Louise Michel (Vroncourt, 29 maggio 1830 – Marsiglia, 9 gennaio 1905) fu una insegnante e anarchica francese.

Ovunque l’uomo soffre nella società maledetta, ma nessun dolore è paragonabile a quello della donna.

(Quando dice ad un pretendente che se vuole sposarla deve uccidere
l’imperatore) rischiate la vostra vita, perché io rischio la mia libertà.

Non ho voluto essere razione di carne per l’uomo né dare schiavi
ai Cesari.

Mercati dove si vendono le belle figlie del popolo mentre quelle
dei ricchi sono vendute per la loro dote… L’una la prende chi
vuole. L’altra la si dà a chi vuole.

Gli uomini più progressisti applaudono all’idea di uguaglianza dei sessi. Ho
potuto constatare che come prima e come sempre ancora gli uomini,
senza volerlo, vuoi per abitudini o vecchi pregiudizi, vogliono sì
aiutarci, però si accontentano solo di sembrarlo. Prendiamoci allora
il nostro posto e non aspettiamo d’averlo.

Sono quindi anarchica perché solo l’anarchia può rendere felici
gli uomini e perché è l’idea più alta che l’intelligenza umana
possa concepire, finché un apogeo non sorgerà all’orizzonte.

"Non voglio difendermi e non voglio essere difesa, appartengo
completamente alla rivoluzione sociale e mi dichiaro responsabile
delle mie azioni[…..]Bisogna escludermi dalla società, siete stati
incaricati di farlo, bene! L’accusa ha ragione. Sembra che ogni cuore
che batte per la libertà
ha solo il diritto ad un pezzo di piombo, ebbene pretendo la mia
parte!" [dichiarazione rilasciata durante il processo contro
i comunardi
]