AIUTI PER L’ABRUZZO

EPICENTRO SOLIDALE
stiamo raccogliendo materiale da inviare a Fossa (AQ)
cercheremo di aggiornare volta per volta qui, se avete dubbi:
http://www.epicentrosolidale.org/
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A questo indirizzo potete ascoltare la corrispondenza di questa mattina
effettuata da Radio Onda Rossa con i compagni arrivati in Abruzzo.
Il paese di Fossa, tra i più colpiti nella zona dell’epicentro,
è quello per ora scelto dal movimento romano come centro di raccolta.

http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/Terremoto%20Abruzzo/090408abruzzo1.mp3

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Di cosa c’è bisogno?

Di momento in momento ci aggiornano sulle necessità più impellenti per la popolazione; la lista che segue verrà aggiornata, pertanto vi invitiamo a consultarla e a trasportare presso i centri di raccolta unicamente i materiali richiesti.

  • Olio extravergine d’oliva
  • Aceto
  • Thé/camomilla in bustine
  • Riso
  • Tonno
  • Caffé
  • Fette biscottate/biscotti
  • Verdure/legumi ins catola (mais, fagioli…)
  • Orzo
  • Tute unisex extra large
  • Tute bambini
  • Boxer uomo
  • Pettini
  • Scarpe
  • Scatole/scatoloni per panni (in plastica)
  • Bavaglini
  • Malox compresse
  • Voltaren pomata
  • Tachipirina compresse
  • Carta igienica
  • Pannolini anallergici
  • Stoviglie di plastica rigida (bicchieri/piatti/posate) o usa e getta
  • Bacinelle
  • Lisoform
  • Detersivo liquido/in polvere per lavatrice
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info sugli altri punti di raccolta:
radio onda rossa 06.491750

*Mai più costrette a sanguinare. Da Roma a Kabul un grido di rabbia unisce le donne*

 

Oggi 100 donne hanno dato vita a una perfomance artistica di denuncia e
solidarietà nei confronti delle donne afgane.* Recentemente l’Afghanistan ha
reso legge una consuetudine che autorizza, nelle coppie sciite, il marito ad
avere rapporti sessuali con la moglie anche non consensuale e di fatto
legalizza lo stupro. Questa stessa legge vieta alle donne di uscire di casa,
di lavorare e di andare dal medico senza il permesso del marito, e dà la
custodia dei figli a padri e nonni in caso di separazione dei coniugi.
Con i piedi scalzi e del sangue che grondava abbiamo sceso la scalinata di
Trinità dei Monti a Piazza di Spagna per gridare con forza che nessuna donna
mai più deve essere costretta a sanguinare!* Ai piedi della scalinata
abbiamo deposto dei sassi per segnalare la nostra indignazione per come è
stata repressa la manifestazione di protesta delle donne in Afghanistan
sotto gli occhi silenti della polizia.
Siamo donne. Italiane, arabe, sudamericane, donne di tutto il mondo che non
si riconoscono detentrici di una cultura unica o di un modello di
democrazia da esportare. Soprattutto quando questa democrazia viene
spacciata come il fine giusto della guerra, in nome della libertà e dei
diritti delle donne.
Ricordiamo che nella nostra Italia "democratica e occidentale" l’80% delle
violenze avviene dentro le pareti domestiche, perpetrato da mariti,
compagni, fratelli, padri. Solo attraverso la nostra consapevolezza,
autodeterminazione e autorganizzazione possiamo trovare risposte.
RIPRENDIAMO LA PAROLA PARTENDO DALLA SOLIDARIETA’ TRA DONNE.
Noi come donne rispondiamo, ci organizziamo, usciamo dai ruoli assegnateci e
lo facciamo quotidianamente attraverso la rivendicazione dei nostri
desideri, sogni e bisogni.

Roma, 23 aprile 2009

*ReSISTERS*
Solidarietà internazionale per la libertà di scelta

La nostra resistenza è pane quotidiano

Il 7 aprile del 1944 morivano , fucilate dai nazisti, dieci donne.
Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante,
Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria
Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia Loggreolo furono assassinate al ponte di
ferro perchè insieme ad altri ed altre abitanti dei quartieri limitrofi
avevano assaltato un forno. Volevano riprendere la farina e
il pane che i fascisti negavano alla popolazione straziata dalla guerra e
destinavano, invece, ai tedeschi.
La loro morte doveva essere l’esempio che scoraggiasse chi intendeva
ribellarsi, ma il ricordo del loro coraggio è ancora la forza di chi cerca
giustizia.
Il 25 aprile vogliamo mantenere viva la memoria della resistenza di quelle
donne che,
come molte altre, pagarono con la vita un gesto di disobbedienza contro un
regime che ne schiacciava la dignità.


