Leggo nell'agenda del Manifesto del convegno alla Casa Internazionale delle donne dal titolo "Ancora un'alba di maltrattamenti e stalking: nuovi scenari". Vado quindi sul sito della Casa Internazionale e tra i primi intereventi in scaletta ne trovo alcuni che mi lasciano allibita. Il primo intervento sarà della dott.ssa Matone, Capo Gabinetto della min. Carfagna, che abbiamo avuto modo di ascoltare più e più volte di fronte al plastico della famosa villetta di Cogne ospite fissa di Bruno Vespa sui delitti di cronaca più solleticanti nel nostro paese. A seguire interverrà..il Capo della Squadra Mobile di Roma, Dott. Vittorio Rizzi, che dovrebbe illustrare le nuove strategie efficaci (quelle prima non lo erano o non c'erano proprio?) contro la violenza sulle donne. Ci sarà quindi il Ten Colonnello dei Carabinieri Giorgio Manzi che illustrerà, bontà sua, le "nuove risposte ai loro bisogni" dove le bisognose sono le vittime della violenza. Che avrà mai pensato un tenente colonnello dei bisogni delle vittime di violenza? Seguiranno workshop con donne in arrivo da tutto il mondo. L'inconto tra donne da diverse parti del mondo è qualcosa di prezioso. Quello che non capisco è come si possa nello stesso luogo difendere il diritto delle donne a non essere violentate e violate e ospitare CHI tace delle violenze sulle donne nei CIE (l'ispettore Vittorio Addesso è stato denunciato da due ragazze nigeriane per tentato stupro e non abbiamo sentito nessuna istituzione preoccuparsi per le due ragazze all'interno dei campi di internamento per clandestine/i sballottate in giro per l'Italia come punizione per il loro coraggio) CHI tace sulla ripetuta istigazione al silenzio da parte dei militi delle due armi quando una donna va a denunciare uno stupro o le botte subite dal coniuge (ma si sa al centro del loro pensiero, istituzionale e personale, c'è la salvaguardia in primis della sacralità della famiglia). Da Genova in poi i suddetti militi, usi obbedir tacendo, hanno sempre dimostrato quanto gli piaccia picchiare lavoratrici/ori,precarie/i e l'hanno sempre fatto con solerzia e cattiveria come la scorsa settimana con la caccia nei vicoli dietro la Prefettura di Roma con feriti tra i manifestanti. Chi chiederà conto di queste violenze al Capo della Squadra Mobile di Roma? Oppure ci interessiamo solo della violenza di genere e quella sui corpi di chi lavora e protesta e di chi è senza lavoro e protesta lo stesso non ci interessa. E intanto ieri in Val Susa altro scempio della democrazia, altre botte sui manifestanti! . Ma noi con chi parliamo? Teresa Gennari