Dopo la scioccante posizione oscurantista dei mass media main stream ,
sentiamo la necessità e la responsabilità di dare spazio a quella parte di
piazza che resiste .
Il pride di Roma non é stato solo matrimoni tra persone dello stesso sesso
all’insegna di vestiti da cerimonia e torte lussuose… anzi questi
erano davvero pochi , quasi
il segno di una presa di coscienza che ci dice
che forse prima di poterCi sposare, di poter rivendicare gli stessi
diritti dobbiamo riuscire ad esistere.
Esistere con forme di esistenze troppo spesso ritenute
indecorose ,attacchi alla morale pubblica, con corpi da censurare , da
ridurre all’invisibilità con pestaggi e misure repressive che rimangono nel
silenzio non suscitano scalpore.
Quegli stessi corpi di lesbiche, trans e gay, NON-ADATTI e CENSURATI,
hanno
preso fortemente la parola attraverso modalità non solite in
Tanta gente, tante le famiglie dentro al corteo segnalavano come il pride
non è più una manifestazione esclusiva di chi vive scelte sessuali non
conformi , ma come sia diventata una piazza di dissenso gaio , di protesta
e di ricerca di un differente modo di espressione su cui reinventarci .
E’ stata dunque la prima manifestazione a Roma dalla data in cui si è
insediato il governo delle destre e l’amministrazione comunale guidata dal
sindaco picchiatore.
Una manifestazione che portava attraverso i corpi l’ antifascismo,
respingendo qualsiasi tentativo di farci apparire come
I e LE socialmente pericolosi e pericolose:
RIMANDIAMO AL MITTENTE UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA E DI LIBERA ESPRESSIONE CHE DIFFICILMENTE POTRÁ ESSERE COMPRESA DA CHI
PRODUCE E ATTIVA PACCHETTI SICUREZZA OMOFOBI E RAZZISTI.