LIBERIAMO PIAZZE LIBERIAMOCI TUTT@

25 aprile 2008 sono
passati più di 60 ann,noi ricordiamo,ma c’è chi si oppone,vuole
cancellare la RESISTENZA dalla memoria comune,legittima politiche
razziste e fasciste reprimendo chi tutti i giorni R_ESISTE.

"i
deboli non combattono,quelli più forti lottano forse per un’ora,quelli
ancor più forti lottano per molti anni,ma quelli fortissimi lottano per
tutta la vita. Costoro sono indispensabili"                 Bertold
Brecht

25 aprile a Roma Verona e Palermo tra lotta e repressione.La Resistenza non si ferma.

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ROMA 

GRAVE EPISODIO DI INTOLLERANZA A ROMA3 PER LA COMMEMORAZIONE DEL 25 APRILE
Ieri 23 aprile 2008 gli studenti e le studentesse della facoltà di Scienze Politiche di Roma3, per aver affisso, come ogni anno, manifesti e striscioni sul 25 aprile sono stati bloccati dal servizio di sicurezza dell’Ateneo, che ha strappato tutto il materiale tra gli applausi degli studenti di Azione Universitaria. Come studenti e studentesse abbiamo occupato quindi la Presidenza della facoltà per chiedere una presa di posizione definitiva alle istituzioni universitarie di Roma3, pronte a bloccare una più che legittima iniziativa sulla Liberazione e troppe volte tolleranti nei confronti di aggressioni e manifestazioni di stampo fascista.Chiediamo all’Università se festeggiare il 25 aprile sia tornato un diritto da conquistare.
ORA E SEMPRE RESISTENZA
STUDENTESSE E STUDENTI ANTIFASCIST@

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aprile 1944-aprile 2008: la resistenza delle donne è pane quotidiano!

 

Il 7 aprile 1944 sulla strada che conduce al Portuense, in prossimità del ponte di ferro, alcune donne insieme ad anziani e ragazzi tentano di forzare l’ingresso del forno Tesei per impadronirsi del pane destinato ai tedeschi. SS e fascisti intervengono, caricano la folla, trascinano dieci donne, le allineano lungo la spalletta del ponte, aprono il fuoco e le  uccidono.

 

Non siamo in tante a conoscere questo come tanti altri episodi in cui le donne hanno resistito al regime fascista per garantire non solo la propria sopravvivenza ma quella dell’intera collettività. Le lotte di resistenza delle donne sono sempre taciute, relegate nel privato e non riconosciute dalla storiografia e dalla politica ufficiale, patriarcale, maschile. Ma la resistenza delle donne al patriarcato, allo sfruttamento del lavoro, al fascismo in tutte le sue forme, la sentiamo nella pelle, è iscritta nei nostri vissuti e nei nostri corpi, e riconoscerla, nominarla, darle valore è un atto di resistenza in sé. È riconoscerci come soggetti capaci di reagire, è trovare forza nella forza delle altre, è scoprirci parte della stessa storia.
La nostra resistenza è pane quotidiano perché lottare è la forma di esistenza che abbiamo scelto in una società che nega, stravolge e si appropria continuamente di ciò che siamo.
Il fascismo non sono soltanto il ventennio o gli squadristi contemporanei, ma anche le gerarchie, l’ordine, il controllo, lo sfruttamento del lavoro che addomesticano e alienano il nostro sentire, è la famiglia come valore assoluto, è la retorica della sicurezza che strumentalizza la violenza contro le donne per legittimare politiche razziste e di controllo sociale.
La nostra pratica antifascista vive nell’antisessismo quotidiano perché siamo convinte che non si possa praticare l’antifascismo senza interrogarsi su sessismo, eterosessismo e machismo, cioè logiche autoritarie, di controllo e di sopraffazione che fanno parte della cultura fascista e che permeano le leggi dello stato ma anche le nostre relazioni e i nostri vissuti.
La nostra pratica antifascista è la resistenza quotidiana all’ordine patriarcale che ci rende corpi appropriabili e, in quanto tali, violabili. Corpi espropriati per vendere merci, tette per caldaie, sorrisi per birre, voci suadenti per offerte telefoniche. Corpi violabili nel chiuso delle case e delle famiglie, dove è quotidiana l’appropriazione dell’affettività, dei corpi e del lavoro delle donne da parte degli uomini. Corpi violabili negli spazi pubblici, dove le aggressioni verbali e fisiche vorrebbero ricondurci alla sottomissione patriarcale e dove le lesbiche sono oggetto di stupri punitivi di chiara matrice fascista per  "rieducarle" e costringerle all’ordine eterosessuale.
I nostri corpi si ribellano alla funzione di riproduzione e di soddisfazione del piacere e dei bisogni degli uomini che ci viene assegnata, rifiutano l’espropriazione e i tempi imposti del lavoro produttivo e riproduttivo, si muovono fuori e contro i confini della famiglia e dell’eterosessualità obbligatoria. Oggi come ieri continuiamo a resistere!

