CORTEO DEL 7 MARZO 2008 da PIAZZA NAVONA –ore 18.30 TRA LA FESTA IL RITO IL SILENZIO…SCEGLIAMO LA LOTTA!!!

 
Le femministe e le lesbiche hanno memoria. 

 


Marinella, Maria Carla Cammarata, era una giovane donna che il 7 marzo 1988 venne stuprata da 3 uomini, vicino Piazza Navona. Il movimento delle donne fece propria la sua battaglia e la accompagnò lungo tutto il percorso legale che seguì lo stupro. Alla fine del secondo processo gli stupratori vennero lasciati a piede libero e poco tempo dopo Marinella si lasciò morire di polmonite.  

 
Oggi come ieri, siamo in piazza per denunciare ancora una volta la violenza maschile sulle donne e le lesbiche.

L’abbiamo già detto in 150.000 il 24 novembre scorso e in migliaia il 14 febbraio.
Abbiamo ripreso la parola senza delegare ad alcuna parte politica l’espressione del nostro pensiero e delle nostre pratiche.
 
Anche oggi non rinunciamo alla nostra autorappresentazione e autonomia, scegliendo di essere in piazza con un corteo autorganizzato da femministe e lesbiche.

Non parteciperemo alla manifestazione indetta dai tre sindacati, che legittimano politiche esclusivamente familiste volte a rinchiudere la donna nel ruolo di moglie e madre e  a imporre l’eterosessualità come unica scelta. Leggiamo inoltre nella loro convocazione un tentativo di scavalcare, delegittimandola, la decisione presa dalle donne, all’assemblea nazionale del 12 gennaio, di autorganizzare un 8 marzo in ogni città.
Non permettiamo che qualcuno parli al nostro posto!

Gridiamo contro la violenza maschile, tra cui quella istituzionale che dibatte e legifera sopra i nostri corpi.
Diciamo basta a chi strumentalizza l’aborto e la procreazione per produrre consensi e per fare campagna elettorale.

Rivendichiamo il nostro diritto di scegliere, amare, decidere liberamente, contro l’eterosessualità e la maternità come scelte obbligate.
Non indietreggiamo di fronte agli attacchi contro la nostra libertà e autodeterminazione.

Tutte insieme, nessun passo indietro!

Invitiamo tutte le donne, le femministe e le lesbiche a sommuoversi insieme al
CORTEO DEL 7 MARZO 2008 da PIAZZA NAVONA –ore 18.30 

 
ASSEMBLEA ROMANA DI LESBICHE E FEMMINISTE

Presidio davanti alla Corte di Cassazione. LA VOSTRA DENUNCIA E’ LA NOSTRA DENUNCIA!

Mercoledì 5 Marzo 2008 dalle ore 10.00 alle 14.00
 
 PRESIDIO DAVANTI ALLA CORTE DI CASSAZIONE PIAZZA CAVOUR
PER OGNI DONNA OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA
ELVIRA, SILVIA: LA VOSTRA DENUNCIA E’ LA NOSTRA DENUNCIA

Esprimiamo tutta la nostra SOLIDARIETÀ alle donne che con coraggio e autodeterminazione hanno denunciato la violenza agita sui loro corpi da un uomo, Demetrio Altobelli, che le ha stuprate dopo averle narcotizzate.
 
CHI È LO STUPRATORE? Un immigrato, deviato, malato, povero, non istruito? No, Demetrio Altobelli è un medico anestesista di 39 anni che, all’epoca dei fatti nel 2003, era in servizio all’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. Ancora oggi continua ad esercitare la professione presso cliniche private.

 
E’ UN UOMO come tanti, troppi. Perché la violenza maschile affonda le sue radici nella cultura che considera il corpo femminile un terreno di conquista e di sopraffazione, di cui impossessarsi con ogni mezzo.
 

NON CI STIAMO
Denunciamo l’omertà e la complicità delle istituzioni sociali e politiche, dei massmedia e di tutti coloro che con arroganza e falsa indignazione, legittimano pacchetti sicurezza  negando la responsabilità maschile della violenza contro le donne.
 
ELVIRA, SILVIA: LA VOSTRA DENUNCIA E’ LA NOSTRA DENUNCIA
PER OGNI DONNA OFFESA SIAMO TUTTE PARTE LESA

 

R-ESISTENZE FEMMINILI

INIZIATIVA DEL COLLETTIVO FEMMINISTA LE RIBELLULE e DEL COLLETTIVO SCIENZE
POLITICHE
MERCOLEDI’ 14 NOVEMBRE ALLE 10:00 aula B
SCIENZE POLITICHE ROMA3
(VIA CHIABRERA, 199_metro B –S.paolo)

In un contesto in cui la gestione del corpo della donna a fini elettorali e
demagogici è ormai una pratica consolidata,in cui i principi morali della
società vengono dettati dal vaticano senza che nessuno si opponga
pubblicamente,in cui i diritti sembrano diventati ingiusti
privilegi(vedi,ad esempio,maternità e lavoro),abbiamo sentito l’esigenza
di confrontarci con altre donne che hanno rifiutato e rifiutano di rimanere
in silenzio.
Avviare un dibattito sul ruolo delle donne nelle resistenze storiche e
quotidiane,in uno spazio pubblico,ci è sembrato necessario. Non accettiamo
che si parli di resistenza solo in relazione ad una fase storica,nei
termini previsti e senza attualizzarne i contenuti;che si faccia del
revisionismo un’opinione,della memoria un cerimoniale svuotato dalle
esistenze di chi ha lottato.
Ricostruire le tappe di un percorso che,partendo dalla partecipazione
attiva delle donne all’opposizione al regime fascista,passando per le
lotte sociali e le lotte femministe,arrivi all’analisi dell’attuale ci
sembra il modo migliore per riaffermare che si resiste finché c’è
oppressione.

