Chi paga per i peccati dell’uomo?

 
chi paga per i peccati dell'uomo?

Una (bella) donna distesa e semi-nuda su un letto (di dolore?).* A
braccia aperte. La scritta poi toglie ogni dubbio: «Chi paga per i
peccati dell’uomo?». Evidente, così, il riferimento al crocifisso e al
martirio cristiano. È bufera sulla campagna pubblicitaria di Telefono
Donna, onlus fondata nel 1992 e insignita dal Comune una decina d’anni
fa con tanto di benemerenza civica. La donna crocifissa avrebbe dovuto
campeggiare su cinquecento spazi pubblicitari. Testimonial choc (la
campagna è dell’agenzia internazionale Arnold WorldWide) in vista della
giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in calendario per il
25 novembre. Tutto fermo, congelato. Perché da Palazzo Marino le
pressioni sono fortissime.



*L’assessore al Decoro Urbano, Maurizio Cadeo (An)*, davanti al
rendering dei primi manifestini è sobbalzato. No, quell’immagine non
deve passare. Non almeno sugli stalli pubblicitari del Comune. Il
messaggio spedito agli uffici che gestiscono la pubblicità del Comune è
chiaro: opporsi in ogni modo. «Perché rispondere alla violenza con
violenza?», domanda Cadeo. Una questione anche di decoro. La pensa così
anche il capogruppo di An, Carlo Fidanza: «Il manifesto strumentalizza
il simbolo della cristianità. In una città dove giustamente si sanziona
chi viola il decoro pubblico, è giusto opporsi a questo tipo di campagne».
*Il Comune prepara allora la controffensiva. *Lo stesso Cadeo, insieme
con Mariolina Moioli (titolare delle deleghe per le Politiche sociali),
sta studiando un altro manifesto, altrettanto «efficace ma meno
provocatorio». Un altro collega di giunta (e compagno di partito) si
smarca. È l’assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna: «Non
sono scandalizzato. Ho grande rispetto per le sensibilità degli altri
miei colleghi, ma credo che a volte la violenza dei messaggi sia
importante per creare coscienza e sensibilità». La polemica infuria.
Oliviero Toscani, maestro dell’immagine da pugno nello stomaco, sbotta:
«Non ho visto le foto, ma non importa: censurare è subumano. Punto. non
esiste peggior violenza della censura».
*Stefania Bartoccetti, presidente dell’associazione *cade dalle nuvole.
«I manifesti sono già stati stampati dopo il primo via libera degli
uffici comunali. Ora staremo a vedere. Domani (oggi ndr), con l’agenzia
che ha curato la campagna, decideremo il da farsi». «A noi non risulta
che tutti i permessi siano stati accordati — replica Cadeo —. E
comunque, in casi come questi, bisogna distinguere l’iter burocratico
dalle responsabilità politico-amministrative». Campagna blasfema? Si
difende la Bartoccetti: «Io sono cattolica praticante. La crocifissione
vuole solo essere l’immagine della sofferenza estrema». Da Salemi si fa
vivo anche l’ex assessore Sgarbi: «Quella di Milano è un’amministrazione
che dovrebbe dimettersi, invece di continuare a menarla con queste
stupidaggini». E i poster? «Sono pronto a ospitarli a Salemi

Links:

http://www.eth0.it/2008/11/14/chi-paga-per-i-peccati-delluomo/

http://viralmente.blogspot.com/2008/11/chi-paga-per-i-peccati-delluomo.html