 

24 aprile 2008 in via dei volsci 22
ore 19 proiezione di Staffette, di Paola Sangiovanni (2006): Claudia Balbo, Anna Cherchi, Marisa Ombra e Nicoletta Soave si raccontano.
A seguire incontro con Marisa Ombra e con la regista Paola Sangiovanni:riflessioni e racconti sui vissuti delle donne nella Resistenza al nazifascismo.
ore 21 cena vegetariana&vegana
ore 22 proiezione di Le ragazze del ponte di Emanuela Giordano, riprese e montaggio a cura de "Le tecniche" (2000):10 ragazze raccontano l’assalto al forno Tesei a Roma del 7 aprile 1944, durante l’occupazione nazista.

  25 aprile 2008 al ponte dell’industria dalle 10 alle 11 musica e parole di donne  

                                    in ricordo delle dieci donne resistenti giustiziate dai nazifascisti sul ponte di ferro

assemblea femminista di via dei volsci 22

ogni lunedì alle 21h
 
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VERONA
LA QUESTURA DI VERONA VIETA LA PIAZZA AGLI ORGANIZZATORI DELLA
COMMEMORAZIONE ALLE VITTIME DIMENTICATE DEI CAMPI DI STERMINIO NAZISTI
ALLE 18.00 NON CI SARA’ NESSUNA MANIFESTAZIONE IN PIAZZA BRA
Seguirà comunicato
 

UCCISI DALLA BARBARIE SEPOLTI DAL SILENZIO

Il Pink dal 1996 ogni anno promuove una iniziativa a ridosso delle commemorazioni ufficiali in piazza Bra. Anche questo anno ci saremo e metteremo composizioni di fiori a forma di triangoli di vari colori, come di vari colori erano i triangoli usati dai nazisti per identificare i non conformi.
Questo appuntamento aperto alla città e alle realtà che non intendono perdere la Memoria e fossilizzare il 25 aprile tra le transenne, l’esercito e il vescovo, assumerà una connotazione di urgente attualità con Tosi come sindaco.
Per questo motivo l’iniziativa cittadina del Pink avrà un significato di resistenza a livello nazionale.
Riteniamo che l’antifascismo e l’antirazzismo siano l’unico percorso concreto di ricerca della cittadinanza per chiunque, percorso che non può assolutamente esimersi dal prendere le distanze dagli schemi sessisti di una società fondata sulla religione maschilista che in questo tempo, più che mai, si lancia in attacchi alla laicità e alla libera autodeterminazione delle donne per fare passare il più becero fascismo ed integralismo .
Parlare di antifascismo e di antirazzismo senza valutare gli attacchi subiti dagli orientamenti sessuali, dalle identità di genere e dalle donne, rischia oggi di mutuare il solito atto di coscienza maschile, imbalsamato nella commemorazione, che non intende approfondire in analisi e in capacità di decostruzione del sistema etero-patriarcale, fascista per eccellenza e quindi negandosi/ci la possibilità di una liberazione effettiva e a tutto tondo.
Tosi e Ratzinger sono accomunati dal disprezzo nei confronti delle donne pensanti, dall’odio verso chiunque non sia conforme.
Tosi e Ratzinger usano la religione per saldare divino e terreno in un fantomatico e ideologico ‘diritto naturale’ che prende il posto di qualsiasi riferimento laico.
In nome di questo ‘diritto naturale’ che segna il limite tra conforme e non conforme partono le più violente e vergognose campagne razziste. Come fu con il nazismo e con il fascismo, con le leggi razziali e i campi di sterminio, assistiamo oggi ad un pericoloso ritorno di pratiche e di simboli ispirati a quel periodo.
E in quel periodo, quello che non poteva essere messo in discussione erano la famiglia e il potere del maschio padre padrone.
Ora come allora questo torna ad essere fondamenta di una società sempre più privatizzata nei suoi servizi, dall’istruzione alla cura, perchè sempre più saranno le donne a garantirli. Donne che come allora oggi vengono richiamate esplicitamente al ruolo di ‘femmine’, relegate alla riproduzione e alla cura.
E in questo ritorno ai valori naturali è chiaro che lo straniero, l’apolide , lo zingaro, ridiventano il nemico concreto sul quale scaricare l’odio di una ignoranza già vista, di un concetto di superiorità che fa paura.
Il 25 Aprile ci sarà una manifestazione nazionale dei migranti a Verona e il loro appello è il nostro.
Li invitiamo pertanto a partecipare alla nostra iniziativa di liberazione dalla cultura razzista omofoba e sessista che legittima i maschi di ogni nazionalità e religione, in nome di una presunta ‘famiglia naturale’, ad esercitare violenze, omicidi e razzismi contro donne, gay, lesbiche e transessuali.

