Esiste, all’ interno di ogni quotidianità,un ruolo a cui conformarsi e un modello a cui attenersi necessariamente. Il biopotere impone ad ogni corpo espressioni codificate che,una volta interiorizzate,diventano funzionali al controllo;si possono categorizzare,contare, ricostruire,rilanciare e quindi vendere. Io faccio quindi sono.Questo è il capitalismo socializzato; produce cultura,divertimenti,medicalizzazioni, urbanistica, educazione sentimentale,bisogni indotti e i correlati consumi,nonché la disposizione al loro rinnovamento perpetuo.Le mutazioni nella figura seguono le evoluzioni del modo di produzione capitalista: siamo passat@ da una seduzione di tipo fordista, con i suoi luoghi e i suoi momenti designati, con la sua forma-coppia statica e familiare, a una seduzione di tipo post-fordista ,diffusa precaria flessibile e deritualizzata,che ha esteso la fabbrica delle coppie alla totalità del corpo e dello spazio-tempo sociale. Ognun@ è chiamat@ a mantenere la propria forza seduzione, lo stile di vita stesso è un meccanismo di consumo. Il nostro corpo,il suo mantenimento e la sua cura sono uno strumento di consumo. Bell@ benestante “rilassato”. Sono figure mediatiche;non sono altro che il desiderabile, socialmente controllato attraverso prodotti standardizzati che dettano l’idea di benessere totale. In realtà non sono altro che appiattimento sociale attraverso la dittatura dell’apparenza. Il capitalismo ha veramente creato delle ricchezze, perché ne ha trovate laddove non se ne vedevano. E’ così, per esempio, che ha creato la bellezza, la salute o la giovinezza in quanto ricchezze, cioè in quanto qualità che vi posseggono. “Mi hanno ferito in ciò che ho di piu’ caro: la mia immagine” by S. Berlusconi Ciò si contestualizza nella metropoli,che si distingue per la maggiore prossimità delle persone coincidente con la loro massima estraneità.La finitudine, la solitudine e l’esposizione costituiscono le tre coordinate fondamentali di una condizione di cattività. La metropoli si presenta come il palcoscenico di una rivalità e concorrenza mimetizzata,di una celebrazione desolata ed ininterrotta del “feticismo della piccola differenza”. Più gli individui si somigliano più si detestano, più si detestano più si isolano e più hanno paura l’uno dell’altr@. Si è arrivat@ ad una ricerca disperata della tranquillità,la pretendiamo attraverso una pacificazione totale della società da cui deriva l’ossessione per la sicurezza. Si ricercano e si creano identità in cui rinchiudersi per dare un senso, un obbiettivo al proprio agire. Identità conservatrici e fasciste offrono l’illusione di sicurezza e stabilità sociale trasformandosi in soluzioni naturali, facilmente realizzabili e politicamente rilevanti. Facilmente comprensibili in quanto fondate su luoghi comuni e generalizzazioni incessantemente propinati attraverso i canali d’informazione. . La figura della donna, il suo ruolo e la sua storia sono un esempio lampante di come questa costruzione fittizia dei soggetti funziona. Il corpo delle donne è il corpo biopolitico per eccellenza , l’oggetto di rappresentazione del calibro cittadino e della pubblicità, il supporto primario della scrittura del desiderio mercantile. Le donne si decostruiscono in quanto donne da molto tempo ma questo non è mai stato sufficiente a mantenere la promessa di una libertà politica che unisca mezzo e fine. Non si è mai riuscite a scardinare quei meccanismi e quelle dinamiche di potere che dettano i rapporti e le relazioni di ognun@. Quello che permette alle pratiche di libertà di riemergere non è ciò che è irrecuperabile per ilpotere, ma tutto quanto disarticola i meccanismi di produzione del nostro disordine sentimentale epsicosomatico. Il punto non è di abolire un malessere che spinge alla rivolta per meglio adattarsi a un sistemadi gestione dei corpi evidentemente tossico. L’obiettivo non è di imparare a meglio condurre la lotta controgli impedimenti della contingenza presente in nome di una strategia che ci condurrebbe alla vittoria. La
vittoria, infatti, non è adattamento al mondo mediante la lotta, ma l’adattamento del mondo alla lotta stessa.
bibliografia
Tiqqun, Ecografia di una potenzialità
Tiqqun, Elementi per una teoria della Jeune-Fille, 2003,ed.Bollati Boringhieri
Tiqqun, Teoria del Bloom, 2004,ed.Bollati Boringhieri