tre giorni contro la repressione-facciamo breccia

  da: facciamobreccia.org

Tre giorni contro la repressione, la normalizzazione e le nuove forme di
disciplinamento dei corpi. Bologna, 10-12 ottobre 2008.


Il Pride che si è tenuto a Bologna lo scorso 28 giugno ha evidenziato profonde fratture nel
movimento lesbico, gay e transessuale, fratture esistenti – evidentemente – da prima, ma che sono
emerse in maniera drammatica attraverso almeno due elementi: la debolezza di elaborazione
politica all’interno del Comitato Pride che ha lasciato spazio a derive securitarie, perbeniste,
escludenti e qualunquiste, e la delega alla repressione poliziesca della gestione dei conflitti interni al
movimento’ e il conseguente uso della diffamazione nei confronti dei soggetti politici non allineati
all’organizzazione.
Non credendo che questo riguardi solo il movimento LGBTIQ, ma che più in generale sia in atto
un attacco contro ogni movimento che faccia riferimento all’autodeterminazione e all’antifascismo
e che rifiuti le logiche di rappresentanza, Facciamo Breccia, Antagonismogay, Fuoricampo e
Coordinamento Sylvia Rivera hanno organizzato a luglio un’assemblea cittadina a Bologna, da cui è
emersa una lettura tutta politica delle vicende collegate al Pride, viste come sintomo di una generale
crisi della politica. Ciò che è avvenuto a Bologna il 28 giugno è un analizzatore che ha rotto le
omertà, facendo emergere i non detti e le contraddizioni di una parte del movimento che ha scelto
l’istituzionalizzazione del proprio percorso politico. Diversamente noi riteniamo fondamentale
pensare e praticare i processi istituenti facendo in modo che rimangano aperti e non si fossilizzino
in un ‘dato una volta per tutte’, in una burocratizzazione/pietrificazione di ciò che dovrebbe essere
sempre in movimento, in cambio delle briciole della politica istituzionale.

Tutto ciò è avvenuto proprio nel momento di massimo dispiegamento ed egemonia delle politiche
securitarie, razziste e omo-lesbo-transfobiche nel nostro paese, ad opera di un governo delle destre

sostenute dalla mobilitazione di squadristi e dalle folle aizzate per il linciaggio del diverso. Un
momento storico caratterizzato da una crisi economica generalizzata, che crea insicurezza,
precarietà sociale e paura per il futuro.
Un momento in cui c’è bisogno di resistere e riaffermare i principi e gli spazi di libertà,
autodeterminazione, antifascismo.
L’assemblea bolognese di luglio si è conclusa con la proposta di un nuovo momento costituente del
movimento LGBTIQ, una tre giorni in cui si ridefiniscano i contenuti, i principi etici e le pratiche di
un movimento che sia contro la repressione, la normalizzazione e il ridisciplinamento d
ei corpi, da
tenersi in autunno, proprio a Bologna. Un’occasione per rilanciare l’analisi e la capacità di agire
collettivo, per ricreare connessioni tra ambiti di ricerca critica, attivismo e lavoro culturale e
politico.
Raccogliamo una diffusa e non eludibile necessità, da tempo sentita, di creare luoghi politici di
dibattito teorico/pratico, per intersecare percorsi spesso isolati nei territori o nelle micropolitiche del
quotidiano, nelle mobilitazioni e nelle ricerche sociali e universitarie, al fine di mettere in comune

