In quale bagno andare? Gender toilets

Condividiamo volentieri un articolo comparso su  Sociological Images e su Archivio Caltari, tradotto da Marta Muschietti.

Prima della lettura, però, invitiamo a un’altra riflessione. Dove si trovano i bagni con fasciatoio e quelli per persone disabili nei luoghi che frequentiate? Sono separati, si trovano nei bagni degli uomini o delle donne, non ci sono affatto? L’etica della cura (e la disattenzione per chi ha necessità diverse) si esprimono anche al gabinetto.

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Bagni delle donne e degli uomini: li troviamo praticamente ogni volta che ci avventuriamo in spazi pubblici. Molti riterranno che la divisione dei due, unitamente ai simboli utilizzati per distinguerli, sembri tanto innocua quanto necessaria. Le persone transessuali sanno che non è proprio così, e che spesso ci si sono state lotte per stabilire chi fosse autorizzato a usare quale bagno. La separazione dei bagni pubblici è uno dei  più elementari metodi per consolidare il binarismo maschio-femmina.

In sostanza, i simboli dei bagni pubblici sono cartine tornasole rispetto al modo in cui i generi vengono considerati all’interno delle società. Vanno a identificare il maschile come universale e il femminile come variazione. Esprimono aspettative di prestazioni di genere. E confondono il genere col sesso.

Alla vostra attenzione, presenterò di seguito tipologie ed analisi di diverse segnaletiche da bagno.

Il maschio universale

Una delle idee alla base del patriarcato è il concetto che un uomo possa rappresentare l’umanità intera, o l’Uomo, mentre una donna può rappresentare, al massimo, altre donne. Per esempio, in politica percepiamo come netta la divisione tra la “questione delle donne” e i problemi di tutti.

Le insegne dei bagni illustrano questa idea rappresentando la figura maschile in modo semplice, e quella femminile come un’elaborazione di quella maschile. Questa figura esprime a parole ciò che in genere si esplicita tramite immagini:

La più comune tipologia di insegne per il bagno, riportata all’inizio di questo post, ne è un altro esempio. Più tipicamente, questi segnali rappresentano gli uomini come persone, e le donne come persone con gonne:






In Iran gli uomini sono raffigurati come persone, e le donne come persone in gonna e hijab:

 

In alcuni casi, vediamo come gli uomini siano persone e le donne persone con fianchi:


Il che evidenzia l’assurdità dell’idealizzazione iconografica di genere, insomma anche gli uomini hanno i fianchi!

In questo cartello, vediamo come l’uomo ha un torso, mentre la donna ha due fluttuanti e incorporee tette:

Dalle teste delle donne spesso fuoriescono anche dei tentacoli.

Infine ritroviamo un’insegna che, pur essendo serenamente offensiva, è interessante perché porta l’idea di Maschio Universale alla sua logica conclusione. Come a dire che, se gli uomini coincidono con le persone, e le donne non sono uomini, allora le donne non possono essere veramente considerate persone, giusto?

E ancora, se uomini è sinonimo di persone, e le donne non sono uomini, le donne non possono essere considerate davvero persone. Ma chi vuole essere una persona, quando invece può essere un bellissimo e delicato fiore ?

Sessi opposti

C’è un altro tipo di segnaletica per i bagni che, nonostante sia sempre basata sulla dicotomia uomini-persone/donne-persone-con-gonne, non funziona benissimo. Questi segnali rappresentano gli uomini e le donne come dei triangoli.



L’uno non è l’elaborazione dell’altro. Entrambi sono semplicemente dei triangoli. Questi cartelli rimangono comunque problematici perché rappresentano l’uomo e la donna come due sostanziali antipodi. Oltretutto presuppongono che il fruitore riesca a capire che il lato del triangolo stia a rappresentare le spalle o la gonna, e non è detto che ci riesca. Il che diventa chiaro considerando questo segnale:

Al contrario dei cartelli precedenti, qui il triangolo che punta verso il basso identifica il bagno delle donne, mentre quello verso l’alto, quello degli uomini. A me sembra che gli angoli rappresentino delle turbotette e un’erezione nascosta.

