che le violenze e i crimini, dal ’93 a oggi, sono diminuiti. A eccezione di quelli fra le mura domestiche, compiuti da familiari.

            Mentre la destra grida allo scandalo, alle lacrime di coccodrillo, ai provvedimenti tardivi, la sinistra approva il pacchetto di sicurezza, rende più veloci le espulsioni, prende accordi con la Romania (mentre anche i rumeni rifiutano i loro connazionali espatriati), ribadisce l’istituzione dei CPT ( http://www.meltingpot.org/cpt.html) e mira a preservare l’ “ordinaria convivenza”, dando, eventualmente, poteri incommensurabili ai Sindaci, che, di fronte all’emergenza, possono attivare polizie speciali. Ma cosa siano l’ordinaria convivenza, e l’emergenza, non è dato saperlo.

            Veltroni, Cofferati, avevano annusato l’andazzo e precorrevano i tempi, espellendo fuori dai centri abitati ciò che non si voleva vedere. Anche a Bologna, il caso mediatico partì dagli stupri, fatti in pieno giorno, sotto gli occhi di tanti italiani “per bene”. E vengono previsti campi attrezzati in cui i bambini muoiono bruciati dalle fiamme, perché, nonostante tutto, le strutture non sono a norma, e non sono previste vie di fuga. E di fronte a tutto questo, non si cerca di prevenire, migliorare le situazioni, ma solo di reprimere. Schiacciare, espellere. Tutto con la scusa dei nostri corpi di donne. Come se non fossero donne molte delle persone espulse, come se non avessero figli, figlie, perché di fronte a chi desta “allarme sociale” non si può pensare altro, non si riesce a pensare altro, che a eliminare.

-il pacchetto sicurezza e sicurezza urbana:

http://www.radioradicale.it/files/active/0/1.pdf

http://www.radioradicale.it/files/active/0/2.pdf

Se volete fare i giustizieri non in nome delle donne 
di Angela Azzaro
Non si sa se supererà la notte. Se potrà raccontare che cosa è accaduto,
che cosa ha provato. Ma Giovanna Reggiani, in coma dopo essere stata
seviziata e forse stuprata, è stata violentata due volte. Prima da un uomo
- probabilmente da quello che è stato arrestato dalle forze dell'ordine
con i vestiti insanguinati - poi dai politici, di destra ma soprattutto di
centro-sinistra che approfittando nella maniera più bieca della sua
tragica storia hanno fatto carta straccia dello stato di diritto e del
benché minimo residuo di civiltà. Veltroni, Prodi, Napolitano, Amato, con
la scusa che quell'uomo è romeno, se la son presa con un intero popolo e
con tutti i migranti, hanno chiesto e ottenuto di trasformare la parte del
pacchetto sicurezza che riguarda le espulsioni in un decreto legge da
approvare subito, hanno invocato leggi speciali come se fossimo in guerra.
Hanno, cioè, usato il corpo di quella donna, di tutte le donne, per
affermare il loro potere. Un potere maschile e xenofobo. 
La scena che abbiamo visto ieri è la peggiore che potessimo immaginare, ma
ha svelato in pieno l'uso e abuso che viene fatto della violenza contro le
donne per legittimare la logica sicuritaria. Non è un caso infatti che la
stretta repressiva sia avvenuta davanti a una violenza da parte di un
migrante. E' il modo migliore per individuare un nemico esterno, mettere
la donna sotto tutela e far finta che il problema è il mostro, lo
straniero, colui che viene da lontano. Due piccioni con una fava. Anzi tre
piccioni. Perché la cosa più importante che dimenticano volutamente
Veltroni, Prodi e tutta la compagnia è che la prima causa di morte e di
invalidità permanente per le donne italiane sono gli italiani. Italiani
come loro, uomini come loro. E' un massacro quotidiano che avviene dentro
la famiglia da parte di mariti, di padri, di fratelli e di fidanzati. Ma
nessuno di loro parla, dice qualcosa contro quella che è una vera
calamità. Bocche cucite. Facce indifferenti. Nelle stesse ore che tutte le
agenzie di stam
pa e i telegiornali sparavano in primo piano la notizia del
"romeno", un bravo italiano dava fuoco alla convivente
sudamericana. Perché Prodi o il suo successore Veltroni non hanno chiesto
di espellere gli italiani, di autoespellersi da questo paese perché
incivili? 
E' per questa ragione che non crediamo al loro sdegno. Il loro sdegno non
c'è. C'è l'approfittarsi di avvolti contro la preda che è il diverso, il
migrante: il capro espiatorio su cui costruire una società normalizzata,
standardizzata, sicura solo per loro, per i loro obiettivi, per la loro
poltrona. 
Non ci sono scuse, non c'è possibilità di capire. Il legame tra la storia
di Giovanna Reggiani e l'approvazione del decreto sulle espulsioni da
parte del governo non è l'indignazione o la solidarietà nei confronti
della donna. Non c'è neanche un po', neanche una traccia. E' importante su
questo fare chiarezza, anche tra di noi, tra noi donne che ci battiamo
contro la violenza.
Dobbiamo prendere le distanze dal teatrino di ieri, da questo clima di
guerra, anticostituzionale, pretendere che non venga giustificato in
nostro nome, per la nostra libertà.
La nostra libertà è da un'altra parte, nella direzione opposta. Dobbiamo
respingere chi ci usa per alimentare scontri di civiltà con paesi lontani,
ma anche vicini come la Romania che fa parte dell'Ue, e aprire il vero
conflitto sul rapporto con gli uomini, quelli che ci stanno accanto,
quelli che occupano il potere e non lo vogliono mollare costi quel che
costi. E' uno sforzo che va fatto su vari livelli. Non ultimo quello
mediatico. Lì si costruisce il mostro, si dà priorità alle notizie, si
celano i dati più allarmanti per usare un singolo caso come testa d'ariete
di un governo repressivo. Se l'uomo che uccide o stupra o violenta è un
parente, cala il silenzio. La notizia diventa piccola, sempre più piccola,
poi invisibile. I dati statistici ci riportano alla realtà, quando
denunciano che il 90% delle violenze avvengono in famiglia. Ma se l'uomo
violento è un migrante non c'è scampo, non c'è speranza. La campagna
mediatica parte. E' successo a Erba, è successo a Perugia, succede
costantemente, per poi sco
prire che l'assassino è il vicino di casa o il marito. Ma non possiamo più
stare a guardare. Non possiamo più permettere che una Giovanna Reggiani
venga usata in questo modo, che noi veniamo usate in queste modo. Questa
volta è davvero la goccia che ha fatto o dovrebbe far traboccare il vaso.
da liberazione 1/11/07

La deriva securitaria.

Gli individui si costruiscono e decostruiscono in un movimento perpetuo; organizzando relazioni interne a specchio delle relazioni esterne.Il biopotere impone ad ogni corpo espressioni codificate che,una volta interiorizzate, diventano funzionali al controllo; si possono categorizzare, contare, ricostruire, rilanciare e quindi vendere. Io faccio quindi sono. Questo è il capitalismo socializzato; produce cultura, divertimenti, medicalizzazioni, urbanistica, educazione sentimentale, bisogni indotti e i correlati consumi, nonché la disposizione al loro rinnovamento perpetuo.Il corpo dell’anoressica passa per l’immagine medica, e laddove si manda in onda il  bel messaggio sociale pubblicitario sono rappresentati solo corpi che si mangiano come manichini da vetrina. Se la società “reale” non matura il fatto che il desiderio non si esaurisce al “sesso” o al “genere”, la merce autoritaria ha già compiuto il passaggio. Continua a leggere