saperi e analisi che ci consentano di leggere criticamente lo stato di cose presenti e di elaborare
pratiche efficaci per un percorso di reale liberazione.
Ripartiamo dalla condizione LGBTIQ contemporanea, caratterizzata simultaneamente da esclusione
sociale/culturale e iperinclusione produttiva; caccia alle streghe e marketizzazione pervasiva delle
nostre soggettività e spazi sociali; violenza, aggressioni, stupri e ambigua femminilizzazi
one
/omosessualizzazione dell’immaginario. In questo contesto, da declinare nell’arretratezza specifica
del caso italiano (familismo, presenza vaticana…) si situano le soggettività LGBTIQ, sospese tra
deliri di normalizzazione/rispettabilità e bisogni di sovversione e trasformazione; omologazione
post-identitaria e recupero di genealogie radicali.
Obiettivo della tre giorni è tentare di trasformare la crisi della rappresentanza, esemplificata dalle
ultime elezioni politiche, ma anche dal bilancio fallimentare di una lunga stagione di commistione

di parti del movimento LGBT con partiti e istituzioni, in un’opportunità per l’apertura di una nuova
fase di movimento.
Il Coordinamento Facciamo Breccia, nato nel 2005 come percorso di mobilitazione permanente
fondato su autodeterminazione, laicità e antifascismo, ma non come coordinamento esclusivamente
lgbtiq, si assume quindi l’onere di promuovere la tre giorni insieme ai gruppi bolognesi che già
hanno indetto l’assemblea cittadina da cui è nata questa proposta. Vorremmo quindi che questa

occasione vedesse come protagoniste tutte quelle realtà LGBTIQ– afferenti o meno a Facciamo
Breccia – che, a partire dal proprio territorio, credono che le parole d’ordine e le pratiche cui si
debba oggi ispirare un movimento che intenda riprendere parola e azione per fare fronte alle derive
razziste e alla pervasiva diffusione di ideologie e pratiche securitarie e di normalizzazione, siano:
autodeterminazione, laicità, antifascismo, liberazione. Parole da declinare in pratiche incarnate e
sessuate che riconoscano i nessi dell’emergente complesso razzista-xeno-omo-lesbo-trans fobico.
Nel corso dell’assemblea di Bologna da più interventi è stata indicata la grande man
ifestazione
femminista e lesbica del 24 novembre 2007 contro la violenza maschile sulle donne come l’evento
che ha inaugurato una nuova radicalità, segnando la necessità di compiere un salto definitivo dalla
delega all’autodeterminazione, ed è anche a questo tipo di percorsi che guardiamo nella definizione
di nuove strategie di movimento. La tre giorni contro la repressione, la normalizzazione e le nuove
forme di disciplinamento dei corpi si terrà a Bologna dal 10 al 12 ottobre.
Il dibattito sarà strutturato in sessioni tematiche che mettano a fuoco analisi e temi con un taglio che
parta dal quotidiano e dalle esperienze delle soggettività lgbtiq per rilanciare visibilità e resistenze

