Femminicidio è

Il femminicidio è l’epilogo della violenza sistematica, esercitata dal genere maschile, allo scopo di affermare e perpetuare il suo potere.

Il contesto in cui viviamo è responsabile della percezione della violenzadi genere e degli strumenti che abbiamo a disposizione per eliminarla.

In riferimento ai media ci sentiamo di dare qualche consiglio sulla narrazione dei fatti di cronaca:

* Non chiamateci gentil sesso.

Questo produce l’aspettativa che dobbiamo subire in silenzio, e la punizione in caso contrario.

* Non fate sciacallagio con le nostre immagini da ragazze acqua e sapone.

Non azzardatevi a considerare la nostra morte in relazione al nostro aspetto fisico.

* Non fingete che sia strano ed eclatante quello che è successo.

Succede tutti i giorni e per le stesse identiche ragioni ovunque nel mondo, provate a farvi domande su questo piuttosto che su chi frequentavamo.

* Non fate riferimenti ambigui all’ora in cui tornavamo a casa e a come eravamo vestite.

La responsabilità degli atti di violenza è di chi la compie, sempre e comunque.

* Non date per scontato che è successo perché siamo puttane.

Essere stuprate, picchiate e uccise non fa parte del nostro lavoro.

* Non sforzatevi a cercare particolari interessanti nelle nostre vite.

La violenza che subiamo è dovuta al fatto che siamo donne, è trasversale e si palesa negli stessi modi, a prescindere dai gusti personali.

* Non nominateci al maschile se abbiamo scelto di essere donne.

Decidiamo noi cosa essere, siamo persone e transessuali, ignorandolo ci fate violenza.

* Non stupitevi e non colpevolizzateci se reagiamo.

Abbiamo diritto a difenderci. Quando capita, raramente, che siamo noi ad avere la meglio non abbiamo fatto altro che tutelarci.

* Non pensate che non l’abbiamo detto prima perché abbiamo una parte di colpa.

Ci vergogniamo di quello che succede nelle nostre sacre famiglie,pensiamo che non ci crederete, abbiamo paura delle ripercussioni, non pensiamo di cavarcela contro un uomo di potere.

* Non associate l’ amore alla violenza sul nostro corpo.

L’amore è un’altra cosa.

* Non parlate di raptus, inspiegabile follia, deliri vari.

Chi ci fa del male sa di farlo e lo fa sistematicamente.

* Non sentitevi in dovere di precisare che chi ci fa violenza beve e si droga.

Un uomo non stupra, picchia, uccide solo perché è fatto o ubriaco.

* Non rimarcate il fatto che lui non è d’italica stirpe.

Non ci cambia niente, lui è un uomo violento. Non vogliamo essere strumentalizzate per campagne razziste.

Parlate dei centri antiviolenza di dove stanno e di quello che fanno. Raccontate ciò con cui devono scontrarsi pur di portare avanti questo impegno(non ultimo la mancanza di fondi e di spazi).

Raccontate delle donne che si autorganizzano per aiutare altre donne ad uscire dal “vortice della violenza”.

#nonsonounmediacomplice #25N

Un pensiero su “Femminicidio è

  1. Non avete preso in considerazione il peso che può avere una relazione nel determinare la violenza? Le conseguenze del vivere un fidanzamento o un matrimonio con delle idee, al di là del maschilismo? Spiego meglio: Una promessa è fatta su una introspezione che ci fa pensare di essere in grado di mantenerla. Tipo la promessa di stare insieme e non tradire. Secondo alcune persone in quanto esperto dei tuoi pensieri, sentimenti, emozioni, desideri, sensazioni, idee, principi, giudizi, sostieni che una situazione non è pericolosa, e poi invece lo è, ed esseri umani soffrono a causa della tua previsione errata, devi rispondere delle conseguenze, ne hai la responsabilità.

    Dal punto di vista del mondo scientifico, ci sono numerosi fenomeni intorno ai quali si può parlare solo in termini di possibilità o probabilità, non di certezze e garanzie. E pare che per quanto riguardi i sentimenti, i desideri, le emozioni, i desideri sessuali e le idee questa sia la situazione. Può essere probabile che nulla di grave accada, dopo che sono state registrate scosse di terremoto, ma la catastrofe resta possibile: una finezza linguistica, la differenza tra possibile e probabile.

