Al rigurgito reazionario del family day lo Spettacolo politico ha tentato di difendere i suoi cittadini pacsabili definendoli come eccezioni rispetto ad un ordine del mondo naturale e preconfezionato. Laddove l’etimologia del termine eccezione rivela infatti il significato di “preso fuori”,…particolarissima forma di inclusione inventata dalla politica occidentale: una vita inclusa nel diritto solo nella misura della sua esclusione.
La regola infatti è costituita dalla famiglia presentata come cellula base del tessuto società, il primo focolaio di soggettivazione e il primo luogo di apprendimento delle regole sociali.
Le donne sono rimaste impantanate in una corporeità indicibile, lacerate fra l’immagine di sottomissione che la vecchia società ha proiettato su di loro e il nuovo obbligo ad essere le rotelle post-umane della macchina desiderante capitalistica.…..perché l’economia è governata dalla legge del desiderio, e tutto ciò che è oggetto di desiderio, anche se si tratta di un soggetto, vi rientra a pieno titolo. Siamo, insomma, desiderabili tanto quanto siamo solvibili; abbiamo un capitalefascino, un capitale-bellezza che bisogna saper amministrare, e questo è ormai valido allo stesso modo sia per gli uomini che per le donne. L’economia libidinale è la prima cosa da interrogare, poiché in essa risiede il cuore tenero e innocente di ogni regime di biopotere: il bambino è diventato un feto, la donna incinta un sistema uterino di rifornimento, il bébé che deve nascere una vita e la “vita” un valore cattolico-laico, quindi onnicomprensivo; il tutto senza mai concedere nulla alla vita scelta e alle scelte di vita dopo la riproduzione meccanica. La stessa idea di soggettivazione pretende di adattare il destino biologico ai tempi della società mercantile.L’istituzione famiglia è il primo luogo in cui si impara ad obbedire all’autorità,ad un’autorità che non viene messa in discussione in quanto naturale. Al suo interno i rapporti di dipendenza sono legittimi perché naturali, a nessuno è concesso dubitare che siano semplicemente normalizzati,con la doppia accezione di norma e normalità.
La famiglia si propone come il modo piu’ semplice di rispondere all’esigenza dell’essere umano di vivere con altri esseri umani, ma la sua perpetuazione avviene attraverso l’imposizione di meccanismi regolati dall’alternarsi di obblighi morali,coercizione,responsabilità e sensi di colpa all’interno del gioco perpetuo dei ruoli.
La violenza tra le mura domestiche, prima causa di morte per le donne nel mondo, non viene mai analizzata come fenomeno causale, ci si limita all’assistenza delle vittime (quando possibile) lasciando evincere che ci sono sempre vite sacrificabili sull’altare dell’idea di ordine sociale.
La separazione e l’alienazione degli individui dalla società , avviene peraltro attraverso la famiglia, che diventa un punto di riferimento all’interno di una metropoli respingente, un luogo protettivo rispetto ad un esterno inquietante, dove sono promossi i valori della sicurezza e l’ossessione sicuritaria della conservazione. La famiglia,falsamente rappresentata come motore immobile della società,rimane così lo strumento più comodo da gestire, attraverso bisogni indotti e moralità fittizia, con il solo scopo di mantenere una società in cui si riproducano dinamiche di prevaricazione tanto più difficili da mettere in discussione quanto più confuse con l’affettività. S-fasci-ala!