*Mai più costrette a sanguinare. Da Roma a Kabul un grido di rabbia unisce le donne*

 

Oggi 100 donne hanno dato vita a una perfomance artistica di denuncia e
solidarietà nei confronti delle donne afgane.* Recentemente l’Afghanistan ha
reso legge una consuetudine che autorizza, nelle coppie sciite, il marito ad
avere rapporti sessuali con la moglie anche non consensuale e di fatto
legalizza lo stupro. Questa stessa legge vieta alle donne di uscire di casa,
di lavorare e di andare dal medico senza il permesso del marito, e dà la
custodia dei figli a padri e nonni in caso di separazione dei coniugi.
Con i piedi scalzi e del sangue che grondava abbiamo sceso la scalinata di
Trinità dei Monti a Piazza di Spagna per gridare con forza che nessuna donna
mai più deve essere costretta a sanguinare!* Ai piedi della scalinata
abbiamo deposto dei sassi per segnalare la nostra indignazione per come è
stata repressa la manifestazione di protesta delle donne in Afghanistan
sotto gli occhi silenti della polizia.
Siamo donne. Italiane, arabe, sudamericane, donne di tutto il mondo che non
si riconoscono detentrici di una cultura unica o di un modello di
democrazia da esportare. Soprattutto quando questa democrazia viene
spacciata come il fine giusto della guerra, in nome della libertà e dei
diritti delle donne.
Ricordiamo che nella nostra Italia "democratica e occidentale" l’80% delle
violenze avviene dentro le pareti domestiche, perpetrato da mariti,
compagni, fratelli, padri. Solo attraverso la nostra consapevolezza,
autodeterminazione e autorganizzazione possiamo trovare risposte.
RIPRENDIAMO LA PAROLA PARTENDO DALLA SOLIDARIETA’ TRA DONNE.
Noi come donne rispondiamo, ci organizziamo, usciamo dai ruoli assegnateci e
lo facciamo quotidianamente attraverso la rivendicazione dei nostri
desideri, sogni e bisogni.

Roma, 23 aprile 2009

*ReSISTERS*
Solidarietà internazionale per la libertà di scelta