Il 19 gennaio l’organizzazione neonazista Casapound ha occupato una struttura comunale in via Pellati, al Portuense. Ancora una volta tentano di mettere piede in una parte di Roma che negli anni ha saputo mantenere alta l’attenzione e prevenire che si aprissero nuove sedi fasciste.Questo spazio, originariamente destinato a servizi per il quartiere, è stato per un paio di giorni presidiato da qualche decina di nostalgici, che dichiarano di voler riavviare al suo interno, oltre che il solito rancido covo, l’attività dell’associazione “Anni verdi”, già chiusa per aver sottratto alla sanità laziale ben 1.200.000 euro, speculando sui servizi ai disabili.L’immediata campagna proposta dalle realtà sociali ed antirazziste del territorio è stata oggetto di una vera e propria intimidazione da parte della questura di Roma, per inibire qualsiasi mobilitazione contro questa tentativo di un gruppetto di neonazisti di inserirsi in un tessuto urbano in cui occupazioni a scopo abitativo, spazi sociali, cittadini didifferente provenienza e cultura convivono in uno dei pochi spazi della città ancora non avvelenato dallo squadrismo e dal razzismo dell’estrema destra.Già dal pomeriggio del 21 camionette della celere e volanti tutelano gli“occupanti” da qualsiasi manifestazione di indignazione, insieme a consiglieri comunali e municipali del PDL, che spingono perché a questo gruppetto di nostalgici venga assegnato uno spazio pubblico, sostenuto condenaro pubblico. Uno spazio in cui proseguire le intimidazioni eaggressioni fasciste razziste ed antisemite, unica forma di attivismo chevenga promossa dalla destra estrema romana, che ha già portato,nell’agosto 2006 alla morte di Renato Biagetti, accoltellato da due fascisti sul litorale di Focene.Il sindaco Alemanno, e buona parte della maggioranza, che non ha mai rinnegato il proprio attivismo squadrista, sono saliti al Campidoglio conil proposito di cambiare radicalmente il volto di questa città, compresele forme dell’aggregazione giovanile e della socialità.Lo spazio che si è aperto in questa fase di governo delle destre sul paesee nella città di Roma per organizzazioni, associazioni e partitucoli fascisti ha prodotto una legittimazione dell’infiltrazione di poche decine di militanti, senza alcun radicamento e credibilità, fin dentro inostri territori e nelle lotte sociali.Durante le mobilitazioni studentesche dello scorso autunno, la presenza di neofascisti, culminata con l’aggressione respinta a Piazza Navona,segnava il tentativo di chiudere una battaglia fondamentale sull’accesso alla formazione e sul futuro della cultura di un intero paese, nelle strette maglie di una identità generazionale, chiusa e corporativa, assai cara a chi governa. La lotta per il diritto all’abitare, con una storia di decenni combattuti per garantire a tutt* il diritto ad un’esistenza degna, nella capitale dei palazzinari e delle mafie del cemento, è stata messa in discussione da qualche speculatore dell’emergenza abitativa, come appunto Casa Pound e le sue semivuote occupazioni fantoccio, razziste ed identitarie.Allo stesso modo, spazi neofascisti, come il Foro 753 e la stessa CasaPound, vere e proprie sedi di partito, vengono utilizzate come contrappeso alla socialità indipendente, ricca e radicata delle decine di centri sociali e alla libera aggregazione delle piazze e delle strade.Vogliono una città sempre più sterile, costosa ed escludente.In centro come in periferia, piazze e luoghi vivi della città sono ormai chiusi alla libera frequentazione, resi invivibili dalle ordinanze e dalla presenza asfissiante della polizia.Ai centri sociali e ai movimenti per il diritto all’abitare che rivendicano l’antifascismo e la pratica dell’autogestione, che arricchiscono la metropoli aprendo spazi all’incontro, all’attivazione e all’espressione delle tante identità di questa città, è stata dichiarata una vera e propria guerra.Una guerra iniziata con lo sgombero dell’Horus, chiuso militarmente conil teatrino delle finte molotov, e dell’occupazione di case di via Revoltella, a Monteverde, esperimento socioabitativo sostenuto ea ttraversato da giovani e residenti del quartiere, l’intervento di decine di celerini contro l’occupazione simbolica di via Induno, che denunciava una speculazione immobiliare nel cuore di Trastevere.Non ci lasciamo intimidire, vogliamo denunciare con forza questa sporca operazione di legittimazione dei figliocci di Alemanno, senza altra credibilità se non la polizia che la sostiene. Convochiamo una manifestazione contro l’apertura di un covo neonazista alquartiere portuense
.Appuntamento Sabato 24 Gennaio, alle 17:30 in piazzale della Radio
Con Renato nel cuore,Antifascist* sempre