Piazza Bra Verona venerdi 25 aprile 2008
per ricordare tutte le vittime del nazi-fascismo
ore 18.00 davanti al monumento che ricorda
tutti i campi di concentramento nazisti.

 
Iniziativa per ricordare tutte le vittime dimenticate del nazi-fascismo.
Come tutti gli anni ci ritroviamo davanti al monumento che ricorda tutti i campi di concentramento, fuori da tutti i protocolli e le etichette, dove tutt* sono invitat* a ricordare ebrei, ‘zingari’, omosessuali, lesbiche, trans, ‘asociali’, ‘malati di mente’, disabili, dissidenti, comunisti, anarchici, mendicanti, emigranti, testimoni di Geova.
Durante la manifestazione verranno lette delle testimonianze di persone che hanno conosciuto l’orrore dei lager nazisti.
 
Sabato 26 aprile ore 18.30 c/o Circolo Pink
Donne sotto il fascismo: deportate, lesbiche, partigiane
Presentazione di Fuori della Norma. Storie lesbiche nell’Italia della prima metà del Novecento, Rosenberg & Sellier 2007
http://www.fuoricampo.net/fuori_della_norma/index.html
Elena Biagini (Azione Gay e Lesbica)
Nicoletta Poidimani (Maistat@zitt@)

Donne in armi nella Resistenza italiana: “le poche feroci” – Lidia Martin (Maistat@zitt@)

Il triangolo trasparente: l’invisibilità delle lesbiche nei campi di sterminio
Luki Massa (Fuoricampo Lesbian Group)
 
“Le SS ci guardavano: per loro eravamo come degli scarafaggi”
Mostra fotografica sulle donne deportate a cura di
Azione Gay e Lesbica
 
Buffet palestinese
 
Seguono proiezioni serali, dalle 21.30:
L’altro ieri, di Gabriella Romano (28 min., 2002)
Cinque testimonianze di donne sull’omosessualità femminile
durante il fascismo.
Love Story, di Catrine Clay (50 min., 1998)
La vera storia di Lilly Wurst e Felice Schragenheim. Una "ariana" l’altra ebrea deportata e uccisa.
Documentario prodotto dalla BBC, sulla vicenda che ha ispirato anche il libro ‘Aimée & Jaguar’.
 
Per aderire > info@circolopink.it

 
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PALERMO
 

La notte tra il 23 e il 24 aprile ,intorno alle ore 01.00 un militante dei centri sociali, mentre stava attaccando dei manifesti riguardanti le manifestazioni del 25 aprile, è stato brutalmente assalito da un gruppo di 10 fascisti, nei pressi del liceo "cannizzaro" situato in via G.Alimondi.
Più volte colpito a calci e pugni alla schiena ed alla testa.
Quest’episodio denota il chiaro intento da parte delle destre, nuovamente al potere, di instaurare un clima di repressione nei confronti di chi giorno per giorno lotta per i diritti e per una società migliore.
 