Generi, sesso e sessualità

Nelle polemiche rispetto a chi possa usare quale bagno, un tema ricorrente è quello del confondersi tra genere, sesso e sessualità, tant’è che le donne biologiche finiscono per considerare le donne transgender, e quindi con corpi maschili, come una qualche sorta di minaccioso predatore sessuale. Questa conflittualità è rappresentata dagli stessi simboli dei bagni, che talvolta assegnano i bagni a seconda del genere, e a volte in base al sesso, o addirittura a supposizioni sulla sessualità.

Prestazioni di genere

In molti bagni la segnaletica non rappresenta il maschio attraverso l’universalmente riconosciuta figurina. La distinzione è invece affidata a un gioco di differenze che si basa sul modo in cui la mascolinità e la femminilità vengono esibite. Facendo ciò i simboli comunicano nozioni essenziali riguardo a cosa fanno uomini e donne, spesso prendendo in considerazione l’abbigliamento.









Questa coppia di segnali è interessante, perché magari a un fruitore moderno non appare immediatamente evidente che l’individuo posto sul segnale per il bagno degli uomini sia effettivamente un maschio. Questo palesa che lo stile che noi associamo alla mascolinità non permane attraverso tempo e spazio.

Finché non arriviamo a questi segnali che universalizzano la prestazione di genere tanto da applicarla al campo entomologico:

Le farfalle sono chiaramente femminili perché sono carine, gli scarafaggi sono maschili perché non sono carini.

Ancor più rappresentativo della consapevolezza che “l’abito fa il monaco” e la monaca, sono i cartelli che non mostrano gente, ma solo biancheria.




Alcuni segnali contemplano anche delle pose: la donna è appoggiata, o ha occhi che si rivolgono castamente al pavimento, mentre l’uomo ha i piedi fermamente piantati a terra e manifesta la sua forza fisica.



Questi segnali danno anche suggerimenti riguardo al comportamento che ci aspettiamo da parte delle persone: le donne dovrebbero essere timide e remissive, gli uomini insolenti e dominanti.

Sesso

Dopo gli omini stilizzati, i cartelli che mostrano i diversi capi d’abbigliamento di uomini e donne sembrano il mezzo più comune per destinare i bagni a uomini e donne. In ogni caso, come i transfobici, alcuni segnali si concentrano su quello che c’è sotto i vestiti. Un paio delle seguenti foto potrebbero essere considerate potenzialmente offensive.

Questi simboli sono di varia natura, ma tutti sintetizzano ed escludono i transessuali e le persone con organi sessuali atipici.

Il primo è del tipo gli-uomini-hanno-il-pene/le-donne-hanno-il-seno. Credo che questi siano indicativi del grado in cui i seni siano stati sessualizzati nella nostra società visto che, come nel cartello qui sotto, sembrano oscurare del tutto il fatto che anche le donne posseggano degli organi sessuali, e di conseguenza si presentano i seni come l’equivalente femminile del pene.









Il secondo gruppo comprende quelli del tipo gli-uomini-hanno-il-pene/le-donne-hanno-la-vagina.









Per come vengono mostrate, sembra che le vagine siano meno attaccate al corpo delle donne di quanto lo siano i seni.

Legati in qualche modo all’ultima categoria elencata, sono i cartelli che pongono la questione: stai in piedi o ti siedi, quando fai pipì?




(Dal commento di un anonimo: “… la foto dei Pointers/Setters viene da un ristorante di Philadelphia chiamato White Dog Cafe, e ci ho lavorato per molti anni. Ci sono quattro bagni singoli, tutti con il nome di una razza canina e tutti esplicitamente non divisi per genere. Questi bagni sono stati progettati in parte tenendo presente la comunità queer di West Philadelphia; quando lavoravo lì avevo molti colleghi appartenenti alla comunità LGBTQ, compresi alcuni che stavano cambiando sesso, e l’ambiente era incredibilmente di supporto”.)





Altri cartelli usano i caratteri sessuali secondari di certi animali:




Ciò illustra il modo in cui noi riteniamo la binarietà di genere universale, quando non lo è affatto. Per esempio, ci sono galline note per il loro comportamento assimilabile a quello dei galli, che hanno suscitato scalpore in Svezia e Cina tanto da meritare articoli di giornale.