collettive.
Da questa prima analisi nell’assemblea nazionale e nel gruppo organizzatore bolognese sono emersi
i temi delle sessioni, rispetto alle quali individuare i nessi tra repressione, normalizzazione e
ridisciplinamento dei corpi e soprattutto i nessi tra la teoria e pratiche di resistenza individuali e
collettive.
La tre giorni si svolgerà presso la Sala del Baraccano in Via Santo Stefano 119 e sarà organizzata in
sessioni tematiche precedute da un momento “documentale” con questa articolazione:
Venerdì 10 ottobre
dalle 15 accoglienza
ore 16.30-19.00
R-esistenze: documenti, biografie, genealogie
Mostra fotografica e materiali
Proiezioni video: A present for Sylvia, Libertà di movimento, Grazie a tutte, Trannymals go to court, To be
Ornella
Sabato 11 ottobre
ore 10.00-13.00
Perbenismo, rispettabilità e normalizzazione delle soggettività lgbtiq.
L’interiorizzazione della rispettabilità come modello esistenziale ha determinato per decenni la ricattabilità
delle soggettività lgbtq e dei nostri percorsi politici. Il tentativo di farci accettare, di apparire normali ci ha
schiacciati sopra a modelli sociali, affettivi e sessuali omologati a quelli dominanti e imposti.
Come ribaltare questo meccanismo ora che è proprio il diverso e l’eccentrico a essere sotto l’attacco dei
moralizzatori, dei clericali, dei fascisti? Ripensare la propria alterità, trasporre la propria differenza per
collocarsi nel margine delle resistenze accanto agli osceni, agli impresentabili. L’attacco in questo momento
è rivolto alle prostitute e ai sex workers, per il loro impatto “estetico” sulle strade e i marciapiedi, ma ci
riguarda e coinvolge direttamente.
Sabato 11 ottobre
ore 15.00-18.00
Immaginario familista, ruolizzazione sociale/sessuale, relazioni.
Il mimetismo esasperato dall’ansia di normalizzazione ha fatto sì che riproducessimo in ambito lgbtiq
l’immaginario familista e sessista della famiglia etero. Oggi che in piena liquidazione del welfare tutto il
lavoro di cura e assistenziale sembra tornare sulle spalle delle donne, ricacciate tra le mura domestiche, è più
che mai necessario rielaborare una critica alla famiglia come luogo di violenza femminicida
lesbo/trans/omofobica di riproduzione dell’eterosessualità obbligatoria e di asservimento del genere
femminile.
Domenica 12 ottobre
ore 10.00-13.00
Tras/lesbo/omofobia come espressione di violenza, sessismo e ridefinizione del patriarcato.
La ricerca e le lotte contro trans/lesbo/omofobia condotte in questi anni possono/devono intrecciarsi con il
lavoro operato dal movimento lesbofemminista sul tema violenza, sessismo, razzismo.
La messa in crisi del patriarcato ad opera delle soggettività femministe e lgbtiq ha generato una reazione
violenta e una ridefinizione delle strutture sociali che lo sostengono. La contestazione del potere maschileeterosessuale
ha aperto spazi per le soggettività altre, ma cionondimeno non è cessata la violenza, né il
tentativo di riaffermare incessantemente quel potere.
Importante in questo senso anche il dibattito suscitato dai primi gruppi misti (gay-bi-trans-queer) sulla
costruzione del maschile e la critica della violenza.
ore 14.00-16.00
Politiche securitarie, razzismo e fascismo. Quali pratiche di resistenza?
Sala del Baraccano, via S. Stefano 119.
L’emergenza sicurezza, la politica basata sulla creazione e gestione della paura, ha generato una spirale di
odio, razzismo, violenza agiti contro i diversi: prima i rom, poi gli omosessuali, i clandestini, le prostitute,
vengono via via individuati come il nemico pubblico da colpire e disciplinare: dalle aggressioni “spontanee”
per la strada, alla violenza squadrista organizzata, dalle leggi proibizioniste alle regolazioni per via
amministrativa, molteplici livelli di azione configurano un sistema, un regime autoritario, che va compreso
nelle sue continuità e discontinuità con il fascismo storico.
Per ridefinire e agire nuove pratiche di resistenza individuali e collettive.
ore 16.00-17.30
Assemblea conclusiva.
Sintesi della tre giorni e rilancio di eventuali appuntamenti, azioni, mobilitazioni……


Invitiamo tutte le realtà interessate a comunicare la propria partecipazione e l’eventuale
intenzione di intervenire intorno ai temi proposti a info@facciamobreccia.org
Invitiamo inoltre a portare materiali da esporre negli appositi tavolini che saranno a disposizione.
Per la serata del venerdì è prevista la cena con musica e performance presso il Vag in Via Paolo
Fabbri, mentre per la serata del sabato è prevista una festa ad Atlantide di Porta Santo Stefano.
Chi avesse bisogno di pernottare può rivolgersi sempre ad info@facciamobreccia.org di modo
da permetterci di organizzare l’ospitalità.


FACCIAMO BRECCIA ANTAGONISMOGAY FUORICAMPO LESBIAN GROUP
COORDINAMENTO TRANS SYLVIA RIVERA