MAI PIÙ attacchi fascisti!!!,
liberazione giorno per giorno nelle lotte sociali..
ricordiamo che la manifestazione si terrà il 25 aprile a piazza Massimo alle ore 17.00, in seguito alla quale si terranno concerti dalle ore 21.00 a piazza Rivoluzione. in piazza saranno allestiti pannelli informativi, stand e mostre.
 
PALERMO RESISTENTE
Aula "Carlo Giuliani"
Viale delle scienze – Facoltà di lettere e filosofia
Palermo
e-mails:
aulacarlogiuliani@libero.it
universitarinlotta@yahoo.it
ask191pa@gmail.com
malefimmine@gmail.com

La Resistenza delle donne

 

Il 25 aprile non è una ricorrenza né un giorno di memoria, ma uno di lotta contro le logiche del dominio, della sopraffazione, della supremazia del più forte sul più debole, del controllo. Il  fascismo non è morto a piazzale Loreto, è concreto e si manifesta nella violenza dell’esercizio del potere.
A 63 anni da quei giorni, ahinoi, ci troviamo in balia di fascisti di palazzo, galoppini spietati e razzisti dichiarati che  ogni giorno scelgono e prendono decisioni che, in primissima istanza, riguarderanno la nostra vita quotidiana.
Rivendichiamo il diritto al reddito garantito, a un lavoro dignitoso, ad una casa; pretendiamo di vivere senza angosce, di urlare le nostre esigenze, i nostri bisogni, i nostri pensieri, senza essere censurati, denunciati e processati.
Noi dobbiamo e possiamo sognare e reclamare un mondo migliore. La volontà di lottare per questo è  ciò che ci guida, e se questa è sovversione siamo tutt@ sovversivi: credere di poter cambiare lo status quo è il primo passo verso la liberazione!
Nella società odierna le donne vivono sotto un doppio strato di censure, proibizionismo e controllo.
La liberazione della donna non riguarda esclusivamente la liberazione dai propri bisogni, ma anche un affrancamento da secoli di imposizioni culturali e sociali che ne hanno fatto uno strumento riproduttivo e/o un oggetto sessuale.
La famiglia è l’arma fondamentale di lesione dei nostri diritti e del nostro immaginario, non di rado una tortura, spesso strumento di morte.
Nei luoghi di lavoro ricopriamo esclusivamente incarichi base, e tendenzialmente i salari femminili sono inferiori a quelli maschili. Per non parlare poi di una segregazione professionale di genere che ancora oggi esiste.
Il lavoro precario, privo di diritti, è la massima forma di sfruttamento della classe lavoratrice, e non è una coincidenza che le impiegate per eccellenza dei call center siano proprio le donne!!!
Tanto più un lavoro è precario, instabile e tendenzialmente senza vincoli di orario, tanto più saranno le donne a esercitarlo, e questo perché la società odierna è strutturata perché siamo proprio noi a  provvedere a tutti i compiti di cura, sollecitudine e riguardo della famiglia. Il welfare state italiano non ha mai previsto investimenti significativi in asili nido, scuole per l’infanzia o luoghi di sostegno per gli anziani. E’ sempre stata la donna a svolgere il doppio lavoro: uno domestico non retribuito e l’altro esterno alle mura domestiche mal retribuito.

 Il 25 aprile ripartiamo da noi stesse, dai nostri piaceri e desideri, lottiamo per liberarci da tutti gli stereotipi che Chiese, religioni e Stati ci hanno imposto.

LIBERAZIONE dalla famiglia canonica, patriarcale ed eterosessuale;

LIBERAZIONE dalla maternità come vincolo e obiettivo;

LIBERAZIONE dal sistema economico-politico maschile.Partecipiamo direttamente alla vita politica, imponiamo le nostre volontà e i nostri bisogni a chi pensa di poter decidere per e su di noi.

 

RIAPPROPRIAMOCI di noi stesse, dei nostri corpi, delle nostre esigenze e dei nostri desideri.
Questa è la base della nostra RESISTENZA

Questo è nel 2008 il cammino verso la LIBERAZIONE.
VIVERE LIBERAMENTE NOI STESSE, LA NOSTRA  AUTODETERMINAZIONE.
 
COLLETTIVO MALEFIMMINE

malefimmine@gmail.com   –   www.myspace.com/malefimmine   – www.malefimmine.noblogs.org