C’è anche il caso di un gallo in Italia che ha iniziato a deporre uova dopo che una volpe ha ucciso tutte le galline del pollaio.

Questi segnali sono ancora più basilari, e specificano la coppia di cromosomi di cui devi godere per poter usare il bagno:

Addirittura include nel binomio di genere le razze aliene (le cui gambe nei disegni paiono rappresentare in maniera astratta gli organi sessuali umani) e i robot.

Combinazioni di sesso, genere e sessualità

I simboli possono variare nel destinare bagni in base al sesso o al genere perché la maggior parte delle persone dà per scontato che siano la stessa cosa.

Il pensiero di lei nel fumetto: “shopping”; il pensiero di lui nel fumetto: “calcio”.

Questo cartello le ha tutte. maschio come universale/femmina come variazione: lui ha una semplice forma a uovo, lei ha un vestito e il rossetto. Sesso biologico: lui ha un pene minimalista, lei ha un vagina minimalista. Prestazione di genere: lui sta pensando al calcio, lei allo shopping. Fa quasi ridere che il grafico abbia ritenuto che così tanti elementi diversi fossero necessari. Oltretutto è interessante perché mostra quanto sia totale la confusione e la rigidità della conseguente dicotomia. Le donne devono adeguarsi agli standard della femminilità, gli uomini non possono mettere il rossetto o godersi lo shopping. E di sicuro non possono avere la vagina.

C’è un pizzico di assurdità in tutto ciò. Noi non destiniamo i bagni in base ai diversi interessi della gente. Tantomeno lo facciamo a seconda delle scelte del guardaroba, dato che ovviamente le donne possono indossare i pantaloni. E, come questo segnale di Utilikilts dimostra, non è inaudito che gli uomini indossino gonne.

Noi riserviamo i bagni in base al sesso. Perchè si dà per scontato un interesse sessuale che si sviluppa nei confronti del sesso opposto. Che vuol dire a causa della sessualità.

Nello specifico, a causa dell’eterosessualità del maschio, che si suppone essere un predatore. Questo per dire che ci si aspetta che sia predatore e viene accettato come tale, al punto che addirittura ci si scherza su.


Questo è scorretto nei confronti di un sacco di uomini. E diventa una scusa per gli uomini che invece sono effettivamente predatori.

La divisione dei bagni avviene in base al presupposto che tutti siano eterosessuali, in maniera predatrice gli uomini e in maniera vulnerabile le donne; l’associazione della sessualità con il sesso, e la fusione di sesso e genere. In altre parole, è un nonsense. Una variabile in base alla quale non riserviamo i bagni è quella della sessualità.

Uh… ?

Infine, ecco qualche segnale che ho trovato semplicemente disorientante. In Germania le donne vengono rappresentate dal fuoco, e gli uomini dall’acqua.

Laddove invece in Brasile il fuoco identifica l’uomo. Le donne corrispondono a dei fiori…

Questo viene dal cratere Sangunburi, nell’isola di Jeju in Sud Corea. Suppongo che ci sia una valida spiegazione per il fatto che la donna abbia una maschera da sub sulla testa, e del perchè l’uomo sia una specie di golem, ma io non la conosco.

AGGIORNAMENTO: Diverse persone hanno risposto con chiarimenti nei forum in cui questo post è stato linkato. Eccone uno: “La donna sub è un haenyeo, o cercatrice di perle – c’è una sottocultura di haenyo indipendenti che è abbastanza ganza e unica a Jejudo. Solo le donne si immergono. Il golem maschio rappresenta il totem tradizionale degli uomini, e garantisce buona fortuna e sicurezza durante le loro escursioni”.

Da un Applebee’s a Sao Paulo. Il cartello rosso è per il bagno delle donne. Ovviamente.


2 pensieri su “In quale bagno andare? Gender toilets

  1. sono rimasto folgorato dal sottotitolo,
    mi sa che in qualche modo finirà anche sul mio blog.

    questo post è un’opera unica nel suo genere, non foss’altro per la qualità e la quantità delle immagini sull’argomento trattato.
    chapeau

  2. bel post!
    un refuso: il gallo presumo che si fosse messo a *covare*, non a deporre, a meno che non avesse cambiato pure sesso…

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