    La maggioranza dei partner tuttavia si aspetta informazioni chiare e un sostegno sicuro, dall’altro partner che è l’unico a percepire sé stesso, una sicurezza che forse il/la partner non può dare.

    Se davvero ci rendiamo conto di essere provvisori, sulla terra, vulnerabili, in balia di incertezze ed altri pericoli, più o meno conosciuti – in tal caso chi può ancora rassicurarci, e prendersene anche le responsabilità personalmente, di fronte a punizioni severe come l’insulto, la rabbia, la violenza, il rancore, la critica distruttiva?

    Le persone che vengono ferite per vendetta se allora avessero saputo che le loro parole sarebbero state interpretate come una garanzia, non le avrebbero espresse: un malinteso tra le aspettative di mondi diversi? Un problema di comunicazione? Infatti poi alcuni quando cambiano idea dicono “sono cose che si dicono, ma che non si dovrebbero mai dire, mi dispiace” riferendosi all’aver detto che non avrebbero mai cambiato sentimenti e idee.

    Infatti moltissime violenze accadono in famiglia. Le donne in genere sono meno capaci di ribellarsi alla forza fisica di un uomo, e sono più abituate a pensare ad attività che non hanno a che fare con la lotta a causa di una divisione culturale fatta in base ai sessi, che divide le donne in principesse gli uomini in guerrieri sin da piccoli, subiscono in numero più grande le conseguenze della rabbia di questo patto non rispettato poiché gli uomini sono numericamente più abituati a pensare alla lotta per la divisione culturale in base ai sessi. Entrambi, uomo e donna, finiscono così per pensarsi in diritto di farla pagare a causa di questo patto reciproco fatto in precedenza culturalmente legittimato nel caso del fidanzamento, e legalmente sostenuto nel caso del matrimonio, e ognuno con le sue armi può sfogare la sua rabbia e vendetta, arrivando a maltrattamenti verbali, fisici, e a volte all’assassinio. La legittimazione del fidanzamento e la legalizzazione del matrimonio intesi in senso tradizionale come degli obblighi scelti per autoimpedirsi di fare qualcosa di diverso dallo stare insieme in modo monogamico, è la risposta a una necessità diffusa nei paesi industrializzati in cui i bambini crescono iperprotetti dalle tecnologie la società offre e dai genitori spesso incapaci di gestire le proprie paure nei confronti dei propri figli. Crescendo in questo modo i figli non sviluppano una personalità adulta e quindi affettivamente indipendente, e una personalità genitoriale, capace di amare senza pretendere con la violenza amore come invece un bambino è costretto a fare per sopravvivere. Molti sono i casi in cui la violenza nasce da una nevrosi infantile dovuta a una mancanza di una personalità adulta, che produce una incapacità di accettare che le cose vadano diversamente da come ci si aspettava (con separamenti, divorzi, tradimenti sessuali, bugie) e pochi quelli dovuti a una ideologia come quella del maschilismo che considera intellettualmente e fisicamente inferiori le donne e obbligate a sottomettersi al potere del sesso maschile descritta da alcune femministe come un progetto premeditato e calcolato da parte degli uomini che senza essersi messi d’accordo cospirano in tutto il mondo per estinguere il genere femminile uccidendo le donne, quello che viene chiamato Femminicidio. Una parola simile a Genocidio. Da alcune descritto come “la violenza sistematica, esercitata dal genere maschile, allo scopo di affermare e perpetuare il suo potere”.

    L’aspettativa della sicurezza assoluta è invivibile. Se questo è quel che ci si aspetta da esperti di sé stessi, nessuno potrà più, in questa veste, esprimere il proprio parere sul futuro. Ci aiuta a collaborare e fare del nostro meglio insieme, quindi, esigere sicurezza attraverso delle promesse, delle leggi, dei giuramenti, delle sanzioni?

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