Quella storia ci appartiene, non è finita. Ricordarle è anche parlare
delle donne che ogni giorno resistono con i propri corpi alle guerre, alle
privazioni, alla negazione di libertà e delle diverse forme di esistenze.
Corpi violabili ma resistenti ogni giorno nel chiuso delle case e delle
famiglie
dove è quotidiana l’appropriazione dell’affettività e del lavoro;
negli spazi pubblici,
dove le aggressioni verbali e fisiche
vorrebbero ricondurci alla sottomissione e dove le lesbiche sono oggetto
di stupri punitivi per rieducarle” e costringerle all’ordine
eterosessuale.
La nostra resistenza è pane quotidiano perché lottare è la forma di
esistenza che abbiamo scelto in una società che nega, stravolge e si
appropria continuamente di ciò che siamo.

25 aprile 2009 ponte di ferro dalle 9:30 alle 10:30
in ricordo delle dieci donne giustiziate dai nazifascisti.

Antifasciste romane

SIAMO TUTTE CLANDESTINE!! NO AL PACCHETTO SICUREZZA, NON AI MEDICI SPIA!3 APRILE ’09 – ORE 17.00 – davanti al Ministero del lavoro, salute, politiche sociali (via Veneto 56, metro Barberini)

Presidio di solidarietà a Kadiatou, la donna ivoriana denunciata comeclandestina da un medico dell’ospedale Fatebenefratelli di Napoli dove èandata a partorire

Evidentemente uno o più operatori sanitari, resi  troppo zelanti dal loro
razzismo, si sono sentiti in dovere di applicare una legge ancora prima che
fosse approvata.
Il 4 febbraio scorso, infatti, il Senato ha varato il cosiddetto Pacchetto
Sicurezza (ddl 733), che contiene, tra l'altro, una modifica all'articolo
35 del Testo Unico sull'Immigrazione (Dlgs 286-1998) che elimina la
garanzia, per gli irregolari che vanno a curarsi, di non essere segnalati
da parte dei sanitari. Un vergognoso provvedimento che impedisce di fatto
alle cittadine e ai cittadini stranieri, non in regola con il permesso di
soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie. 
Ancora una volta repressione e controllo giungono sin dentro le corsie
degli ospedali dove dovrebbero essere garantiti diritti universali come
quello alla salute e alle cure!!
Nell’ospedale Fatebenefratelli di Napoli, a Kadiatou Kante è stato
sottratto il bambino impedendole persino di allattarlo per i 10 giorni che
ci sono voluti per dimostrare che era in attesa del riconoscimento
dell’asilo politico. Cosa succederà nei casi di espulsione di una donna
immigrata? Che fine faranno i bambini “clandestini”? Quante saranno le
donne che pur di evitare l’espulsione o di vedersi portare via il bambino
ricorreranno ai circuiti illegali per partorire o abortire rischiando la
morte? Kadiatou purtroppo non è neanche la prima vittima, appena due
settimane fa Joy Johnson, una nigeriana di appena 24 anni moriva di
tubercolosi per la paura di essere denunciata qualora si fosse presentata
in ospedale per farsi curare.
Se questa legge viene approvata definitivamente, nonostante le proteste
della maggioranza dei medici italiani, non solo gli immigrati irregolari
rischiano la segnalazione e l’espulsione per il solo fatto di ricorrere a
cure mediche, ma in caso di parto sarà impossibile anche la registrazione
anagrafica del bambino!
Ancora una volta il corpo delle donne viene utilizzato come pretesto per
giustificare leggi repressive. Non è un caso che proprio il pacchetto
sicurezza sia stato approvato strumentalizzando gli episodi di violenza
contro le donne degli ultimi mesi. Sull’onda del clamore mediatico creato
ad arte intorno a questi stupri si è voluto far credere che gli unici
responsabili della violenza contro le donne sono gli immigrati. Una
menzogna: 142 donne sono state uccise  nel 2008 e centinaia di migliaia
quelle picchiate e violentate dai loro mariti, fidanzati, amici. Che
c’entrano gli immigrati? Aumentare la paura dello straniero, la
diffidenza e l'odio serve solo a nascondere i veri responsabili della
insicurezza dei cittadini: i poteri forti che creano la precarietà, che
tagliano i servizi sociali, che licenziano, che fanno degradare i nostri
quartieri.
Contro pacchetti sicurezza e norme xenofobe che ci vogliono distinguere in
cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che 
SIAMO TUTTE CITTADINE DEL MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE! 
QUESTE MISURE NON DEVONO PASSARE!