APPELLO DELLA RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

 

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E’
in corso al Senato la discussione del “Pacchetto sicurezza” (DdL 733),
che provocherà una grande trasformazione del quadro normativo italiano, già fortemente
repressivo e discrezionale nel suo impianto. Le norme contenute nel Pacchetto,
infatti, prevedono una politica esplicitamente fondata su misure
segregazioniste e razziste
per le persone migranti, con o senza permesso di
soggiorno, le prime ad essere additate come figure pericolose e causa di
“allarme sociale”, e su nuove ed ancora più drastiche misure repressive contro
chiunque produca conflitto e non rientri dentro le strette maglie del
controllo.

Questo
è solo l’ultimo passo di un disegno politico che, attraverso una serie
di leggi, ha portato ad un crescente restringimento delle libertà di tutte e
tutti
, tramite la criminalizzazione del dissenso e degli stili di vita.

Dietro
la loro sicurezza si nasconde la volontà di non affrontare la precarietà di
vita che coinvolge tutte e tutti noi: il razzismo e la paura vengono usati
per farci rassegnare a queste condizioni e farci restare chiuse e chiusi in
casa e nei nostri luoghi di lavoro
. Usare il razzismo e la paura come
strumento di pacificazione sociale ha portato alla proposta di legalizzare
le ronde dirette a reprimere i comportamenti giudicati “non conformi”
ed
alla reintroduzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale.

L’obbligo
di dimostrare l’idoneità alloggiativa per ottenere l’iscrizione anagrafica
colpisce migranti, senzatetto, occupanti di casa e chiunque non possa
permettersi un’abitazione “idonea”. Le norme anti-graffito e l’inasprimento
delle norme per il reato di danneggiamento, colpiscono tutti i cittadini
e le cittadine che non si adeguano alla retorica del “decoro urbano”.

Ma
le norme del pacchetto sicurezza colpiscono in primo luogo le persone
migranti
. Se il Pacchetto sarà approvato chi è senza permesso di soggiorno corre il
rischio di essere denunciato dal medico se va al Pronto Soccorso, non potrà
riconoscere figli e figlie, sposarsi e inviare soldi a casa
. Il Ddl
introduce inoltre: la detenzione nei CIE
(ex CPT) per 18 mesi
; una tassa
sempre più alta per la richiesta e il rinnovo del permesso di soggiorno;
controlli
ancora più stretti per acquisire la cittadinanza; il reato di ingresso illegale nello stato.

 

Questo
delirio securitario esplode mentre i governi decidono di sostenere le
aziende e le banche in difficoltà, invece di pensare a nuove poltiche sociali
di sostegno alla cittadinanza colpita dalla crisi. Scaricando, tra l’altro,
tutto il lavoro di cura sulle donne: in quest’ottica, l’unica immigrazione che
sembra piacere è quella delle “badanti”. Ai sindaci ed ai prefetti sceriffo
si attribuiscono nuovi poteri
, mentre il Ddl Carfagna criminalizza e
stigmatizza le persone prostituite, imponendo norme di comportamento a tutte e
tutti. La loro soluzione alla crisi è il governo della paura. La risposta,
in Italia come in Europa, da Milano a Castelvolturno, da Atene a Malmöe…è stata
un grido di rabbia e libertà
:

 

NON ACCETTIAMO LA SOCIETA’ DEL
RAZZISMO, DELLO SFRUTTAMENTO E DEL CONTROLLO!

 

Crediamo
sia importante continuare a stare in piazza oggi per rifiutare questo stati di
cose e rivendicare libertà, diritti ed autodeterminazione.

-Contro
il Pacchetto sicurezza ed i modello di società che propone

-Per
l’abolizione immediata della legge Bossi-Fini, perché perdere il lavoro a causa
della crisi rappresenta per le persone migranti una condanna alla clandestinità

-per
la regolarizzazione di tutte e tutti

-Contro
il legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, dispositivo di
controllo che imprigiona le persone migranti e rende precaria la vita di tutte
e tutti

-Contro
la criminalizzazione di chi fugge da guerre e persecuzioni

-Contro
le classi separate per i bambini e le bambine stranier@

-Contro
la militarizzazione dei confini, delle città e delle strade

-Contro
l’ansia e la paura in cui vorrebbero farci vivere

-Per
ripensare insieme un’idea di cittadinanza che garantisca a tutt@ i diritti
fondamentali e la libertà di scelta e di movimento…

 

VENERDI’ 23
GENNAIO ASSEMBLEA PUBBLICA ore 19:00 Ex cinema Volturno

SABATO 31 GENNAIO,
CORTEO CITTADINO A ROMA, ore 15:00 Porta Maggiore

 

Il
percorso autorganizzato di costruzione delle mobilitazioni ha visto la
crescente partecipazione di numerose realtà: dai e dalle migranti di
Castelvolturno, agli studenti ed alle studentesse, alle scuole in
mobilitazione, ai movimenti di donne, femministe e lesbiche, ai centri sociali,
ai comitati di cittadini e cittadine, di lavoratori e lavoratrici, ad artiste
ed artisti, ai/alle rifugiat@ ed ai/alle richiedenti asilo.

Invitiamo
tutte e tutti a partecipare, a moltiplicare le iniziative anche nelle altre
città ed a coordinarci per dare più voce alla nostra rabbia.

NOI NON ABBIAMO
PAURA!

 

Rete contro il pacchetto sicurezza     


Un pensiero su “APPELLO DELLA RETE CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

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