Con rabbia e con amore

Con Renato nel cuore,
ma anche per Carlo, Dax, Federico e Nicola che sono Ognuno di Noi
Venerdì 29 agosto 08 
dalle 18 alle 24
Parco della Basilica di San Paolo
Via Ostiense, Roma. 
 
Due anni senza il sorriso di Renato. 
Sono passati ormai 2 anni da quando , il 27 agosto del 2006, Renato,

uscendo da una dance hall reggae sulla spiaggia di Focene, insieme alla sua

fidanzata e al suo amico Paolo, fu aggredito da due giovani scesi dalla

loro auto coltelli alla mano. 

Gli urlarono di tornare a casa, che quello non era il loro territorio.

Colpirono Renato che, a 26 anni, morì poche ore dopo in ospedale.

Nella disperazione di quei giorni i familiari, gli amici e i compagni si

trovano a spiegare una scomoda verità: chi esce di casa armato di coltello

per colpire chiunque possa essere considerato diverso, altro, di colore,

gay, di sinistra, è un fascista. Che solo a Roma, nell’anno precedente

c’erano state più di 130 aggressioni di matrice fascista.

Oggi, che sono passati quasi 2 anni, si apre il processo per l’imputato

minorenne. Il PM sostiene che Renato sia stato ucciso al termine di

“banale diverbio degenerato per futili motivi”, e così lo uccidono una

seconda volta.
madrixromacittaperta 
 

Lettera al Pm e al Giudice del Tribunale Minorile di Roma

 

Come madre di Renato Biagetti sento la necessita' di esprimermi riguardo
all'omicidio ed alle accuse con cui il PM cita in giudizio Amoroso
Gioacchino. Io non sento l'esigenza di una giustizia punitiva per il
crimine che ha tolto la vita a mio figlio, solo su una cosa non transigo:

sulla VERITA’ che mi è dovuta e che è dovuta a Renato, che non ha

compiuto nessun reato. Di una giustizia menzognera non so che farmene, non

mi appartiene se la motivazione sara' ancora 'morte per rissa avvenuta per

futili motivi tra balordi'. Se questa deve essere la modalità per avere

giustizia, preferisco che vengano dichiarati entrambi innocenti e mandati

liberi! Solo attraverso una OGGETTIVA VERITÀ DEI FATTI si puo' ottenere

una giustizia. Perche' io conosco Renato e il suo modo di vivere come

nessun altro. Non accettero' mai una lettura di questo evento tragico come

un semplice e banale diverbio degenerato per futili motivi ! Per tante

ragioni: perche' Renato non era un rissoso e nella sua vita non ha mai

fatto a botte, non ha mai cercato lo scontro fisico con nessuno, ha sempre

anteposto al suo il bene del prossimo. Era un ragazzo che ha dedicato la

sua giovane vita allo studio, ottenendo sempre ottimi risultati e non

riportando mai note disciplinari...potrei allegare tante dichiarazioni dei

suoi insegnanti e in special modo da chi lo ha visto come allievo

nell'ultimo periodo della sua generosa vita. E cosi' e' stato anche quella

notte. Perchè Renato Laura e Paolo sono stati aggrediti - mentre stavano

tornando a casa dopo una tranquilla serata reggae sul litorale di Focene -

da due individui, scesi dalla loro auto già armati di coltelli. Perche'

quei due armati di coltelli gli sono saltati addosso con violenza inaudita

urlando loro di tornarsene a casa perche' non erano del luogo. Signor

Giudice, Signor PM chi scende dalla propria auto con coltelli alla mano per

aggredire chiunque possa considerare estraneo e diverso, non sta cercando

una lite. E' un aggressore, e' un potenziale assassino (come i fatti hanno

dimostrato). Le mani di mio figlio erano bianche, non ha mai impugnato

nulla che potesse offendere l'altro, anche nel momento dell'estremo saluto

accanto ad un medico del Policlinico Gemelli, notavamo come fossero

perfette, senza segni, ne' escoriazioni. Non e' possibile ridurre la

violenza di questo atto alla degenerazione tragica di un banale diverbio,

perche' sarebbe come uccidere mio figlio un'altra volta. Renato ha ricevuto

8 coltellate violentissime e non soltanto Laura e Paolo - che erano

direttamente coinvolti - ma anche altri testimoni hanno visto che tutti e

due avevano in mano un coltello e che entrambi hanno colpito Renato. Nel

giudicare l'imputato di questo processo si deve tener conto delle

testimonianze di chi era presente quella notte, di chi era al suo fianco,

di chi insieme a Renato è stato aggredito e ha avuto lesioni, per

ricostruire l'accaduto in modo corretto senza omettere le responsabilita'

di entrambi gli assassini. Vi chiedo, nel processo, di raccontare

l'aggressione con oggettiva verità e trarre le conseguenti conclusioni.

Lei, giudice, ha in mano uno strumento di comunicazione e di educazione

verso i giovani. Gli atti devono raccontare la verità, una verità

semplice: che due ragazzi per odio verso l'estraneo, verso il diverso da

sé e dal proprio contesto, hanno aggredito e ucciso Renato e ferito Paolo

e Laura. La sentenza sulla morte di mio figlio può avere una valenza per

altri giovani se viene raccontata negli atti la verità sull'aggressione

violenta e devastante che ha subito mio figlio, oso dire scannato come un

agnello sacrificale. Per dare un senso alla morte di Renato si deve

chiarire quanto siano orribili la sopraffazione e l'uso delle armi, quanto

sia terribile non riconocere nell'altro un proprio simile, ma solo un

nemico da battere. In tal modo la sua sentenza deve servire a convincere un

ragazzo a fermarsi, a riconoscere la supremazia della vita, deve fermarlo

prima che una vita ancora sia strappata. Se lei scriverà una sentenza che

possa fermare un'altra aggressione, avrà restituito a mio figlio la vera

essenza della vita che è l'amore universale o anche semplicemente e non
secondariamente la giustizia. 
Certa di essere compresa la ringrazio e le porgo i piu' distinti saluti.
Stefania Zuccari

 

 

 

Il prossimo 27 agosto saranno 2 anni che una mano fascista ci ha portato

via il sorriso e gli occhi di Renato. 

Tante iniziative in questi 2 anni, frutto della passione di tanti compagni

e compagne hanno permesso di realizzare i suoi sogni.

Uno di questi è la sala prove e registrazione Renoize attraversata in

questi pochi mesi di vita già da tantissimi giovani gruppi musicali  e

fucina di  riflessioni sulle autoproduzioni. Grazie a questo progetto il

prossimo 29 agosto ricorderemo Renato attraverso la musica, la sua grande

passione, in un concerto in cui si esibiranno Apostoli della strada, Bestie

Rare, Rancore, Filippo Gatti, Bobo Rondelli e i 24 Grana e in cui

attraverso i suoni, le immagini e le parole racconteremo ancora una volta

la verità su cosa accadde quella maledetta notte sul litorale di Focene,

quando l’odio per il diverso di due giovani di 17 e 19 anni strappò con

8 coltellate la vita di Renato.                                                                       

                          
                                                                           
                              Con rabbia e con amore

i compagni e le compagne di Renato