Sabato 21 febbraio
ore 17.00 Corteo Cittadino: concentramento Via Monte Bianco sotto la lapide
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Valerio Verbano è stato ucciso dai fascisti il 22 febbraio 1980,
all’età di 19 anni. Ricordarlo dopo 29 anni non è un atto di
commemorazione, ma è un atto di resistenza contro la barbarie.
La barbarie dell’omicidio di Abba a Milano, delle violenze sui corpi
delle donne, della furia polizesca che ha stroncato le vite di Aldo
Bianzino e di Aldro, delle lame fasciste che ci hanno strappato Renato.
La barbarie che trasforma il lavoro in una guerra con morti e feriti.
La barbarie delle parole del ministro degli interni Maroni che incita
ad essere "cattivi con i clandestini" e un governo che impone ai medici
di denunciare qualsiasi uomo o donna "clandestino" che chiede soccorso
e aiuto.
Nel frattempo si vietano i cortei nel centro della città, diventa
reato bere una birra per strada di sera, si sgomberano i centri
sociali, le piazze della socialità e dell’incontro diventano checkpoint
presidiati dai militari. Viviamo il paradosso di un paese governato dal
"partito delle libertà" dove proprio la libertà viene tolta pezzo dopo
pezzo.
Per questo il ricordo di Valerio è importante; ci permette di
riannodare storie vecchie e nuove, storie di chi non ha paura e si
batte concretamente per costruire una società migliore.
Il 22 febbraio dell’anno scorso piu’ di duemila persone hanno invaso le
strade del Tufello, tutti insieme abbiamo inaugurato la Palestra
Popolare Valerio Verbano, un’altro spazio liberato dall’abbandono e
dalla speculazione che oggi pratica e difende il diritto allo sport
come bene comune.
I movimenti sociali sono sempre di più l’unica opposizione alla
deriva securitaria e autoritaria. L’Onda Anomala che ha travolto le
università e le metropoli, i Centri Sociali che hanno riconquistato
l’Horus di Piazza Sempione, i migranti di Castelvolturno che si
oppongono alla camorra e reclamano diritti, le comunità di Vicenza,
Chiaiano, della ValSusa, di Aprilia che non piegano la testa di fronte
alla devastazione della loro terra. Esperienze di lotta e di altra
società che con parole chiare dicono a tutti: «Noi la crisi non la
paghiamo».
Per queste ragioni invitiamo tutti i movimenti, i centri sociali, le
associazioni, le reti contro la precarietà, le realtà antifasciste e
antirazziste di Roma a dare vita a due giornate – sabato 21 e domenica
22 febbraio – di lotta e incontro, dove raccontare ancora la storia di
Valerio e di come i fascisti non hanno fermato la sua corsa.
La storia di Valerio è una storia collettiva costruita da chi non vuole chiedere il permesso per sentirsi libero.
VALERIO E’ VIVO E NOI NON ABBIAMO PAURA.