INTERVENGONO:
Valchiria Terradura (partigiana)
Graziella Bastelli (caposala policlinico Umberto I)
Geraldina Colotti (giornalista manifesto)
Mamme per Roma Città Aperta
poi a seguito dibattito libero

per info: leribellule@yahoo.it

TUTTO IL NOSTRO PRIDE CONTRO LA VOSTRA IN-FAMILY!

PRIDE 16-06-2007

Manifestiamo insieme la nostra volontà di autodeterminarci,di

scegliere liberamente,nella nostra quotidianità,

ciò che più ci rende felici.

Portiamo nelle strade il nostro orgoglio di essere considerat@ divers@

da chi giudica e pretende di disquisire sulla nostra sessualità e sul

modo di viverla,da chi passivamente accetta un controllo capillare su ogni

aspetto della sua esistenza e da chi attivamente lo impone per continuare

ad esercitare potere.

Siamo antiomofob@,antisessist@ e antixenofob@ nella misura in cui

rifiutiamo ogni forma di prevaricazione;siamo convint@ che l’oppressione

su lesbiche,gay,bisex e trans sia un problema politico ed in quanto tale

di primaria importanza nell’ambito di tutti i percorsi che implichino

antifascismo,libertà di scelta e diritti.

Coerentemente con tutto ciò abbiamo avviato una campagna,sulla scorta

di quanto già avviene in altri paesi,di sensibilizzazione rispetto al

reggae omofobo con lo scopo di far annullare tutti i concerti in cui si

esibiscano personaggi che inneggino alla violenza contro gay e lesbiche o

che si esprimano definendoli come peccatori,pervertiti e

quant’altro esattamente come fanno la destra radicale ed il

cattolicesimo che combattiamo ogni giorno.

Abbiamo iniziato lo scorso anno con Buju Banton,proseguendo con Capleton

ed Elephant Man,il prossimo appuntamento sarà il 21 giugno al

Fiesta(ippodromo capannelle)per Sizzla.

Chiunque ritenga opportuno ribellarsi alla cultura dell’odio del

diverso,soprattutto se associata alla fede religiosa,e all’utilizzo della

musica per veicolare messaggi inconcepibili,in un’ottica di cieco

consumo,ha una possibilità in più per farlo.

La nostra forza nasce dalla mobilitazione delle persone con modalità il

più costruttive e creative possibili.Ogni singolo rifiuto consapevole di

partecipare,finanziando e fruendo fisicamente,alla celebrazione della

macchina da divertimento in cui tutto è lecito (anche bruciare i gay) è

già di per sé una conquista.

BOICOTTA LA MUSICA OMOFOBA E SESSISTA

 

TUTTO IL NOSTRO PRIDE CONTRO LA VOSTRA IN-FAMILY!

 

Rete Boicottaggio Cantanti Omofobi

 

Blog:  nonsoloreggae.noblogs.org

Per info: nuntetemo@inventati.org

 

 

 

16 GIUGNO PRIDE NAZIONALE a ROMA,h16 piazzale Ostiense

 PARITA' DIGNITA' LAICITA'

visioni2

Documento piattaforma

Piattaforma politica

Chiediamo che sia data applicazione alla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 marzo 2000 che chiede di garantire «alle coppie dello stesso sesso parità di diritti rispetto alle coppie ed alle famiglie tradizionali».È una misura di civiltà cui anche l’Italia si deve adeguare per non restare ai margini del cammino di allargamento dei diritti civili intrapreso dall’Europa.

Il Parlamento dovrebbe affrontare, dopo il disegno di legge proposto dal Governo, il tema delle unioni di fatto. Consideriamo il livello della discussione del tutto arretrato. Le esigenze e i bisogni delle coppie lesbiche e gay, comunque escluse dall’accesso al matrimonio per un’ingiusta discriminazione, non vengono tenuti nella dovuta considerazione.

Chiediamo, quindi, la parità dei diritti, attraverso l’estensione del matrimonio civile o istituto equivalente. Nel rispetto delle differenti modalità di legami sentimentali, ed in linea con ciò che è avvenuto in Europa chiediamo inoltre la creazione di istituti differenti e distinti dal matrimonio che prevedano il riconoscimento giuridico pubblico delle unioni civili.

Andrà affrontato con un’apposita legge il tema della responsabilità genitoriale dei partner di fatto, anche dello stesso sesso, nell’interesse delle migliaia di figli di lesbiche e gay presenti nel paese. Continua a leggere