Sul corpo delle donne in questi giorni si sta giocando una partita mediatica e politica. La battaglia dellalegittimazione del pacchetto di sicurezza, che mira a reprimere i fenomeni criminosi, piuttosto che a prevenirli. La battaglia dei fascisti che cavalcano un’ondata di malcontento generale, irrazionale, com’è nella loro migliore tradizione.
Il corpo delle donne che per una sorta ius prime noctis ancora appartiene al territorio di residenza e lì può essere malmenato o violentato, ma se è lo straniero, il barbaro, a “profanarlo”, si grida all’allarme sociale. Impossibile giustificare quello straniero (quell’uomo, soprattutto), ma come si fa a giustificare i padri, i mariti, i fratelli, persino i figli, che il corpo delle donne tutti i giorni feriscono? O quelle violenze psicologiche cui quasi tutte siamo state sottoposte, violenze sottili, quotidiane, tutte nazionali, o meglio, tutte internazionali, perché non hanno confini, né passaporti.
Mentre la destra grida allo scandalo, alle lacrime di coccodrillo, ai provvedimenti tardivi, la sinistra approva il pacchetto di sicurezza, rende più veloci le espulsioni, prende accordi con la Romania (mentre anche i rumeni rifiutano i loro connazionali espatriati), ribadisce l’istituzione dei CPT ( http://www.meltingpot.org/cpt.html) e mira a preservare l’ “ordinaria convivenza”, dando, eventualmente, poteri incommensurabili ai Sindaci, che, di fronte all’emergenza, possono attivare polizie speciali. Ma cosa siano l’ordinaria convivenza, e l’emergenza, non è dato saperlo.
Veltroni, Cofferati, avevano annusato l’andazzo e precorrevano i tempi, espellendo fuori dai centri abitati ciò che non si voleva vedere. Anche a Bologna, il caso mediatico partì dagli stupri, fatti in pieno giorno, sotto gli occhi di tanti italiani “per bene”. E vengono previsti campi attrezzati in cui i bambini muoiono bruciati dalle fiamme, perché, nonostante tutto, le strutture non sono a norma, e non sono previste vie di fuga. E di fronte a tutto questo, non si cerca di prevenire, migliorare le situazioni, ma solo di reprimere. Schiacciare, espellere. Tutto con la scusa dei nostri corpi di donne. Come se non fossero donne molte delle persone espulse, come se non avessero figli, figlie, perché di fronte a chi desta “allarme sociale” non si può pensare altro, non si riesce a pensare altro, che a eliminare.
-il pacchetto sicurezza e sicurezza urbana:
http://www.radioradicale.it/files/active/0/1.pdf
http://www.radioradicale.it/files/active/0/2.pdf –
Se volete fare i giustizieri non in nome delle donne
di Angela Azzaro
Non si sa se supererà la notte. Se potrà raccontare che cosa è accaduto,
che cosa ha provato. Ma Giovanna Reggiani, in coma dopo essere stata
seviziata e forse stuprata, è stata violentata due volte. Prima da un uomo
- probabilmente da quello che è stato arrestato dalle forze dell'ordine
con i vestiti insanguinati - poi dai politici, di destra ma soprattutto di
centro-sinistra che approfittando nella maniera più bieca della sua
tragica storia hanno fatto carta straccia dello stato di diritto e del
benché minimo residuo di civiltà. Veltroni, Prodi, Napolitano, Amato, con
la scusa che quell'uomo è romeno, se la son presa con un intero popolo e
con tutti i migranti, hanno chiesto e ottenuto di trasformare la parte del
pacchetto sicurezza che riguarda le espulsioni in un decreto legge da
approvare subito, hanno invocato leggi speciali come se fossimo in guerra.
Hanno, cioè, usato il corpo di quella donna, di tutte le donne, per
affermare il loro potere. Un potere maschile e xenofobo.
La scena che abbiamo visto ieri è la peggiore che potessimo immaginare, ma
ha svelato in pieno l'uso e abuso che viene fatto della violenza contro le
donne per legittimare la logica sicuritaria. Non è un caso infatti che la
stretta repressiva sia avvenuta davanti a una violenza da parte di un
migrante. E' il modo migliore per individuare un nemico esterno, mettere
la donna sotto tutela e far finta che il problema è il mostro, lo
straniero, colui che viene da lontano. Due piccioni con una fava. Anzi tre
piccioni. Perché la cosa più importante che dimenticano volutamente
Veltroni, Prodi e tutta la compagnia è che la prima causa di morte e di
invalidità permanente per le donne italiane sono gli italiani. Italiani
come loro, uomini come loro. E' un massacro quotidiano che avviene dentro
la famiglia da parte di mariti, di padri, di fratelli e di fidanzati. Ma
nessuno di loro parla, dice qualcosa contro quella che è una vera
calamità. Bocche cucite. Facce indifferenti. Nelle stesse ore che tutte le
agenzie di stam
pa e i telegiornali sparavano in primo piano la notizia del
"romeno", un bravo italiano dava fuoco alla convivente
sudamericana. Perché Prodi o il suo successore Veltroni non hanno chiesto
di espellere gli italiani, di autoespellersi da questo paese perché
incivili?
E' per questa ragione che non crediamo al loro sdegno. Il loro sdegno non
c'è. C'è l'approfittarsi di avvolti contro la preda che è il diverso, il
migrante: il capro espiatorio su cui costruire una società normalizzata,
standardizzata, sicura solo per loro, per i loro obiettivi, per la loro
poltrona.
Non ci sono scuse, non c'è possibilità di capire. Il legame tra la storia
di Giovanna Reggiani e l'approvazione del decreto sulle espulsioni da
parte del governo non è l'indignazione o la solidarietà nei confronti
della donna. Non c'è neanche un po', neanche una traccia. E' importante su
questo fare chiarezza, anche tra di noi, tra noi donne che ci battiamo
contro la violenza.
Dobbiamo prendere le distanze dal teatrino di ieri, da questo clima di
guerra, anticostituzionale, pretendere che non venga giustificato in
nostro nome, per la nostra libertà.
La nostra libertà è da un'altra parte, nella direzione opposta. Dobbiamo
respingere chi ci usa per alimentare scontri di civiltà con paesi lontani,
ma anche vicini come la Romania che fa parte dell'Ue, e aprire il vero
conflitto sul rapporto con gli uomini, quelli che ci stanno accanto,
quelli che occupano il potere e non lo vogliono mollare costi quel che
costi. E' uno sforzo che va fatto su vari livelli. Non ultimo quello
mediatico. Lì si costruisce il mostro, si dà priorità alle notizie, si
celano i dati più allarmanti per usare un singolo caso come testa d'ariete
di un governo repressivo. Se l'uomo che uccide o stupra o violenta è un
parente, cala il silenzio. La notizia diventa piccola, sempre più piccola,
poi invisibile. I dati statistici ci riportano alla realtà, quando
denunciano che il 90% delle violenze avvengono in famiglia. Ma se l'uomo
violento è un migrante non c'è scampo, non c'è speranza. La campagna
mediatica parte. E' successo a Erba, è successo a Perugia, succede
costantemente, per poi sco
prire che l'assassino è il vicino di casa o il marito. Ma non possiamo più
stare a guardare. Non possiamo più permettere che una Giovanna Reggiani
venga usata in questo modo, che noi veniamo usate in queste modo. Questa
volta è davvero la goccia che ha fatto o dovrebbe far traboccare il vaso.
da liberazione 1/11/07