da King Kong Girl di Virginie Despentes
…..scrivo dalla parte delle racchie, per le racchie, le vecchie, le camioniste, le frigide, le mal scopate, le inscopabili, le isteriche, le tarate, tutte le escluse dal gran mercato della bella donna….
"Allora vuol dire che le piaceva". Gli uomini, in tutta sincerità, ignorano fino a che punto non ci si possa difendere dal dispositivo di indebolimento delle ragazze, fino a che punto sia scrupolosamente organizzato per garantire che essi trionfino senza rischiare granchè, quando aggrediscono le donne. Credono, mellifluamente, che la loro superiorità sia dovuta alla loro grande forza. Non li disturba il fatto di battersi carabina contro coltello a serramanico. Giudicano la lotta paritaria, i beati cretini. è tutto qui il segreto della loro tranquillità di spirito.
E’ stupefacente come nel 2006, mentre tanta gente va in giro con computer palmari in tasca, apparecchi fotografici, cellulari, rubriche digitali, musica, non esista il minimo oggetto che si possa introdurre nella fica quando si esce per una passeggiata, e usare per lacerare l’uccello del primo stronzo che ti scivola dentro. forse rendere il sesso femminile inaccessibile con la forza non è auspicabile. Bisogna che resti aperta, e timorosa, una donna. se no, che cosa definirebbe la mascolinità?
Poststupro, il solo comportamento tollerato consiste nel rivolgere la violenza contro se stesse. Aumentare di venti chili, per esempio. Uscire dal mercato del sesso, dato che si è state sciupate, sottrarsi da sole al desiderio. In francia non si uccidono le donne a cui è successo, ma ci si aspetta da loro che abbiamo la decenza di autosegnalarsi come mercanzia danneggiata, inquinata. Puttane o imbruttite, che escano spontaneamente dal vivaio delle sposabili.
Lo stupro fabrica infatti le migliori puttane. Una volta aperte con la forza, esse conservano talora a fior di pelle un avvizzimento che piace agli uomini, qualche cosa di disperato e di seducente. Lo stupro è spesso iniziatico, taglia nella carne viva per fare della donna una donna offerta, che non si richiude mai più del tutto. sono sicura che c’è come un odore, qualcosa che i maschi riconoscono che li eccita ulteriormente.
Ci si ostina a fare come se lo stupro fosse straordinario e periferico, al di fuori della sessualità, evitabile. Come se non riguardasse che poche persone, aggressori e vittime, come se rappresentasse una situazione eccezionale, che non dice niente del resto. Mentre è, al contrario, al centro, nel cuore, fondamento delle nostre sessualità. Rito sacrificale centrale, è onnipresente nelle arti, fin dall’antichità, rappresentato nei testi, dalle statue, nei dipinti, una costante attraverso i secoli. nei giardini di parigi come nei musei, rappresentazioni di uomini che violentano le donne. Nelle Metamorfosi di Ovidio, si direbbe che gli dei passino il tempo a voler prendere delle donne che non sono d’accordo, a ottenere ciò che vogliono con la forza. facile, per loro che sono degli dei. E quando rimangono incinte, è ancora su di esse che le donne degli dei si vendicano. La condizione femminile, il suo alfabeto. Sempre colpevoli di ciò che ci viene fatto. Creature condiderate responsabili del desiderio che suscitano. Lo stupro è un programma politico preciso: scheletro del capitalismo, è la rappresentazione cruda e diretta dell’esercizio di potere. Esso designa un dominante e organizza le regole del gioco per permettergli di esercitare il suo potere senza restrizioni. rubare, strappare, estorcere, imporre, che la sua volontà si eserciti senza ostacoli e che egli goda della sua brutalità, senza che la parte avversa possa porre resistenza. Godimento nell’annullamento dell’altro: mi prendo tutti i diritti su di te, ti costringo a sentirti inferiore, colpevole e degradata.
Lo stupro è caratteristico dell’uomo, non la guerra, la caccia, la violenza o le barbarie, ma lo stupro, che le – finora – non hanno mai fatto proprio. La mistica maschile deve essere costruita come qualcosa di pericoloso per natura, criminale, incontrollabile. A questo titolo deve essere rigorosamente sorvagliata dalla legge, regolamentata dal gruppo. Oltre il velo del controllo della sessualità femminile appare il primo scopo del politico: formare il carattere virile come asociale, pulsionale, brutale. E lo stupro serve innanzi tutto da veicolo a questa costatazione: il desiderio dell’uomo è più forte di lui, non può dominarlo. si sente dire ancora spesso "grazie alle puttane, ci sono meno stupri", come se i maschi non potessero controllarsi, dovessero scricarsi in qualche modo. Convizione politica costruita, e non l’evidenza naturale – pulsionale – che si vuole far credere. Se il testosterone facesse di loro degli animali dalle pulsioni indomabili, ucciderebbero tanto facilmente quanto volentano. E’ lungi dall’essere così. I discorsi sulla questione del maschile sono zeppi di residui oscurantistici. Lo sturpo, l’atto condannato di cui non si deve parlare, sintetizza un complesso di convinzioni fondamentali riguardanti la virilità.
(n.d.ribellule; guerra alla guerra!!!…hihihi…)
io penso che ci sia ci debba essere un ideale anche “romantico” di mascolinità che disprezzi lo stupro, sono certo che c’è.
Non so poi quanto è giusto contrapporre “racchie” e “non racchie”
è fantastico questo articolo. profondo, pregnante, lucido, drammaticamente lucido. Lo stupro non è un arma con cui i maschi sottomettono le donne, è L’ARMA. E la costruzione della femmilità e della mascolinità giustifica l’uso di quest’arma e ne perpetua il significato simbolico. Le bambine crescono con la paura dello stupro…”non parlare con gli sconosciuti”…quando sappiamo benissimo che il maggior numero di agressioni sessuali e stupri viene perpetrato da persone conosciute, familiari, parenti, amici, colleghi di lavoro e compagni di scuola…